Macchia mongolica (La)
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Regia: | Casotti Piergiorgio |
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Cast e credits: |
Scritto da: Piergiorgio Casotti, Massimo Zamboni, Maresa Lippolis; montaggio: Piergiorgio Casotti, Maresa Lippolis; musiche originali: Massimo Zamboni; sound design: Cristiano Roversi; produzione: Uppa Film, Zona; origine: Italia, 220; durata: 55’. |
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Trama: | 1996, Massimo Zamboni, musicista e fondatore dei gruppi musicali CCCP e CSI, intraprende un viaggio in Mongolia che risulterà fondamentale per la sua carriera artistica e che segnerà la nascita del disco di maggior successo dei CSI: “Tabula Rasa Elettrificata”. Ma quel viaggio risulterà essere altrettanto fondativo dal lato umano e personale: sarà infatti proprio in Mongolia che Zamboni e la compagna Daniela decideranno di diventare anche genitori. A vent’anni di distanza, su richiesta della figlia Caterina nata poco dopo quel viaggio, riaffronterà con lei e la moglie quello stesso viaggio, dall’Emilia e passando per la Transiberiana. Un viaggio nell’appartenenza e nell’identità, per ritrovare le radici di quella macchia mongolica (segno epidermico presente su ogni nascituro mongolo, molto raro sugli europei) con cui nacque anche sua figlia Caterina. Ma la macchia mongola è tipica anche tra i bambini groenlandesi e giapponesi: un filo antropologico millenario che unisce i popoli della terra e che padre e figlia, cercano, insieme, di seguire e capire, andando così alle origini. Le proprie e quelle degli uomini tutti. Per Massimo sarà un ritorno, un momento di intima sintesi, un confronto col passato, per la figlia sarà l’inizio di tutto.
Un lascito generazionale ed un’iniziazione ad un altro viaggio, attraverso la vita. |
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Critica (1): | NOTE DI REGIA
Conosco Massimo Zamboni da 10 anni, in un rapporto che unisce amicizia personale e progetti artistici realizzati insieme.
Ero ovviamente a conoscenza della sua esperienza in Mongolia, ma quando mi parlò degli sviluppi personali che quel viaggio ebbe sulla sua vita e mi mise al corrente della sua intenzione di tornare, stavolta insieme a sua figlia, ho avuto subito la percezione che quella storia meritasse di essere raccontata, sia nella sua dimensione intima che nella sua lettura più “universale”.
Abbiamo quindi deciso che questo viaggio di ri-torno, sarebbe diventato un documentario. L’altro aspetto che mi ha spinto a dividere con Massimo questa avventura è la comunanza di tematica e atmosfera che questo documentario porta in sé e che si pone sulla stessa linea dei miei lavori precedenti. Temi che sono, sempre, intimamente legati a me e coi quali mi confronto periodicamente. Riflessioni sulla vita, la morte, la società umana. |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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