RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
; Archivio film Rosebud; ; Archivio film Rosebud
Torna alla Home
Mappa del sito Cerca in Navig@RE 

 > Aree tematiche > Cultura e spettacolo > Archivio film Rosebud > Elenco per titolo > 

Quinceañera (La) - Non è peccato - Quinceañera (La)


Regia:Glatzer Richard, Westmoreland Wash

Cast e credits:
Sceneggiatura: Richard Glatzer, Wash Westmoreland; fotografia: Eric Steelberg; montaggio: Robin Katz, Clay Zimmerman; musica: Victor Bock, Michael B. Jeter, J. Peter Robinson, Micko Westmoreland; scenografa: Dense Hudson, Jonah Markowitz; costumi: Jessica Flaherty; interpreti: Emily Rios (Magdalena), Jesse Garcia (Carlos), Chalo Gonzàlez (lo zio Tomas), David W. Ross (Gary), Ramiro Iniguez (Herman), Araceli Guzman-Rico (Maria), Jesus Castanos (Ernesto), Johnny Chavez (Walter), Alicia Sixtos (Eileen), Aris Mendoza (Jasmine), Dane Rosselli (Simon), Carmen Aguirre (la zia Sylvia), James Claude (Stephen), Art Aroustamian (il capo di Carlos), Joanie Tomsky (la dottoressa), (Listette Avila (Jessica); produzione: Anne Clements per Cinetic Media/Kitchen Sink Entertainment Llc; distribuzione: Teodora; origine: Usa, 2006; durata: 90'.

Trama:A Echo Park, quartiere latinos di Los Angeles, Magdalena sta per compiere 15 anni ed è in fermento per i preparativi della sua quinceañera, festa tradizionale di origine azteca che segna il passaggio delle ragazze all'età adulta. Poco tempo prima della celebrazione, Magdalena si accorge di essere incinta e il padre, poliziotto e predicatore, la ripudia. La ragazza si trasferisce a casa di zio Tomas, anziano che vende champurrado, bevanda tipica messicana, e vive in un appartamento di proprietà di una coppia gay. Presso Tomas si rifugia anche Carlos, un cugino di Magdalena, cacciato anch'esscodi casa perché omosessuale (...)

Critica (1):Vincitore dell'ultimo Sundance, sia come miglior film che come premio del pubblico, la prima collaborazione registica tra Glatzer e Westmoreland riesce a sintetizzare bene diverse anime del cinema indipendente americano, che proprio nel festival ideato da Redford ha spesso trovato una sua legittimazione e, perché no, un ottimo veicolo distributivo. (...)
Il titolo originale del film, La Quinceañera, fa riferimento diretto alla cerimonia di origine Azteca che considera i quindici anni come momento di passaggio dall'adolescenza alla maturità di una donna.
Il film si apre e si chiude su tale celebrazione. Ma tutto ciò che accade tra i due eventi sottolinea che la crescita non riguarda solo la fanciulla protagonista, ma un'intera comunità. In questo senso, l'iniziale cerimonia kitsch e lussuosa di Eileen rende la superficialità di un rito ormai vuoto, che diventa pura ostentazione di ricchezza, scissa dai valori del passato e succube di schemi televisivi contemporanei, come ben dimostra la visione del video celebrativo dell'evento a metà film. Da questa ostentazione di benessere e "normalità" sono esclusi gli outsiders, che hanno i volti e l'intensità di Magdalena e Carlos. La leggera pinguedine della prima, opposta alla silhouette filiforme della cugina Eileen verrà simbolicamente aggravata dalla sua gravidanza che, surrealmente, avviene senza concepimento, ma per un caso fortuito dovuto a un rapporto non completo. E l'idea chiave della sceneggiatura, che ci propone una vergine incinta, con tanto di nome che rimanda alla puttana santa per eccellenza del Vangelo, trasformandola nell'icona di purezza che esalta viceversa le meschinità del contesto socioculturale che la circonda. Dal padre predicatore che la ripudia alle amiche che la prendono in giro quando non è presente; dal fidanzato che non regge la situazione e fugge per non compromettere gli studi alla madre di questi che non vuole alcuno ostacolo per il futuro già programmato del figlio.
L'unico possibile alleato di Magdalena si rivela il cugino Carlos, faccia e tatuaggi da teppista, ma animo sensibile, fratello di Eileen e rifiutato dalla sua famiglia perché alternativo ai loro modelli di comportamento. E qui c'è l'altra sorpresa: non si tratta dell'appartenenza a una gang, ma di omosessualità. Anche Carlos si ritrova a fare i conti con l'ostilità da un lato e l'utilitarismo dall'altro, quando la coppia di vicini gay inizia a utilizzarlo come attrazione per le feste con gli amici. Senza cadere nel macchiettismo, ma con un'ironia graffiante e cinica - da due registi che in passato hanno affrontato entrambi film sul tema dei gay, dell'aids e della sessualità in genere - la ricerca di stabilità e di comprensione da parte di Carlos e Magdalena diventa così l'occasione per riflettere sull'evoluzione dei nuclei familiari, ma anche della società e dei legami con il proprio presente e il proprio passato.
In questo senso il vero protagonista del film è il quartiere di Echo Park, riserva losangelina che lentamente sta perdendo la sua tradizione messicana, a causa della speculazione edilizia e dei nuovi ricchi che non vivono più il territorio ma lo usano come valore aggiunto estetico, come nel caso della coppia gay che sfratta il nonno Tomas.
E proprio nel legame tra il nonno e i due nipoti, da lui accolti quando nessuno li ha più voluti, c'è sia il senso più compiuto che l'amarezza del film. Uomo d'altri tempi che insiste a vendere per le strade il suo champurrado, Tomas è il più moderno di tutti e la sua morte lascia un vuoto incolmabile. Ma i due giovani sembrano aver colto il suo insegnamento e l'orgoglio di sentirsi diversi, come dimostra il finale, che fa seguire al funerale di Tomas, con tanto di elegia funebre di Carlos, la quinceafera di Magdalena, che non si vergogna più di esibire la sua gravidanza e si riconcilia pure con il padre fanatico. Un lieto fine forse troppo spinto, ma che non toglie il senso di un film che riflette sull'identità adolescenziale e sul conflitto di classe, sull'appartenenza etnica e sulla trasformazione delle città. E lascia aperta una speranza solo grazie alla sfida dei due
outsiders, che si sentono famiglia proprio grazie a tutte le loro diversità dal mainstream della "normalità".
Michele Marangi, Cineforum n. 458, 10/2006

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Wash Westmoreland
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
Valid HTML 4.01! Valid CSS! Level A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0 data ultima modifica: 08/06/2009
Il simbolo Sito esterno al web comunale indica che il link è esterno al web comunale