Strade di Genova (Le)
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Regia: | Ferrario Davide |
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Cast e credits: |
Montaggio: Ilaria Fraioli; origine: Italia, 2002; durata: 58'. |
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Trama: | Instantmovie di Davide Ferrario sugli scontri del luglio 2001 in occasione del G8 a Genova. |
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Critica (1): | Benché non contenesse immagini inedite, il film di Davide Ferrario ha lasciato tutti senza parole. L'aggressione premeditata al corteo delle Tute bianche e l'assurda inerzia nei confronti del black bloc, i pestaggi a freddo e i misteriosi individui travestiti da manifestanti che davano ordini ai carabinieri: nel lavoro dell'autore di Tutti giù per terra i caotici avvenimenti del G8 genovese hanno trovato una cronaca puntuale, impreziosita da piantine e freccette che mostrano gli spostamenti di cortei e forze dell'ordine. Ma quando la proiezione è finita, nella sala rossa del senato è arrivata una denuncia fin qui sfuggita ai giornali, che riapre la questione degli infiltrati nei cortei di Genova. Gigi Malabarba, capogruppo di Rifondazione al senato, ha raccontato di aver trascorso tre quarti d'ora, nel primo pomeriggio di venerdì 20 luglio, nel centro operativo dei carabinieri allestito nel quartier generale interforze della Fiera del mare. E di aver visto, "oltre al personale in divisa e agli agenti italiani in borghese e al personale di servizio, gruppi di persone che entravano e uscivano dal centro operativo dei Cc, vestiti come i manifestanti con jeans e magliette di vari colori, neri ma non solo. Alcuni - ha precisato - avevano tra le mani tubi di metallo e pezzi di legno, in qualche caso avevano zainetti a tracolla. Alcuni, circa una ventina, parlavano tra loro in francese, circa dieci mi sembra parlassero in tedesco, o forse in olandese", ha spiegato Malabarba. La sua testimonianza è stata messa agli atti dal comitato parlamentare d'indagine e presto arriverà, se non è già arrivata, sul tavolo dei pm genovesi. "Di sicuro - ha chiarito il senatore del Prc - quelli non erano dimostranti: il loro rapporto con i carabinieri era di collaborazione". Di più Malabarba non ha visto, né ha potuto chiedere spiegazioni. Alla Fiera il parlamentare era entrato, superando gli sbarramenti, per informarsi sulla sorte di un giornalista bresciano, Massimo Alberti di Radio onda d'urto, fermato e malmenato sotto i suoi occhi. Poi, però, in attesa del colonnello che si occupava di lui, Malabarba è rimasto lì senza dare nell'occhio. E così che ha potuto osservare i misteriosi personaggi: quando i militari si sono accorti del senatore ficcanaso l'hanno cacciato senza complimenti. Il film di Ferrario, presentato ieri al senato su iniziativa di Ulivo e Prc, aveva già mostrato espisodi inquietanti. Non solo le strategie contrapposte di polizia e carabinieri, la trappola tesa al corteo dei "disobbedienti" in via Tolemaide e l'attacco immotivato che ha tagliato in due la manifestazione dei 300 mila. Il regista ha anche mostrato un tizio vestito di nero con il casco in testa che parlottava a lungo, in piazza, con un gruppo di carabinieri: subito dopo il plotone si allontana, probabilmente su indicazione dell'individuo. La scena ha impressionato tutti, compreso Ferrario, che ha messo il film a disposizione di tutti (senza copyright) e ha ringraziato a più riprese i tg ma anche Indymedia, Carta e tutti coloro che gli hanno spedito le immagini. "Ai responsabili delle forze dell'ordine - ha precisato Bassanini ricordando le audizioni del comitato parlamentare d'indagine - abbiamo chiesto informazioni su questo punto, specificando che la presenza di infiltrati era legittima. Ma tutti hanno risposto in senso negativo". Niente infiltrati, insomma, né alla scuola Diaz né altrove. Solo l'ex vicecapo della polizia, Ansoino Andreassi, aveva ipotizzato, ragionando sul tipo di informazioni di cui disponevano il Sisde e i carabinieri, che qualche infiltrato potesse esserci (escludendo, però, che dipendesse dalla polizia). Del resto le contraddizioni dei capi delle polizie non riguardano solo gli infiltrati. "Per questo - ha detto ancora Bassanini - avevamo chiesto di prolungare i lavori di venti giorni e di riascoltare, sui punti controversi, i responsabili delle forze dell'ordine, compreso il capo della polizia. E per questo chiediamo ancora una commissione d'inchiesta con i poteri dell'autorità giudiziaria". Sullo stesso punto, oltre a Malabarba, ha insistito il verde Sauro Turroni: "Il filmato - ha detto - ha messo in luce la carenza più grave del comitato d'indagine, che non ha preso in considerazione i documenti video. Questo perché la maggioranza sapeva che i filmati avrebbero confutato le tesi precostituite e smentito le bugie che abbiamo ascoltato". Intanto a Genova la procura ha fatto sapere che almeno altri venti uomini della celere romana sono iscritti nel registro degli indagati. Saranno ascoltati la settimana prossima, poi toccherà all'ex capo dell'antiterrorismo Arnaldo La Barbera e agli altri indagati. Per la Diaz, i diversi reparti della polizia si accusano reciprocamente.
Alessandro Mantovani, il manifesto, 28/9/2001 |
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