Sapori e dissapori - No Reservations
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Regia: | Hicks Scott |
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Cast e credits: |
Soggetto: Sandra Nettelbeck; sceneggiatura: Carol Fuchs; fotografia: Stuart Dryburgh; musiche: Philip Glass; montaggio: Pip Karmel; scenografia: Barbara Ling; arredamento: Leslie E. Rollins; costumi: Melissa Toth; effetti: Fred Buchholz; interpreti: Catherine Zeta-Jones (Kate Armstrong), Aaron Eckhart (Nick Palmer), Abigail Breslin (Zoe), Patricia Clarkson (Paula), Jenny Wade (Leah), Brian F. O'Byrne (Sean), Lily Rabe (Bernadette), Matthew Rauch (Ken), Eric Silver (John); produzione: Castle Rock Entertainment-Village Roadshow Pictures-Warner Bros. Pictures Inc.- Storefront Pictures; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; origine: Usa, 2007; durata: 105'. |
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Trama: | L'ordinata esistenza di Kate Armstrong, chef del raffinato ristorante '22 Bleecker' di Manhattan, ossessionata dalla perfezione e dall'idea di avere sempre tutto sottocontrollo, viene messa a soqquadro dalla morte della sorella che le lascia in affidamento la nipotina di nove anni, e dall'arrivo nella sua cucina di un nuovo e affascinante aiuto-cuoco, Nick Palmer, un uomo allegro e pieno di energie che ben presto si conquista le simpatie di tutti... |
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Critica (1): | Rifacimento di una coproduzione europea di sei anni fa, uscita nelle nostre sale col titolo (meno suicida di questo) "Ricette d'amore", Sapori e dissapori è ambientato in gran parte nelle cucine di un ristorante alla moda di Manhattan. Lo chef Kate prepara piatti prelibati per la clientela. Caso di sublimazione da manuale perché lei, nella vita privata, non si può certo dire un'edonista; è piuttosto anoressica, anzi, di cibo, emozioni, relazioni sentimentali, come ammette nelle sedute con uno psicanalista distratto cui l'ha obbligata la sua datrice di lavoro. A ribaltarle l'esistenza di perfezionista depressa provvedono due new entry: la nipotina Zoe. rimasta improvvisamente orfana, e il cuoco italiano Nick, che lavora ascoltando Pavarotti, eccelle negli spaghetti e si conquista subito la simpatia di ciascuno, Kate esclusa.
La piccola (Abigail Breslin, graziosa ma privata del pepe che rendeva così saporito "Little Miss Sunshine") è un osso duro: non accetta la zia, si rifiuta di mangiare, scappa di casa. Quanto a Nick invece, ammiratore appassionato della cuoca e insieme della donna, lei lo scambia per un rivale deciso a soppiantarla ai fornelli. Va da sé che Zoe e Nick simpatizzano a prima vista. Il resto della storia riguarda le modalità di scongelamento del cuore della bella dormiente, che tra una portata e l'altra riuscirà a riacquistare l'appetito per la vita; il tutto veicolato da riti gastronomici, come in una versione semplificata del vecchio "Pranzo di Babette". L'originale, interpretato da Martina Gedeck e Sergio Castellitto, era una commedia drammatica più mesta, più riflessiva, che toccava con una certa sensibilità il tema della solitudine e della scarsa attitudine alla vita di una donna. Riscaldando il piatto, Scott Hicks ("Shine") ne semplifica parecchio gli ingredienti; il che da un lato è un vantaggio (taglia l'ultima parte della vicenda, lunga e un po' melodrammatica), dall'altra rende il tutto un po' sciapo, come accade a chi rispetta il ricettario della commedia sentimentale hollywoodiana. Meglio del previsto, comunque, Catherine, che s'impegna in una parte più complessa delle sue solite, mentre Aaron Eckhart è vitale e simpatico quanto basta per farsi perdonare la parodia involontaria dell'italiano. Perché - via a Hollywood ci vedono ancora e sempre come delle (magari amabili e seduttive) macchiette. Da segnalare un momento di comico involontario riguardo ai tartufi. Per gli americani, siano pure chef di livello superiore, i migliori vengono sì anche da Alba, ma soprattutto da Bologna e da Parma.
Roberto Nepoti, La Repubblica, 14/9/2007 |
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Critica (2): | Leggero, vivace, senza sbavature né eccessivi scivoloni nel romanticismo: un remake che entra nella cornice delle commedie romantiche classiche, forse un po' anni 90, senza dover dimostrare nulla di più di quello che la trama e la locandina lasciano già intendere allo spettatore: un paio d'ore di totale relax in piacevole compagnia delle prevedibili disavventure romantiche di Catherine Zeta-Jones.
Le luci spesso impietose del direttore della fotografia ci danno un'immagine della maliarda attrice che difficilmente era stata vista prima: occhiaie e segni d'espressione non vengono nascosti nemmeno dal trucco, eppure appare quasi più bella, in questa sua umanità ritrovata, e più simpatica, probabilmente anche grazie ai dialoghi, leggeri ma non stucchevoli, con la giusta dose d'ironia e ben bilanciati dalla presenza del coprotagonista Aaron Eckhart.
Qualche parola a parte va spesa per la giovane Abigail Breslin, spigliata e simpatica "terzo incomodo", ormai affermata seppur giovane attrice, forse limitata un po' nella riuscita dal doppiaggio italiano.
Claudia Resta, mymovies 2007 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Scott Hicks |
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