Square-Inside the Revolution (The)
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Regia: | Noujaim Jehane |
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Cast e credits: |
Fotografia: Muhammad Hamdy, Ahmed Hassan, Jehane Noujaim, Cressida Trew; musiche: H. Scott Salinas, Jonas Colstrup; montaggio: Christopher de la Torre, Mohammed el Manasterly, Karim Fanous, Pierre Haberer;interpreti: Khalid Abdalla, Dina Abdullah, Dina Amer, Magdy Ashour produzione: Noujaim Films, Roast Beef Productions, Worldview Entertainment; distribuzione: I Wonder Pictures; origine: Egitto-Usa, 2013; durata: 108’. |
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Trama: | Il film racconta la lotta del popolo egiziano per la conquista della libertà dal 2011, anno della fine della dittatura trentennale di Mubarak, fino al golpe militare avvenuto nell’estate del 2013 che ha rimosso dal suo incarico il presidente Morsi, leader della “Fratellanza Musulmana”. |
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Critica (1): | Il documentario che ha conquistato il Sundance raccontando la lotta del popolo egiziano contro il dittatore Mubarak, è un film nel film, una voce lucida e ironica sul potere dei media, una riflessione sul ruolo attivo che la rappresentazione degli eventi gioca negli eventi stessi. Dai colorati sit-in di protesta agli scontri con la polizia, l’occhio silenzioso di Jehane Noujaim segue infatti cinque protagonisti mentre a loro volta testimoniano, videocamera alla mano, le utopie e le atrocità di piazza Tahrir.
I Wonder Pictures |
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Critica (2): | "Non vogliamo una guida, ma una nuova coscienza politica"
Ha vinto una valanga di premi (Sundance, Toronto Film Festival, Amnesty International Film Prize) ed in corsa per gli Oscar 2014. The Square-Inside the Revolution non è solo la testimonianza documentaristica di tre anni di storia recente dell'Egitto, della sua primavera araba e della caduta del regime di Mubarak. È qualcosa di più. Un grido a non arrendersi mai quando in gioco c'è la libertà. La regista egiziana Jehane Noujaim (già apprezzata per Control Room e Start Up) ha tra le mani una materia incandescente, la rivoluzione egiziana e il suo ombelico: piazza Tahir. Fin dall'alba, gennaio 2011, della primavera araba che avrebbe di lì a poco cancellato le dittature della Tunisia, Egitto e Libia. La forza di The Square sono i volti, le parole e i sentimenti che animano Piazza Tahir, il simbolo della rivoluzione egiziana e la regista decide di seguirne per tre anni, in varie periodi della lunga battaglia politica, tre storie: il giovane fotografo Ahmed Hassan, l'attore angloegiziano Khalid Abdalla (Il cacciatori di aquiloni, Green Zone) e Magdy Ashour, un duro militante della Fratellanza Musulmana.
Tre punti di vista diversi su ciò che stava accadendo nel Paese e nella piazza. Luogo fisico e liquido allo stesso tempo perché al centro della battaglia mediatica a colpi di video traballanti e reportage improvvisati sul web per far vedere a tutti le violenze ai danni di chi occupava la piazza della rivoluzione. Grazie all'ottimo lavoro della regista siamo dentro la pancia e la testa della rivoluzione, 'embedded', se mai lo si può essere davanti uno schermo o su internet. Ma qui la forma o il formato delle immagini perdono il senso della dimensione è solo il flusso (liquido e quindi digitale) della storia a comandare lo sguardo. Un pezzo importante del racconto delle fiamme dell'Egitto anche questo, che Noujaim intuisce essere una delle chiavi per questa epocale svolta del Paese che non può essere ingabbiata dal racconto, tanto meno se documentaristico. Così è la piazza a ruotare intorno a Ahmed, Magdy e Khalid. O forse l'Egitto stesso e il mondo che ne osservava la forza e la voglia di cambiamento dopo trent'anni di immobilità.
I protagonisti di The Square lottano per la libertà e una nuova Costituzione e lo fanno rimboccandosi le maniche, occupando piazza Tahir, scuotendo le coscienze dei concittadini, postando video su youtube e rilasciando interviste ai canali 'all news' occidentali come fa Khalid. Senza fermarsi mani fino alla caduto di Mubarak. Ma la rivoluzione non è compiuta. Perché dopo il regime è l'esercito a dettare le regole e le violenze aumentano. E con queste anche le divisioni nel movimento. Entrano in campo i Fratelli Musulmani, Magdy si separa dai suoi compagni di lotta. La rivoluzione laica e progressista sembra tentennare. Ci saranno le elezioni e ancora violenze, morti e tanto sangue. La vittoria di Morsi, il leader dei Fratelli Musulmani. E poi la sua deposizione. Ahmed, Magdy e Khalid non si arrendono, vogliono un futuro diverso per il loro Paese: non una guida ma una coscienza politica. Piazza Tahir è di nuovo piena.
sentieriselvaggi.it |
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Critica (3): | (…) Più che un documentario nel senso classico del termine – costruito su interviste, dati, analisi politiche, repertori – The Square si concentra su pochi, significativi protagonisti del sit-in permanente, e li segue sul campo – per strada, nelle case private, o dall’alto, a inquadrare la piazza – registrandone aspirazioni, desideri, emozioni, durante la prima manifestazione spontanea di massa per rivendicare diritti democratici nel Paese.
Si tratta di Ahmed Hassan, giovane rivoluzionario che spera nella svolta libertaria dopo la dittatura oppressiva di Mubarak; Khalid Abdalla, attore residente all’estero ma tornato in patria per proseguire la tradizione familiare di lotta politica; Magdy Ashour, padre di famiglia e critico, se pur militante, nei confronti dei Fratelli Musulmani; Ramy Essam, autore e interprete in piazza delle canzoni di rivolta, tra i tanti a subire le violenze dell’esercito; e altri comprimari, come Aida Elkashef, giovane, informata rivoluzionaria, e Ragia Omran, avvocato che si batte per i diritti umani.
Dall’occupazione pacifica della piazza alla destituzione di Mubarak, che lascia il Paese in mano all’Esercito, la macchina digitale mobilissima della Noujaim segue movimenti, discorsi e confronti anche accesi tra questo gruppo eterogeneo, e porta una voce diretta, non filtrata dai media ufficiali. Restituisce la temperatura dello scontro, e il peso della strumentalizzazione della religione, i non detti di esercito e politica, l’illusione di democrazia con l’avvento di Morsi. A integrare le riprese delle testimonianze di diverse posizioni politiche ci sono le scene della creazione di murales, che rappresentano le fasi sanguinose della protesta. E poi ancora: le incursioni in ospedale, le immagini scioccanti della repressione con le cariche e i carri armati in piazza, testimoniate spesso da cellulari o macchine fotografiche.
Già passato al Toronto Film Festival (dove ha vinto il premio del pubblico), a Dubai e al Sundance, The Square – coproduzione tra Egitto e Usa – è il primo documentario nominato all’Oscar che sia stato finanziato tramite Kickstarter e distribuito da Netflix. (…)
Raffaella Giancristofaro, rollingstonemagazine.it, 20/2/2014 |
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Critica (4): | |
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