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Mangia una tazza di te - Eat a bowl of tea


Regia:Wang Wayne

Cast e credits:
Sceneggiatura: Judith Rascoe dal romanzo di Louis Chu; fotografia: Amir Mokri; montaggio: Richard Candib; scenografia: Bob Ziembicki; musica: Mark Adler; interpreti: Coca Miao (Mei Oi), Russell Wong (Ben Loy), Victor Wong (Wah Gay), Eric Tsiang Chi Wai (Ah Song), Lee Sau Kee (Bok Fat), produzione: Toni Stemberg per Tea Productions; distribuzione: Bim; origine: U.S.A., 1988 colore; durata: 102'.

Trama:Per lungo tempo le leggi americane hanno vietato agli emigrati provenienti dalla Cina di farsi raggiungere negli Stati Uniti dalle moglie e dai figli. Terminata la Seconda Guerra Mondiale questi divieti sono caduti e così nel 1949 due anziani amici, Wah Gay e Lee Gong decidono di combinare fra di loro il matrimonio dei loro figli, Ben Loy e Mei Oi. Le due madri fanno incontrare i giovani che, subito innamorati, si sposano e raggiungono New York. Mentre i nonni cominciano ad insistere in modo ossessivo per avere al più presto un nipotino, Ben Loy è alle prese con problemi d'impotenza.

Critica (1):Cinese di Hong Kong emigrato negli Stati Uniti, il quarantenne Wayne Wang ha già all'attivo una tripletta di garbate commedie dedicate, ovviamente, ai problemi della comunità sino-americana (Chan is missing, Dim Sum, Slam Dance). Hollywood ci ha abituato alle Chinatown infide e violente delle metropoli americane, condite di esotismo e draghi colorati. Eat a bowl of tea è un tuffo più autentico, visto dagli occhi a mandorla, negli umori e le emozioni della minoranza cinese, sospesa fra la tradizione e le regole della società bianca. Premessa storica: per decenni le leggi sull'emigrazione americana impedivano l'ingresso nel Paese alle donne cinesi, costringendo intere generazioni al celibato forzato. Solo con la fine della seconda guerra mondiale, in omaggio all'alleato d'oltreoceano, la norma viene modificata, consentendo l'"importazione" di mogli, sorelle e madri. Da qui prende l'avvio la vicenda di Ben, cinesino in divisa sul finire degli anni '40, convinto dal padre, che gestisce a New York una casa da gioco nel quartiere asiatico, a tornare al paese a prendersi una moglie. Nel gustoso e impacciato incontro con la promessa, nella cornice della Cina rurale, il bel soldatino sfodera il suo fascino yankee, ma al ritorno nella Grande Mela la coppia novella dovrà fare i conti con ritmi non proprio orientali della città. Con un ristorante da gestire (regalo di nozze del padre premuroso), Ben si trova talmente sotto pressione da smorzare gli slanci erotici coniugali, col prevedibile disappunto della giovane e sposa e dei parenti che attendono eredi. Ci penserà Ah Song, un rubicondo e insinuante giocatore, a sedurre la moglie delusa, regalandole un figlio inatteso. Quando la voce si sparge nella comunità, e l'onore reclama vendetta, si sfiora la tragedia, ma con un guizzo grottesco Wang riporta la storia sul binario brillante e amarognolo, risolvendo gli squilibri ormonali con una sostanziosa tazza di tè, da mangiarsi, naturalmente, Eat a bowl of tea. Una commedia delicata, che ci apre a sorpresa un mondo inedito, di atmosfere, condito di humor e citazioni. Anche passando da New York la Cina si avvicina.
Giovanni Maria Rossi, Vivi il cinema n.15-16, novembre - dicembre 1989

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Critica (3):

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(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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