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Tyrannosaur


Regia:Considine Paddy

Cast e credits:
Sceneggiatura: Paddy Considine; fotografia: Erik Wilson; musiche: Chris Baldwin, Dan Baker;
montaggio: Pia Di Ciaula; scenografia: Simon Rogers; costumi: Lance Milligan; interpreti: Peter Mullan (Joseph), Olivia Colman (Hannah), Eddie Marsan (James), Paul Popplewell (Bod), Ned Dennehy (Tommy), Samuel Bottomley (Samuel), Sally Carman (Marie), Sian Breckin (Kelly), Paul Conway (Terry), Lee Rufford (Lee), Robin Butler (Jack); produzione: Warp X-Inflammable Films-Screen Yorkshire-Optimum Releasing; origine: Gran Bretagna, 2011; durata: 91’. Vietato 14

Trama:Joseph, disoccupato e alcolista, è uomo tormentato dalla violenza e da una collera che lo sta portando verso l'autodistruzione. L'incontro con Hannah, una donna che lavora per un'associazione caritativa cristiana, potrebbe rappresentare una via di redenzione, ma anche lei, imprigionata in un matrimonio difficile, nasconde un segreto che avrà un devastante impatto sulle vite di entrambi.

Critica (1):Può un film che non cerca l'effetto commozione a tutti i costi, toccare il cuore di uno spettatore, semplicemente e senza sotterfugi? La risposta è sì e basta vedere l'opera prima di Paddy Considine, Tyrannosaur, per capirlo istantaneamente. Vincitrice di svariati premi in tutto il mondo, tra cui due importanti riconoscimenti al Sundance Film Festival del 2010, all'interpretazione di Olivia Colman e come miglior pellicola drammatica, l'opera di Considine sbarca anche in Italia, al Festival Internazionale del Film di Roma, nella sezione Occhio sul Mondo. Pochi gli 'ingredienti' della storia, che ruota attorno al fortuito incontro tra un uomo e una donna. Joseph è un violento alcolizzato che in un impeto d'ira per una scommessa persa uccide a calci l'amato cane Bluey. In preda ad una rabbia cieca sfascia la vetrina di un negozio gestito da alcuni pakistani, con il risultato di essere a sua volta pestato a sangue. Ferito e stordito, si rifugia nel bazar di Hannah, una creatura all'apparenza pacificata con il mondo, grazie anche ad una incrollabile fede in dio, ma che in realtà soffre per la presenza di un marito violento (l'eccellente Eddie Marsan), un sadico che le ha perfino imposto di non avere bambini. L'iniziale diffidenza di Joseph verso quella donna troppo perfetta diventa pian piano affetto ed è a lei che si rivolge quando il miglior amico sta per morire.
La loro amicizia non sfugge all'attenzione del coniuge di Hannah, che la picchia selvaggiamente credendosi tradito. La donna si rivolge così a Joseph che dopo la morte della moglie aveva deciso coscientemente di cancellare ogni rapporto sentimentale dalla sua vita. Ma Hannah chiede protezione, una sfida che Joseph dapprima rifiuta e poi accetta.
Forte come un pugno allo stomaco, il film di Paddy Considine ammalia per tutta la sua durata, catturando lo spettatore senza concedere nulla alla facile emotività. L'autore è bravissimo nel mostrare il non detto, quell'impasto di rassegnazione e dolore che caratterizza le esistenze dei due personaggi principali, tratteggiando con delicatezza i 'tirannosauri' con cui devono fare quotidianamente i conti, quegli eventi del passato da cui non si sono ancora separati. E bene fa Considine anche a lasciare spazio ai suoi protagonisti, veicoli di una tensione che non esplode mai in maniera fragorosa; gli eventi più violenti avvengono fuori campo, circondati da un silenzio che non si dimentica.
movieplayer.it

Critica (2):Perde alle scommesse, uccide il cane con due calci alle costole. Irascibile e attaccabrighe, Joseph (Peter Mullan, gigantesco) annega nella birra e in una vita fatta di nulla il peso di quel tirannosauro da cui non riesce a liberarsi. "Quando saliva le scale di casa tremava il tè sul comodino, come all'arrivo del tirannosauro in Jurassic Park", per questo aveva soprannominato così la moglie, morta di diabete ormai da cinque anni, amata/odiata, rimpianta ma fino ad un certo punto: "Se fosse ancora qui continuerei a trattarla come un cane".
Sarà l'incontro con la dimessa Hannah (Olivia Colman), picchiata e violentata da un marito schifoso, ad aprire un nuovo spiraglio. Per provare a lasciar andare il dinosauro che è in lui, fino alla scoperta di un segreto sanguinoso.
Già premiato al Sundance (World Cinema Dramatic Directing Award e Premio Speciale della giuria per la recitazione), l'esordio alla regia di Paddy Considine (apprezzato attore britannico, sodale di Shane Meadows, diretto anche dai vari Sheridan, Winterbottom e Greengrass) riflette su senso di colpa e redenzione, sull'ipocrisia e sulla frustrazione (Hannah lavora per un'associazione caritativa cristiana, prega per gli altri, ma nasconde il dolore – anche fisico – di un matrimonio fallito): coerente nella messa in scena e perfetto nella direzione degli attori, Tyrannosaur sfrutta sino all'ultimo nervo il talento animale di un Peter Mullan come sempre mostruoso, sul punto di esplodere in ogni situazione, alimentato da una collera e un odio verso il mondo spaventosi, ancora capace però di slanci solo in apparenza imprevisti. E consegna al cinema lo sguardo di un "nuovo" regista, capace di inquadrare già con un solo film le geometrie urbane ed emotive di una Londra altre poche volte vista sul grande schermo: dal nulla di una periferia buia e umida alla "tranquillità" borghese del residenziale Marlon Estate, il passo è molto più breve di quello che può sembrare.
Valerio Sammarco, cinematografo.it

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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