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Seduttore (Il)


Regia:Rossi Franco

Cast e credits:

Soggetto: dalla commedia omonima di Diego Fabbri; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Diego Fabbri, Ugo Guerra, Guido Leoni, Giorgio Prosperi, Raul Radice, Rodolfo Sonego, Franco Rossi; fotografia: Alfieri Canavero; scenografia: Gianni Polidori; musica: Carlo Innocenzi; montaggio: Otello Colangeli; interpreti: Alberto Sordi (Alberto), Lea Padovani (Norma, sua moglie), Lia Amanda (Alina Spencer, l’americana), Jacqueline Pierreux (Jacqueline, la francese), Denise Grey (la madre di Jacqueline), Mino Doro (il commendatore, amante di Jacqueline), Pina Bottin (la cameriera di Alina), Marcello Giorda (il generale); produttore: Franco Cristaldi; produzione: Vides; origine: Italia, 1954; durata: 90'.


Trama:Alberto, dotato dir grande immaginazione e di uno sfrenato desiderio di avventure amorose, crede di essere seduttore irresistibile. Ha un capo ufficio libertino, al quale racconta molte avventure immaginarie, e cerca poi di mostrarsi veramente quel che s’è vantato di essere. Di sua condizione è un modesto impiegato, sposato alla proprietaria di un ristorante, Norma, che guarda con una certa diffidenza al suo ambiguo desiderio di libertà. Incoraggiato da Jacqueline, una graziosa ragazza francese che è già l’amante di un ricco commendatore, Alberto crede d’aver fatto una conquista importante; in realtà, senza ottener nulla, è costretto ad intrattenere non soltanto Jacqueline ma anche la madre di questa. Approfittando di una serie favorevole di combinazioni, Alberto fa poi credere alla moglie di trovarsi a Parigi in viaggio, e ne approfitta invece per restare a Roma e far la corte ad Alina, moglie italiana di un pilota americano che è spesso assente. Ma da Alina ricaverà soltanto una tenera amicizia. Sbagliando tutto – con chi pensa ai soldi fa il romantico, con chi è romantica lo sfrontato – Alberto finisce col trovarsi nei guai quando, una sera, Jacqueline e Alina si incontrano casualmente, proprio nel ristorante di Norma, la moglie di Alberto. Sarà quest’ultima a sistemare le cose ed a perdonare ad Alberto. Che, sempre innamorato della moglie, si ripromette di diventare un marito fedele mentre Norma decide di sorvegliarlo più da vicino.

Critica (1):(...) La farsa – che è diretta da Franco Rossi con brio spigliato e sicuro – ha sì tutte le allegrie, i lazzi, le piacevolezze di uno “scherzo”, ma sovente rivela le cadenze della satira di costume, in un clima che sembra derivato da quel “vitellonismo” provinciale messo di moda in cinema l’altr’anno dal film d Federico Fellini (...). Le ricrea, le ravviva, le sostiene – con una interpretazione che è di certo fra le sue migliori Alberto Sordi finalmente raccolto in un personaggio costruito spesso anche dall’interno, con spontaneità, calore, versatilità e non di rado sapienza. Al suo fianco il terzetto delle “sedotte’’ Lea Padovani, Lia Amanda, Jacquelim Pierreux.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo, Roma, 1/10/1954

Critica (2):È il momento di Alberto Sordi. Dopo la sua interpretazione nei Vitelloni, questo attore si è andato conquistando una sempre più larga popolarità. Lo abbiamo ritrovato come interprete di alcune delle più sbellicanti scenette amene degli ultimi tempi. De Sica, che ebbe fiducia in lui fin da Mamma mia che impressione, può esserne soddisfatto (...).
Ugo Casiraghi, L’unità, Milano, 18/11/1954

Critica (3):Controllato da un regista fine e sensibile come Franco Rossi, Alberto Sordi dà una delle interpretazioni più calibrate e sfumate del suo periodo giovanile. Gli è degna partner un’intensa Lea. Padovani. Dalla commedia omonima (1951) di Diego Fabbri.
Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli

Critica (4):
Franco Rossi
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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