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Infedeli (Le)


Regia:Monicelli Mario, Steno

Cast e credits:
Sceneggiatura: Steno, Ivo Perilli, Mario Monicelli, Franco Brusati; fotografia: Luciano Trasatti, Aldo Tonti; musiche: Armando Trovatoli; montaggio: Adriana Novelli; scenografia: Flavio Mogherini; interpreti: Carlo Mazzarella, Carlo Lumas (l'autista), May Britt (Liliana Rogers), Giulio Calì (l'investigatore), Pierre Cressoy (Osvaldo Dal Pra'), Charles Fawcett (Henry Rogers), Paolo Ferrara (il Commissario), Anna Maria Ferrero (Cesarina), Margherita Bagni (madre di
Marisa), Gina Lollobrigida (Lulla Possenti), Carlo Dale, Irene Papas (Luisa Azzali), Carlo Romano (Azzali), Milko Skofic (Guido), Bernardo Tafuri (Giulio Possenti), Marina Vlady (Marisa), Tania Weber (amica di Lulla), Ignazio Leone, Ruggero Marchi, Franco Rossi, Tina Lattanzi (Carla Bellaris); produzione: Carlo Ponti-Dino De Laurentiis per Excelsa Film; distribuzione: Cineteca Nazionale; origine: Italia, 1952; durata: 104'.

Trama:L'industriale Azzali, essendosi invaghito di una indossatrice, fa sorvegliare sua moglie Luisa da un'agenzia di investigazioni, nella speranza di trovare un buon pretesto per chiedere il divorzio. Della sorveglianza viene incaricato Osvaldo, giovane avventuriero di pochi scrupoli. Proprio in quei giorni Osvaldo ha incontrato la sua antica fidanzata, Liliana, che ha sposato un ricco industriale inglese il sig. Rogers. Avendo appreso che Luisa Azzali ha per amante il proprio autista, Osvaldo la ricatta, estorcendole una forte somma. Nel frattempo egli è divenuto l'amante di Liliana, alla quale riesce a sottrarre una preziosa collana di brillanti. Del furto è accusata, dal sig. Rogers, Cesarina, giovane cameriera, legata a Liliana da reciproco affetto. Con l'appoggio di Liliana, Cesarina trova un altro servizio; ma anche qui viene commesso un furto. Liliana apprende che il secondo furto è stato commesso da una sua amica, indottavi dai ricatti di Osvaldo. Decisa a vendicare la memoria di Cesarina, Liliana presenta una denuncia contro Osvaldo; ma la paura dello scandalo e l'omertà proteggono il filibustiere. Esasperata, Liliana, uccide Osvaldo e si costituisce alla polizia.

Critica (1):Le infedeli segna più marcatamente la divaricazione in atto fra Steno e Monicelli. È un'operazione molto intelligente, un melodramma che unisce le tinte forti di Matarazzo all'atmosfera più fredda e borghese dell'Antonioni di Cronaca di un amore. Il soggetto, ispirato a un fatto di cronaca, è di Ivo Perilli, collaboratore abituale di Matarazzo.
Un esponente del bel mondo, il ricco medico Azzali, incarica il giovane investigatore Osvaldo di sorvegliare la moglie Luisa, da lui sospettata di tradirlo con l'autista. In realtà Azzali cerca solo un pretesto per ottenere la separazione e stare con l'amante: Osvaldo però ricatta sia il medico sia la moglie e riesce a introdursi nell'alta società. Qui incontra Liliana, una sua ex-amante che ha sposato un ricco industriale. Liliana, che è ancora innamorata di lui, gli offre un lavoro onesto ma Osvaldo rifiuta e le ruba una collana: la colpa va alla domestica Cesarina che viene così licenziata
Liliana, che immagina come sono andati i fatti, trova un altro lavoro per Cesarina, ma avviene nuovamente un furto e la cameriera è denunciata e arrestata: non reggendo alla vergogna, si uccide dandosi fuoco alle vesti. Liliana però non si rassegna e compie una piccola indagine, scoprendo che la colpevole è Lilla Possenti, anch'essa ricattata dal perfido Osvaldo. Liliana si rivolge alla polizia, ma l'ambiente in cui si è svolto lo scandalo fa sì che tutto stia per essere affossato. Allora prende un revolver e, quando Osvaldo esce dal commissariato, lo uccide con una raffica di colpi.
Il film stupisce molti critici, abituati a ritenere Steno e Monicelli registi di farse e di film rivistaioli: il paragone in questo caso è invece Antonioni, anche se il film possiede una carica sanguigna e popolare che lo rende più simile alla tradizione del film medio italiano (dove una buona fiction è sorretta da introspezioni psicologiche e da caratteri squadrati) che non alla società borghese attraversata da incomunicabilità sociale e da alienazione personale piuttosto che da passioni e sentimenti. Anzi, la difficoltà maggiore per Monicelli è proprio la scelta di attori di richiamo ma adatti anche a ruoli che popolari non dovevano essere: per controbilanciare Pierre Cressoy, la Lollobrigida e la Ferrero, Monicelli affida il ruolo di protagonista a May Britt, una fotografa svedese scoperta da Soldati quando girava per Ponti alcuni film salgariani. La Britt sostenne a meraviglia il ruolo della signora borghese piena di rimorsi, anche se ebbe problemi per girare la sequenza finale: lei che odiava la violenza trovava difficile persino sparare con una pistola a salve. (…)
Stefano Della Casa, Mario Monicelli, Il Castoro Cinema, 7-8/1986

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Monicelli Steno
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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