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Moro no Brasil - Moro no Brasil


Regia:Le Guay Philippe

Cast e credits:

Soggetto: Mika Kaurismäki; sceneggiatura: Mika Kaurismäki, George Moura; montaggio: Karen Harley; fotografia: Jacques Cheuiche; interpreti: Afoxe' Alafin Oyo, Afoxe' Oxum Panda', Walter Alfaiate, Band Fulni-O, Banda De Pifanos De Caruaru, Caju And Castanha, Cambina Brasileira, Children Fulni-O, Tavares Da Gaita, Joao Do Pifano, Funk 'N Lata, Grupo Cultural Baguncaco, Grupo Fethxa, Grupo Fleetwtxya, Velha Guarda Da Mangueira, Seu Jorge, Mika Kaurismäki, Darue Malungo, Maracatus Rurais De Pernambuco, Ivo Meirelles, Margareth Menezes, Maje Mole, Ze' Neguinho Do Coco, Antonio Nobrega, Gabriel Nobrega, Silverio Pessoa, Quincas, Mestre Salustiano, Setka, Jacinto Silva, Dona Zelia, Zenith; produzione: Marianna Films, Arte, Magnatel Tv, Lichtblick Flim-Und Fernsehproduktion, Tv Cultura, Yle Tv1; distribuzione: Sharada; origine: Brasile, Finlandia, Germania, 2002; durata: 105.


Trama:Un viaggio musicale attraverso il Brasile in compagnia del regista Mika Kaurismäki. 4000 kilometri per scoprire la cultura popolare e locale dle paese. L'incontro con musicisti, cantanti, danzatori e gente comune che si raccontano attraverso i ritmi e le parole delle canzoni.

Critica (1):Realizzato nel 2002, arriva in Italia questo road-movie di oltre 4.000 chilometri firmato dal finlandese Mika Kaurismäki. Il regista - fratello di Aki di cui ricordiamo il piccolo capolavoro L'uomo senza passato -, si cimenta in un viaggio all'interno delle tradizioni musicali del Brasile. Un percorso etnoculturale tra i vari stili che hanno reso la musica di questo Paese tra le più conosciute e le più apprezzate nel mondo.
Alla base di questo bel documentario c'è il concetto che la musica è parte irrinunciabile dell'essere umano e come tale è di tutti, quale vero ed unico linguaggio universale. Ma la musica è anche il DNA di una nazione e di un popolo. Quella brasiliana è una musica giocosa e triste al tempo stesso.
Capace di mostrare al mondo l'allegria di un popolo ma anche testimonianza di secoli di colonizzazioni e sottomissioni. Magica risultanza di quel sincretismo fra diverse culture e religioni, la musica del Brasile ha le qualità per raggiungere il cuore di chiunque, anche se lontano migliaia di chilometri, anche se distante per cultura ed estrazione geopolitica. Tutto ciò affiora molto bene in quest'opera di Kaurismäki (anche autore di lungometraggi sin dalla metà degli anni ottanta tra i quali il ganster-movie Rosso - 1985 - e Napoli - Berlino un taxi nella notte - 1987 , che sappiamo amare questo Paese che ha in pratica adottato come sua seconda Patria.
Il viaggio si snoda tra Pernambuco, Bahia, Rio de Janeiro, dove possiamo apprezzare i più diversi generi: non solo il samba ma anche l'embolada e il forrò, il frevo e il maracutu. Fra i molteplici interpreti si ascoltano il Grupo Fleetwtxya Tavares da Gaita, Children Fulni, Grupo Fethxa, Band Fulni.
Un film per chi è innamorato di questo grande Paese che è il Brasile.
Daniele Sesti, FilmUP

Critica (2):Il viaggio di Mika parte da un paese che si intuisce essere nel nord d’Europa. Ci racconta subito della sua passione per la samba e per i ritmi del Brasile. È lì che è diretto, in cerca delle tracce di un universo culturale e musicale, che è in tutto il mondo e che in pochi conoscono. Attraverso incontri, interviste e concerti, Mika ricostruisce una storia musicale e umana.
Il film documentario di Mika Kaurismäki, fratello del più celebre regista Aki, è un omaggio commovente e sentito ad una terra troppo spesso identificata con banali luoghi comuni. Il tortuoso viaggio on the road del regista si snoda attraverso le terre dove è nata e cresciuta la musica brasiliana. Kaurismäki parte dalla sua fredda Finlandia ed arriva alle calde e colorate zone del Pernambuco, Bahia, Rio de Janeiro, per citarne solo alcune. La straordinaria capacità di questa pellicola sta nel penetrare all’interno della società brasiliana, sgranandone difetti e pregi, indugiando sulle realtà più scomode, ma riuscendo a rendere ragione della convivenza tra gioia e dolore, ricchezza e povertà, religiosità e misticismo, politica e individuo. Tutti questi elementi convivono in Brasile senza soluzione di continuità, così come i vari generi musicali coesistono e danno vita a nuove forme e ritmi innovativi.
Questo viaggio attraverso la musica svela interessanti misture di suoni e suggestioni, rievoca il primordiale senza dimenticare la cultura. Fra gli interpreti musicali che compaiono nel film il Grupo Fleetwtxya Tavares da Gaita, Children Fulni, Grupo Fethxa, Band Fulni.
Ma il documentario di Kaurismäki è anche qualcosa di più. Il percorso musicale è fatto di facce scavate dal tempo, voci e dialetti, che anche all’ascoltatore digiuno della lingua autoctona risultano dissimili e mutevoli, di terre bruciate dal clima e vessate dalla presenza dell’uomo, di costumi etnici dai colori simbolici, di riti e cerimonie, di povertà assoluta e della speranza di una vita migliore. Raramente un film è riuscito a donare in modo autentico le sfumature di un paese controverso e difficile come il Brasile. Una pellicola adatta a tutti coloro che amano questa terra, a chi l’ha visitata e ne è rimasto toccato, ma anche a chi non sa nulla di più di ciò che le immagini del grande calcio brasiliano, del carnevale e delle tristemente note favelas hanno portato in giro per il mondo.
Danila Filippine,Tempi moderni

Critica (3):

Critica (4):
Le Guay
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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