Best Director
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Regia: | Zhang Xian |
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Cast e credits: |
Regia e sceneggiatura: Zhang Xian; interpreti: Chuyi Jiang, Jingcheng Jin, Shaolong Wang, Huiqin Yang; montaggio: Yingkai Wu; fotografia: Zhao Quanlong; produzione: Beijing Everlasting Friendship Culture Media Co., Ltd.; distribuzione: Parallax Movies; origine: Cina 2019; durata: 93’. |
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Trama: | Zhang e Shanni sono una giovane coppia di successo di Pechino. Zhang è un regista di una certa fama il cui film ha vinto un premio all’estero. Shanni è una fotografa di moda del Guangdong. I due giovani avevano programmato di sposarsi rapidamente e iniziare il viaggio di nozze ma i loro genitori si oppongono e li costringono ad affrontare un matrimonio tradizionale nella città natale di Zhang, Shanxi. Durante la preparazione del matrimonio gli abitanti della cittadina cercano di avvicinare Zhang per sfruttare in ogni modo la sua fama mentre insanabili contrasti affliggono le due famiglie riguardo le differenze culturali del nord e del sud della Cina. Quello che avrebbe dovuto essere un lieto evento si trasforma rapidamente in una farsa assurda. |
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Critica (1): | Zhang (probabile alter-ego/pseudonimo del regista del film) è un giovane regista emergente in viaggio verso una piccola cittadina di provincia, dove vive la sua famiglia, per comunicargli l’intenzione di sposarsi con la fidanzata Shanni. Fin da subito i due si rivolgono ai familiari con l’idea di celebrare il matrimonio in modo discreto e senza fronzoli, una cerimonia sobria, modesta, tra parenti stretti e alcuni amici intimi, ma la loro intenzione non si risolverà così facilmente. I genitori di Zhang iniziano a dibattere e controbattere su ogni cosa, a cominciare dalla data del giorno fatidico, che deve seguire, secondo la madre superstiziosa, le indicazioni della numerologia - un fattore che deve misurarsi con l’occorrenza della prenotazione del locale. Quando anche la famiglia della compagna si unisce ai preparativi, entrambe le parti avanzano le proprie richieste e aspettative, soprattutto sul lato economico (tra schermaglie e stereotipi immodesti del tipo: "pensavamo che la gente del nord / sud fosse più generosa") e poco a poco, quella che dovrebbe essere un’occasione celebrativa si evolve in una mediazione continua e frustrante. I due sposi, inizialmente determinati a fare le cose a modo loro, alla fine si arrendono alle velleità e alle pressioni sempre più ostinate dei parenti, fino a un episodio plateale e sconveniente (per sfatare/onorare una vecchia usanza scaramantica) che dimostra la congenialità con cui il cinema orientale “non le manda mai a dire” contro il tradizionalismo becero. Come se non bastasse, si aggiunge a questo quadro problematico la presenza della ex-fidanzata di Zhang tra gli invitati.Premio del pubblico al Pingyao International Film Festival, Best Director è la parabola di un matrimonio anti-convenzionale secondo i dettami della società cinese di provincia. Il film si sviluppa brillantemente come satira socio-culturale sull’ortodossia del cerimoniale in un contesto ormai moderno, mettendo in evidenza l’insensatezza di certe pretese e inscenando le dispute per attenersi agli usi e ai costumi nuziali più antiquati, febbrili e invadenti, e finisce poi per ragionare sulle contraddizioni di un paese in cui il matrimonio viene ancora percepito come un ‘accordo’ tra le rispettive famiglie degli sposi/contraenti, il tutto legato a doppio filo con un certo tenore di vita e con le apparenze da salvare. Una commedia d’esordio variegata, che mette alla prova la sensibilità del pubblico con il sarcasmo pungente e dissacrante del cinema orientale, contrapposto ai canoni del ‘feel-good movie’ un po’ buonista a cui siamo avvezzi.A livello estetico, il bianco e nero si rifà a Hong Sang-soo (verosimilmente a una buona parte delle recenti produzioni indie che hanno trovato nel B/N una loro cifra stilistica particolare) e ricorda appunto alcuni exploit del regista sudcoreano anche per la scelta della figura del filmmaker alle prese con i problemi apparentemente irrilevanti della vita quotidiana sul profilo familiare e personale.
Luca Capuano |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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