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Dancing with Maria


Regia:Gergolet Ivan

Cast e credits:
Sceneggiatura: Ivan Gergolet; fotografia: Ivan Gergolet, David Rubio; musiche: Luca Ciut; montaggio: Natalie Cristiani; suono: Havir Gergolet, Francesco Morosini; interpreti: Maria Fux, Martina Serban, María José Vexenat, Marcos Ruiz, Macarena Battista, Diana Martínez; produzione: Transmedia, in coproduzione con Imaginada Films-Staragara; distribuzione: Exit Media; origine: Italia-Argentina-Slovenia, 2014; durata: 75’.

Trama:Buenos Aires. Nel suo studio, l'anziana danzatrice argentina Maria Fux accoglie ballerini di qualsiasi estrazione sociale, ma anche persone con handicap fisici e sociali, formando gruppi di danza congiunti. A Maria rimane solo un'ultima allieva, la più difficile. Se stessa. Attraverso il suo metodo, basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica, la danzatrice, all'età di 90 anni, dovrà combattere l'ultima battaglia contro i limiti del proprio corpo.

Critica (1):La Maria del titolo è Maria Fux, una danzatrice argentina oggi ultra novantenne, che dopo molti successi nei più prestigiosi teatri del mondo, tornata a Buenos Aires insegna adesso nella sua stessa casa principalmente a non vedenti, a non udenti e ad affetti dalla sindrome di down, a trovare in se stessi il ritmo della musica per riuscire ad alleviare, con quello, le loro patologie.
I suoi metodi, molto apprezzati da medici e psicologi, dall'89 ha potuto ricorrervi anche qui da noi dove ha fondato a Firenze il Centro Toscano di Formazione in Danzoterapia, mentre in Argentina un'imponente cerimonia è stata, nel 2002, insignita del titolo di «Cittadina illustre di Buenos Aires».
Di fronte a una persona di così grande valore il cinema non poteva restare indifferente e difatti, con capitali argentini e sloveni, ci ha pensato il regista sloveno Ivan Gergolet con il film Dancing with Maria che esce oggi nelle nostre sale.
La vita e l'arte di Maria – a parte un commento parlato molto illustrativo e una pagina breve di repertorio per mostrarcela mentre danzava da giovane – sono annunciate solo in tempo presente, con le sue lezioni ai suoi allievi, maschi e femmine, sempre pronti a dimostrarle affetto e riconoscenza. La sua terapia è lei che la spiega agli allievi o, meglio, ai «pazienti» che la circondano dalla mattina alla sera. A parte però quelle sue parole quasi ispirate sui «ritmi interni» che tutti li sono consigliati a ricercare, non c'è molto nel film che chiarisca quella terapia nei suoi effetti ritenuti da molti particolarmente efficaci, tuttavia la lacuna e il modesto impegno cinematografico sono in parte riscattati dalla presenza continua di Maria Fux di fronte alla macchina da presa. È bello vedere quella ultranovantenne (è nata nel '22) accennare ad ogni momento dei meditati passi di danza, chiusa in abiti dai colori tenui da cui emergono con movimento costante, delle braccia che riescono a non denunciare sulla pelle il passare degli anni mentre il viso di donna e comunque anziana sciorina ad ogni svolta candidi sorrisi rivelatori della sua grande luce interiore.
Per applaudire il film, così, basta vedere quella bella persona diventare «Personaggio» a sua insaputa.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 2/3/2015

Critica (2):«Devo ringraziare la vita: nonostante mi abbia sempre sottoposta ad una costante e difficile lotta, tuttavia mi ha introdotta nel meraviglioso mondo della danza che è, in essenza, l'incontro di un essere con gli altri»: così si presenta Maria F ux (classe 1922), coreografa e danzatrice argentina che ha dedicato la sua vita di grande esperienza artistica e pedagogica al lavoro di formazione alla danzaterapia in vari Paesi dell'America e dell'Europa, praticando e insegnando il suo metodo per il recupero psicofisico attraverso il movimento creativo in diverse situazioni di handicap.
Se le si chiede: la danza terapia che cosa è? Rsponde: «Vieni a danzare». Il regista entra quindi in punta di piedi nel centro di Maria Fux, la osserva mentre prende contatto con gli allievi, la ascolta mentre, muovendosi tra loro, li invita ad ascoltare il ritmo della musica, ad accordarlo con il proprio ritmo interiore, a trasformarlo in emozione. Non è facile «descrivere» il lavoro di Maria, perché è frutto di un combinato disposto di carisma personale, esperienza, preparazione, capacità di trasmettere emozioni che si trasformano in sensazioni assimilabili dagli allievi. Per provare a capirne di più ne abbiamo parlato con María JoséVexenat, sua discepola fin da bambina, e destinata ad assumerne l'eredità.
María José Vexenat ha conosciuto Maria Fux a 9 anni: «Mi ha portato mia mamma – racconta –: sono entrata per la primavolta nel Centro creativo di danzaterapia e mai avrei pensato che la mia vita sarebbe cambiata. Ho scoperto un modo diverso di guardare il mondo, di guardare la vita. Perché la danza e lavita stanno insieme. Maria ha un modo proprio di insegnare, ci ha fatto scoprire la musica, i colori, per me bambina è stato un impatto molto forte».
«Quando ho compiuto 15 anni Maria mi ha affidato la prima classe come insegnante –continua MaríaJosé Vexenat –. Il suo metodo di danzaterapia aiuta la persona non solo a cercare, ma a trovare il proprio limite; non è solo danzare per la libertà, ma trovare le nostre possibilità». Ed è un metodo efficace: «Una mia allieva con sindrome di Down – racconta Vexenat – è diventata insegnante».
Quanto al film «tutto quello che racconta è vero, è uno sguardo su un momento della vita di Maria a 93 anni e di come siamo legati a una persona con una creatività e una capacità incredibile, attraverso la danza, di cambiare lepersone. É uncuore che danza e fa danzare. Anche chi non può muoversi», conclude Vexenat.
Andrea Frambrosi, L’Eco di Bergamo, 18/3/2015

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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