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Piccoli equivoci - Piccoli equivoci


Regia:Tognazzi Ricky

Cast e credits:
Sceneggiatura: Claudio Bigagli, Ruggero Maccari, Simona Izzo, dalla commedia omonima di Claudio Bigagli; fotografia Alessio Gelsini; musica: Enzo e Paolo Jannacci; montaggio: Carla Simoncelli; scenografia: Mariangela Capuano; suono: Remo Ugolinelli; interpreti: Sergio Castellitto (Paolo), Lina Sastri (Francesca) Nancy Brilli (Sophie), Roberto Citran (Giuliano), Nicola Pistoia (Enrico), Pini Quartullo (Piero); produzione: Frani Committeri, Massfilm; distribuzione: UIP durata: 87; origine: Italia, 1989.

Trama:Un appartamento romano con giardino, e sei personaggi in scena, tutti attori: Paolo giovane attore di discreto talento; Francesca ex compagna di Paolo proprietaria dell'appartamento; Enrico e Giuliano entrambi in crisi il primo perch non lavora da mesi il secondo perchè convinca che Sophie, la sua ragazza, lo tradisca; infine Giuliano che bazz<ica per l'appartamento come se fosse casa sua. Una cena finale fatta di equivoci e chiarificazioni...

Critica (1):Riccardo "Ricky" Tognazzi, classe 1955 figlio di tanto Ugo, ha fatto la gavetta come assistente di Avati, Loy, Comencini, Brass, Vicario, Ponzi, Leone oltrechè del padre prima dell'esordio, sia pure sul piccoli schermo, con Fernanda, telefilm della serie Piazza Navona, prodotta da Ettore Scola. Per il suo primo lungometraggio, Tognazzi jr., che è stato anche elegante caratteristi si è affidato a una commedia dell'attore Claudio Bigagli presentata con un certo successo sulle nostre piazze. La pièce mete in scena, con garbo ma non senza prevedibilità, l'intreccio tra dimensione privata e professionale di un gruppo di attori più o meno scalcinati, da un lato afflitti dall'abituale ciarpame guittesco di ambizioni e frustrazioni, dall'altro soliti applicare con smaliziata cialtroneria le tecniche di recitazione anche fuori dal palcoscenico. Seguendo le indicazioni di Bigagli, così Tognazzi jr. sintetizza i loro caratteri: 'Paolo dice quello che pensa - Sophie non pensa a quello che dice - Enrico dice quello che pensano gli altri - Francesca pensa e non dice - Piero non pensa - Giuliano dice, dice, dice... ". Date le premesse, il taglio avrebbe potuto oscillare tra Feydeau e Pirandello o, rimanendo in campo cinematografico, tra una ronde cinico-romantica alla Ophuls e un jeu de massacre alla Mankiewicz. L'ottica scelta dal regista è sostanzialmente tenera, bagliori di crudeltà e screziature di sarcasmo non precludono la comprensione. Eppure, da Piccoli equivoci trasuda un'angoscia diffusa, un malessere che, a dispetto dello spazio circoscritto del kammerspiel, riesce ad essere generazionale. E' soprattutto il ricco e sfaccettato personaggio di Paolo un nevrotico che pure sa vedere con chiarezza tra le spirali dell'ossessione, ad incarnarla e ad esserne interprete. Moretti ne avrebbe fatto un testimone estremo, un "casto folle" la cui irredimibile diversità avrebbe funzionato come paradigma morale. Tognazzi jr. si arresta sulla soglia di una malinconica distanza, di una ironica levità, di una quasi complice sospensione di giudizio. In questa dimensione agrodolce, Piccoli equivoci ha una sua indubbia, accattivante compattezza, anche se la regia risolve spesso in maniera piuttosto sbrigativa il rapporto con il testo teatrale, limitandosi a sveltirne la staticità con sinuose carrellate o opportuni stacchi di montaggio. C'è comunque - e fa piacere notarlo - una pacata omogeneità di tono, segno di una costruzione accurata e sensibile, infine, di una sicura professionalità. La ritroviamo nel lavoro degli attori, una compagnia bene assortita come da tempo non ci accadeva di vedere in film di giovani autori italiani, nell'ambito della quale va segnalato il sempre più bravo Sergio Castellitto, che a un volto unico per intensità stralunata aggiunge un'ampia gamma espressiva gestita con notevole misura e dosaggio delle sfumature, con un cenno per Roberto Citran, che vedremo tra poco nell'attesissimo Il prete bello, che Carlo Mazzacurati ha tratto dal romanzo di Parise.
Per noi, comunque, Piccoli equivoci è soprattutto l'ultimo film del caro, indimenticabile Ruggero Maccari, recentemente scomparso, uno degli sceneggiatori che hanno fatto grande il cinema italiano, che ha voluto significativamente chiudere lasciando a un esordiente il suo patrimonio di idee, professionalità, esperienza e modestia.
Paolo Vecchi, Cineforum n. 285, giugno 1989

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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