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Segunda piel - Segunda pie


Regia:Vera Gerardo

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Angeles Gonzalez Sinde; fotografia: Julio Madurga; montaggio: Nicholas Wentworth; musica: Roque Banos; costumi: Macarena Soto; suono: Antonio Rodriguez; interpreti: Javier Bardem (Diego), Jordi Mollà (Alberto Garcia), Ariadna Gil (Elena) Cecilia Roth (Eva); produzione: Andrès Vicente Gomez per Lolafilms; distribuzione: Keyfilms; origine: Spagna, 2000; durata: 106'

Trama:Il matrimonio di Elena con Alberto è in crisi e un figlio molto amato da entrambi non basta a tenerlo insieme. Ma quando Elena scopre che la sua rivale è un uomo, la donna subisce un colpo doppio. Alberto, ingegnere aeronautico, ha una storia d'amore con Diego, un chirurgo.

Critica (1):La ricevuta di un hotel, dimenticata in una giacca, un telefonino col suo carico di messaggi in segreteria lasciato incustodito, sono tessere di un puzzle del tradimento che Elena non fatica a mettere insieme. ll suo matrimonio con Alberto è in crisi e un figlio molto amato da entrambi non basta a tenerlo insieme. Ma quando Elena scopre che la sua rivale è un uomo, la donna subisce un colpo doppio. Alberto, ingegnere aeronautico, ha una storia d’amore con Diego, un chirurgo stimato, ma ama anche la moglie e, pur di non scegliere, costruisce attorno a sé un insostenibile mondo di bugie senza futuro. “Segunda Piel” è un film che trasmette il dolore di un uomo fragile, che non riesce a tenere insieme sentimenti ed emozioni contrastanti. Con quella faccia un po’ così, Javier Bardem sembra l’attore preferito dai registi per ruoli omosessuali e conferma in pieno il merito della Coppa Volpi, ma anche il resto del cast (Jordi Mollà, Ariadna Gil e Cecilia Roth), contribuisce a fare della storia una sentita incursione nel delicato mondo dell’amore. Unico appunto per il regista e la sua messa in scena “laccata”.
Fabrizio Liberti, Film TV (11/10/2000)

Critica (2):Un tempo gli attori stavano attentissimi a non gettare ombre o sospetti ambigui sulla propria immagine virile. Ora - consideriamolo un buon segno dell’apertura dei tempi - il vigoroso, testosteronico Javier Bardem ha appena finito di incarnare in “Prima che scenda la notte” il poeta omosessuale cubano Reynaldo Arena, che lo ritroviamo in Segunda Piel, dello spagnolo Gerardo Vera, nei panni di un medico gay molto innamorato di un ingegnere aeronautico (Jordi Molla): grande passione. Peccato che quest’ultimo sia sposato con una donna carinissima (Ariadna Gil) e abbia un carinissimo bambino, e che l’ingegnere non sappia bene da che parte stare quando la cara consorte lo mette di fronte alle sue bugie (a proposito, attenti a non dimenticare nelle tasche della giacca il conto degli alberghi compiacenti). Il lancio pubblicitario del film annuncia: cosa fareste se scopriste che vostro marito vi tradisce... con un altro uomo? La risposta del film è: nulla di speciale. Gerardo Vera non è, purtroppo, Almodovar, e Segunda Piel (la prima pelle, quella dell’apparenza, la seconda quella della segreta identità erotica dei personaggi) resta un dramma dell’adulterio borghese. Tanto che se al posto del prestante Bardem ci fosse una signora, le cose, le situazioni, le reazioni in questo triangolo non sarebbero diverse. Potrebbe sembrare un approccio originale e spregiudicato al problema, preludere a qualche conclusione inedita. Invece è solo un bizzarro déjà vu: elegante, patinato, hard in misura giusta, Segunda Piel, senza mai indagare la “differenza” della ferita inferta con l’adulterio omosessuale, trascina con discrezione noiosa le pene d’amor perdute dei matrimoni annoiati, delle gelosie, delle separazioni, delle ripicche, dei ritorni a casa, dei fiori momentanei, del disordine amoroso, fino a un finale drammatico ampiamente annunciato. A compensarci della prevedibilità ci fa reincontrare, tra il bravo e un po’ troppo civettuolo Bardem e il fosco Jordi Molla, la faccia speciale di Ariadna Gil, che fa ombra per bravura e per grazia anche a Cecilia Roth, la bravissima protagonista di “Tutto su mia madre”. Qui, nel ruolo di Eva l’amarognola, dura amica di Bardem, è solo una qualsiasi brava attrice bionda. (Ma nel film c’è anche una delle più belle battute recenti: quando un’annunciatrice televisiva, elencando i grandi “mostri” del XX secolo, dopo quello di Lochness cita la cellulite...).
Irene Bignardi, la Repubblica, 1/10/2000

Critica (3):

Critica (4):
Gerardo Vera
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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