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Concorso (Il) - Misbehaviour


Regia:Lowthorpe Philippa

Cast e credits:
Soggetto: Rebecca Frayn; sceneggiatura: Rebecca Frayn, Gaby Chiappe; fotografia: Zac Nicholson; musiche: Dickon Hinchliffe; montaggio: Úna Ní Dhonghaíle; scenografia: Cristina Casali; costumi: Charlotte Walter; effetti: Union Visual Effects; interpreti: Keira Knightley (Sally Alexander), Gugu Mbatha-Raw (Jennifer Hosten - Miss Grenada), Jessie Buckley (Jo Robinson), Keeley Hawes -(Julia Morley), Phyllis Logan (Evelyn Alexander), Lesley Manville (Dolores Hope), Rhys Ifans (Eric Morley), Greg Kinnear (Bob Hope), John Hefferman (Gareth), Suki Waterhouse (Sandra Anne Wolsfeld - Miss Stati Uniti), Clara Rosager (Maj Christel Johansson - Miss Svezia), Loreece Harrison (Pearl Jansen - Miss Africa del Sud), Emma Corrin (Jillian Jessup - Miss Sud Africa); produzione: Left Bank Pictures-Pathé-Bbc Films; distribuzione: Bim; origine: Francia-Gran Bretagna, 2020; durata: 102'.

Trama:Nel 1970, a Londra, ebbe luogo il concorso di Miss Mondo, presentato dal leggendario attore comico Bob Hope. All'epoca, la selezione di Miss Mondo era il programma televisivo più seguito al mondo, con oltre cento milioni di spettatori. Sostenendo che i concorsi di bellezza fossero degradanti per le donne, il neonato Movimento di Liberazione delle Donne britannico divenne famoso da un giorno all'altro facendo irruzione sul palcoscenico e interrompendo la diretta in mondovisione della gara. Ma non fu l'unico scandalo della serata: quando il collegamento della trasmissione fu ripristinato, a conquistarsi il titolo non fu la favorita contendente svedese, bensì Miss Grenada, la prima donna nera ad essere incoronata Miss Mondo. Nel giro di poche ore, il pubblico televisivo del globo terrestre aveva assistito allo spodestamento del patriarcato dalla ribalta e al sovvertimento dell'ideale occidentale di bellezza femminile.

Critica (1):(...) Siamo a Londra nel 1970, anno in cui si svolse il concorso di Miss Mondo, che vide tra i presentatori anche Bob Hope. L'attivista per i diritti delle donne Sally Alexander si trova coinvolta nel circo mediatico scatenato dalla competizione, che la stessa Sally disapprova e che decide quindi di osteggiare attraverso manifestazioni di dissenso e proteste di vario genere. L’intero Women’s Liberation Movement boicotta la finale del concorso per opporsi a un evento (e a un sistema) che vede la donna come un semplice oggetto, arrivando a umiliare Bob Hope e diventando l’esempio per tante altre donne che trovano il coraggio di scendere nelle strade per protestare.
È effettivamente un’importante vicenda storica quella raccontata da Philippa Lowthorpe, regista che ha lavorato spesso per la televisione dirigendo anche alcuni episodi di The Crown; un momento chiave nella storia del movimento femminista che il film contribuisci a far conoscere. (...) Ciò che colpisce è lo scontro/incontro tra le femministe e le modelle che partecipano al concorso, le motivazioni di ciascuna e la forza anche politica di toccare temi razziali efficacemente collegati a quelli dei diritti delle donne. (...)
Non ci si dimentica, invece, del fatto che il film nasce da un fatto di cronaca. Lo ricordano le immagini delle interpreti accostate alle vere donne che combatterono la battaglia raccontata e la riprese di molte fotografie d’epoca o di filmati di repertorio, che ricordano in ogni istante che, sì, in effetti stiamo assistendo a una storia vera…
Amndrea Chimento, cineforum.it, 23/12/2020

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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