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Hollywood Party - Party (The)


Regia:Edwards Blake

Cast e credits:
Sceneggiatura: Blake Edwards, Toni Waldman, Frank Waldman da un soggetto di Blake Edwards; fotografia: (Panavision/De Luxe Color): Lucien Ballard; montaggio: Ralph Winters; scenografia: Fernando Carrère; musica: Henry Mancini; interpreti: Peter Sellers (Hrundi V. Bakshi), Claudine Longet (Michèle Monet), Steve Franken (Levinson), J. Edward McKinley (il generale Fred Clutterbuck), Fay Mc Kenzie (Alice Clutterbuck); produzione: Blake Edwards per Mirish-Geoffrey Production/United Artists; origine: USA, 1968; durata: 98'.

Trama:Allontanato dalla lavorazione de Il figlio di Gunga Din per aver distrutto un set costosissimo, l'attore indiano Hrundi V Bakshi viene per errore invitato a un party offerto dal produttore del film, il generale Clutterbuck che invece vorrebbe bandirlo da Hollywood. Bakshi, maldestro e ingenuo, appena arrivato al party comincia a fare inavvertitamente dei disastri. Nel frattempo fa amicizia con Michèle Monet, una graziosa attrice francese in cerca di lavoro, che è arrivata al party insieme a un produttore volgare e insistente La serata finisce nel caos più completo tra mille vicissitudini e il mattino dopo, a festa conclusa, Bakshi e Michèle se ne vanno via insieme.

Critica (1):Blake Edwards è uno dei registi americani intorno ai quali è fiorito lo speciale culto dei critici francesi. Dai Cahiers du Cinéma la moda di Edwards si è trasferita anche in certi nostri giri intellettuali: strano fenomeno per un cineasta che ha fatto tutta la sua carriera all'ombra della produzione commerciale, prima come collaboratore di Richard Quine, poi come allestitore in proprio di commedie leggere. Non si può dire che la sua firma sia sempre garanzia di alta qualità, ma quando azzecca il tono giusto Blake Edwards giustifica gli aggettivi dei suoi estimatori. Hrundi è un indonesiano chiamato a Hollywood per impersonare una specie di Gunga Din in un colosso kiplinghiano. Timido, gentile, impacciato nei rapporti con la gente, crea subito un disastro irreparabile sul set della battaglia. Messo in nota per una punizione, si vede invece recapitare un invito a casa del produttore dove c'è un party elegante. È facile immaginare che cosa diventa questa riunione al contatto di un tipo come Hrundi: ma non è facile portare in fondo un film a base di trovate umoristiche che si rifanno ai modelli classici della farsa cinematografica. Blake Edwards ci riesce con una strabiliante tenuta di ritmo, giocando sugli effetti più semplici, e soprattutto mettendo in risalto la recitazione irresistibile di Sellers. Da anni non si vedeva un film comico in cui lievitasse tanta felice irresponsabilità. Forse c'è anche un discorso serio dietro l'eroe del Terzo Mondo che mette in crisi con la sua sola presenza la società del benessere: però Hollywood Party non svela intenzioni didattiche né moralistiche, vuol far ridere e basta.
Tullio Kezich (1969), Il Millefilm, Edizioni Il Formichiere.

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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