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Strategia della lumaca (La) - Estrategia del caracol (La)


Regia:Cabrera Sergio

Cast e credits:
Soggetto: Sergio Cabrera, Humberto Dorado, Ramon Jimeno; sceneggiatura: Sergio Cabrera, Humberto Dorado, Ramon Jimeno; fotografia: Carlos Congote; musiche: Germán Arrieta montaggio: Manuel Navia, Nicholas Wentworth; scenografia: Enrique Linero; costumi: Laura Valencia; interpreti: Gustavo Angarita (Padre Luis), Salvatore Basile (Matatigres), Fausto Cabrera (Giacinto), Sain Castro (Giusto), Luis Chiappe (Diogene), Ulises Colmenares (Archimede), Yesid Ferrara (Victor Honorio), Vicky Hernández (Zorro), Marcela Gallego (Diaz), Florina Lemaitre (Donna Trinidad), Ángelo Javier Lozano (Donna Eulalia), Ernesto Malbrán (Gabriel/Gabriella), Fernando Luis Montoya (Lazzaro), Fernando Luis Munera (Doctor Holguin), Rodrigo Obregon (Hermes), Carlos Vives (Romero); produzione: Sergio Cobrera - Caracol Television Bogotà; distribuzione: Ventana; origine: Usa, 1993; durata: 110’.

Trama:Il film racconta la storia di un gruppo di inquilini di un caseggiato di Bogotà, costretti ad affrontare lo sfratto causato dal processo di rinnovamento che investe la città. Assistiti da Romero, studente di legge, riescono ad evitare varie volte lo sfratto, ma arriva il momento in cui il giudice comunica che hanno dieci giorni per sgombrare le case. Non si può adottare la soluzione "politica" di resistere con ogni mezzo, è necessario trovare un'altra soluzione. Sarà Giacinto a proporre un'ingegnosa e originale alternativa: la strategia della lumaca. I giorni passano e come una bestia affamata il padrone di casa e il suo avvocato ricorrono ad ogni mezzo per accelerare lo sfratto. Spinti dalla volontà di mantenere la propria dignità, gli inquilini riescono a escogitare una serie di ingegnosi espedienti, ritrovano una solidarietà insperata. Tutti capiscono che devono superare le proprie possibilità e prendere una decisione: impegnarsi per raggiungere il loro scopo. Ci riusciranno scegliendo una strada che privilegia la creatività e la solidarietà.

Critica (1):In Italia quello degli sfratti è un tema incandescente perché tutti, inquilini e proprietari, si sentono vittime di una giustizia ingiusta, e magari non a torto. In questa luce potrebbe suscitare qualche reazione ostile La strategia della lumaca che narra la beffa giocata ai danni di un ricchissimo speculatore da un condominio di poveri diavoli. Ma in realtà il film di Sergio Cabrera, colombiano del 1950 trasferitosi a 11 anni nella Cina di Mao al seguito del padre teatrante e marxista, prende spunto da uno sfratto per imbastire un piccolo apologo che esalta la fantasia e la solidarietà come strumenti di lotta politica; e in un tono popolare e favolistico che rimanda più a Miracolo a Milano che al Libretto Rosso.
L’oggetto del contendere è un decadente palazzo nel centro di Bogotà, abitato da una popolazione pittoresca e interclassista e rivendicato da un proprietario prepotente. Per resistergli si coalizzano l’amabile Romero, un quasi avvocato (da troppo tempo gli manca solo la tesi) che vorrebbe combattere a colpi di cavilli legali, e il carismatico Giacinto, anziano rivoluzionario spagnolo che inventa la strategia di svuotare l’edificio dall’interno tramite un rudimentale sistema di carrucole, facendo trovare al padrone di casa solo la facciata di cartone dipinto. Insieme i due riusciranno a unire nella lotta antisfratto il resto degli inquilini, dalla dedita moglie di un invalido al ladruncolo impenitente, dalla cattolica fervorosa al bel travestito, dalla coppietta innamorata al comunista che vorrebbe sottoporre ogni decisione all’assemblea: il tutto benedetto dalla Madonna, la cui immagine appare miracolosamente su un muro, e da un prete che si attivizza sul fronte dei deboli contro una burocrazia corrotta al servizio del Capitale.
Un po’ macchinoso nel pretesto, non troppo risolto drammaturgicamente e tuttavia simpaticamente recitato, La strategia della lumaca ha soprattutto il pregio di documentare una situazione sociale in un’atmosfera comunicativa di calda umanità.
Alessandra Levantesi, La Stampa, 28/3/2005

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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