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Uomo per tutte le stagioni (Un) - Man for All Seasons (A)

Regia:Fred Zinnemann
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede -Columbia Tristar Home Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Basato sul testo di Robert Oxton Bolt
Sceneggiatura:Robert Bolt
Fotografia:Ted Moore
Musiche:Georges Delerue
Montaggio:Ralph Kemplen
Scenografia:Terry Marsh
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Paul Scofield (Thomas More), Wendy Hiller (Alice More), Leo Mckern (Thomas Cromwell), Robert Shaw (Re Enrico VIII), Orson Welles (Cardinale Wolsey), Colin Blakely (Matthew), Nigel Davenport (Duca Di Norfolk), John Hurt (Richard Rich), Cyril Luckham (Arcivescovo Cranmer), Corin Redgrave (William Roper), Vanessa Redgrave (Anna Bolena), Susannah York (Meg)
Produzione:Fred Zinnemann per la Columbia Pictures
Distribuzione:Columbia – Cineteca del Friuli - Zari
Origine:Gran Bretagna
Anno:1966
Durata:

117’

Trama:

Il re Enrico VIII d'Inghilterra è fermamente deciso a divorziare da Caterina d'Aragona, che non gli ha dato figli, ed a sposare Anna Bolena, di cui è follemente innamorato. Questo disegno è tuttavia ostacolato dalla Chiesa Cattolica, poichè il Papa non è intenzionato in alcun modo a concedere l'annullamento. Un uomo solo, in tutta l'Inghilterra, puo' perorare la causa del re presso il Papa a Roma: sir Thomas More, membro dell'Alto Consiglio della Corona, uomo profondamente religioso, amato e rispettato in tutta Europa, anche in virtu' del suoi studi filosofici. Alla morte del cardinal Wolsey, Thomas More viene nominato cancelliere, ma nè l'elevato grado raggiunto e gli alti onori tributatigli, nè le minacce varranno a far recedere il coraggioso Thomas dalla sua avversione nei riguardi del piano di Enrico VIII. Ed anche di fronte alla morte Thomas More si comporterà con uguale fierezza e dignità.

Critica 1:Come Thomas More (1478-1535), umanista, giurista, cancelliere del regno si rifiutò, fermo nelle sue convinzioni religiose, di avallare il divorzio di Enrico VIII da Caterina d'Aragona e lo scisma anglicano. Fu condannato a morte e decapitato il 7 luglio 1535; fu canonizzato nel 1935 sotto papa Pio XII. E un più che dignitoso esempio di teatro in scatola che un regista galantuomo ha messo in immagini con una cura pari all'adesione appassionata alla tematica del dramma. Cinque premi Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura di Robert Bolt che è anche l'autore del dramma teatrale (1960) , fotografia di Ted Moore, e P. Scofield. O. Welles ha la piccola parte del cardinale Wolsey. (…)
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Tommaso Moro è una fulgida e insigne figura di intellettuale umanista e valido statista, uno dei più famosi del suo tempo, canonizzato nel 1935 da Papa Pio XI insieme al vescovo Giovanni Fisher, che condivise la stessa sorte sul patibolo, dopo che per secoli il suo ricordo venne rimosso dalla Chiesa Anglicana britannica e dalla memoria degli inglesi.
Il film ne esalta la tempra morale e l'austera fermezza, la cristallina coerenza ai propri principi che lo consegna come fulgido esempio agli uomini di tutte le età (di tutte le stagioni, come recita il titolo): Moro affronta con estrema e ammirevole dignità la morte per rimanere fedele a ciò che la propria coscienza gli impone, convinto che esista una legge divina superiore a quella degli uomini e che sia dovere di ogni buon cristiano seguire la prima. Nella sua tragica vicenda si ripropone il conflitto senza tempo tra la libertà dell'individuo (e le scelte che ne derivano) e il potere dello Stato che sovente la conculca.
Di fronte alla solitaria e serena grandezza di Moro si rimpicciolisce ancor di più la meschinità dell'ambiente di corte: il servilismo di Cromwell, l'arrivismo di Richard, la grossolanità del capo dei servi.
La regia si impegna a dotare la rievocazione del martirio di Tommaso Moro di un sontuoso apparato scenografico e ambientale, che esalta la dimensione spettacolare del film con un preziosismo figurativo di smagliante cromatismo e denso di suggestioni pittoriche (del resto la pittura d'epoca risulta l'unica testimonianza iconica del Cinquecento: pensiamo in particolare all'importanza della ritrattistica come riferimento per i costumisti).
La recitazione di impianto marcatamente teatrale (sembra evidente l'influenza della scuola shakespeariana) conferisce ai dialoghi una solennità declamatoria, che attenua l'effetto realistico, ma che rinforza il significato universale del dramma cui stiamo assistendo, e il magniloquente commento musicale contribuisce ulteriormente ad incentivare la sottolineatura enfatica che caratterizza la pellicola.
Accuratezza formale, grandiosità dei toni e grande professionalità attoriale che costituiscono da sempre le due caratteristiche fondamentali e vincenti (a giudicare dagli incassi e dai riconoscimenti ufficiali, tipo Oscar) del Cinema storico di scuola anglosassone.
Autore critica:
Fonte critica:pacioli.net
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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