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Cuore di tuono - Thunderheart

Regia:Michael Apted
Vietato:No
Video:Columbia Tri Star Home Video (Winners)
DVD:
Genere:Poliziesco
Tipologia:Minoranze etniche
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:John Fusco
Sceneggiatura:John Fusco
Fotografia:Roger Deakins
Musiche:James Horner
Montaggio:Ivan Crafford
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Val Kilmer, Sam Shepard, Graham Greene, Sheila Tousey, Fred Ward, John Trudell
Produzione:Robert De Niro, Jane Rosenthal, John Fusco
Distribuzione:Columbia
Origine:Usa
Anno:1992
Durata:

118'

Trama:

Il giovane agente dell'Fbi Ray Levol viene inviato nella Riserva pellerossa nelle Badlands, Sud Dakota. Qui affianca l'esperto collega Frank "Cooch" Coutelle nell'indagine sull'omicidio di un indiano Oglala, Leo Alce Veloce. Le indagini, cui si affiancano, con idee divergenti, l'ufficiale della polizia indigena, Walter Cavallo Esultante, e le forze del presidente tribale filogovernativo Jack Milton, convergono su Jimmy Doppio Sguardo, attivista già nel mirino delle autorità. Col procedere delle indagini Ray, oltre ad avere strane visioni, che sono da collegare al sangue pellerossa che gli scorre nelle vene, incontra un vecchio sioux, Nonno Sam Reaches, e la coraggiosa insegnante ed attivista Maggie Aquila Orsa. Sia lui che la ragazza rischiano di essere assassinati dagli uomini di Milton: Jimmy viene catturato, ma riesce a sfuggire in modo rocambolesco. Pian piano il castello di accuse eretto da Cooch contro Jimmy Doppio Sguardo viene a scricchiolare sia per l'azione di Walter, che insinua molti dubbi sulla liceità delle prove contro l'attivista, fornendone altre a discarico, e anche per le visioni di Ray, che suggeriscono di recarsi alla pianura del Cervo Rosso. Cooch lo ha incaricato di vigilare sul vecchio stregone, convinto che Jimmy si recherà da lui. Così avviene e Frank e Milton arrestano l'uomo. Tutto sembra risolto, ma Ray scopre che un indiano, Falco Giallo, è l'informatore del Governo che è stato pagato per assassinare Leo, e che Frank Coutelle è al corrente del complotto. Recatosi con Walter alla piana del Cervo Rosso, Levoi scopre che Maggie è stata assassinata, e che il territorio è ricco di uranio, ed il fiume è inquinato dalle estrazioni minerarie che, ultimate finirebbero per annientare tutta la popolazione. Tornati, scoprono Falco Giallo assassinato mentre Frank e i complici locali danno loro la caccia: chiusi senza scampo in un canyon, vengono salvati dall'intera tribù, guidata da Sam.

Critica 1:Film che coniuga i ritmi ed i toni del poliziesco con quelli del dramma psicologico, sia per i conflitti genetici e secolari tra bianchi e rossi, sia per la complessità del gioco dei sospetti, dei dubbi che si alternano nella mente del protagonista, da un lato attirato dalla voce del sangue e dall'altro restio a scrollarsi di dosso la civilizzazione che copre il suo passato tribale, seminato di morti. Film denso e teso, asciutto nei toni e senza inutili cadute nel sentimentalismo, esso non apre certo uno sguardo rassicurante sul problema delle riserve dove gli ultimi superstiti di un glorioso passo vivacchiano in attesa di una probabile definitiva estinzione. Il gioco dei caratteri è ben disegnato, e tutti, da Kilmer a Shepard, da Greene all'esordiente Sheila Thousey, al vecchio John Trudell che dipinge assai gustosamente il vecchio stregone, fanno la loro parte con aderenza e convinzione. Il film si riferisce a fatti realmente accaduti un ventennio fa.
Autore critica:
Fonte criticaSegnalazioni Cinematografiche
Data critica:



Critica 2:Michael Apted, alla mostra di Venezia, ha presentato per la prima volta in una proiezione pubblica un affascinante documentario dal titolo Incident at Oglala. Si tratta di un importantissimo documento che testimonia la grande battaglia che l'American Indian Movement (AIM) sta combattendo, dal 1968, anno della sua nascita ufficiale, per l'indipendenza degli Indiani. Questa organizzazione cerca di far recuperare la dignità di un popolo fiero e valoroso, e tenta con ogni mezzo di mettere fine allo sfruttamento ed alle ingiustizie che subiscono ogni giorno i popoli nativi, costretti spesso a degradanti ed offensive manifestazioni folkloristiche per turisti invadenti. Naturalmente questa lotta è duramente ostacolata dal governo americano che vede in essa un grosso pericolo per gli interessi economici che ruotano attorno all'intera “questione indiana”, principalmente a causa dello sfruttamento del territorio.
Tutto ciò diviene ancora più interessante se lo inseriamo nel discorso produttivo dell'ultima fatica di Apted: Cuore di Tuono. Probabilmente il regista, ancora fresco degli echi dell'impegno ambientalista di Gorilla nella nebbia, ispirato da un'idea del grande sceneggiatore John Fusco, si presenta all'appuntamento con i produttori, tra cui un instancabile Robert De Niro, e comincia a convincerli della validità, della fruibilità e della commerciabilità dell'idea: - che cosa succederebbe se, oltre ad un documentario interessantissimo, riuscissi a creare una storia di FBI e indiani poliziotto ambientata tra le ingiustizie ed i soprusi di una riserva con incontri ravvicinati di spiriti di antenati e crisi esistenziali di un agente mezzo indiano sottolineando furbescamente che si tratta di una storia vera?
A questo punto i produttori, dopo aver ascoltato attentamente il soggetto dall'euforico regista, cominciano a fare i loro calcoli. Per prima cosa c'è l'impegno ambientalista in una storia il cui realismo può benissimo essere annullato a favore della spettacolarità che paga (al botteghino); poi c'è la possibilità di usare attori di “moda”: l'indiano Graham Greene, assai quotato sul mercato e garanzia di successo (Balla coi lupi); Val Kilmer andrebbe benissimo per la parte dell'agente mezzosangue con forti conflitti interni che decide di mettersi dalla parte dei buoni - con i capelli lunghi, in The Doors, sembrava proprio un indiano, mentre con i capelli corti è il classico ragazzotto primo della classe americano, ma non importa; chissà se un attore attento ed impegnato come William Hurt o meglio Sam Shepard accetta di fare la parte dell'antagonista traditore? Potrebbe essere una mossa azzeccata per spingere al cinema anche quelli che pensano (a ragione) che non si tratta di un film serio e di stampo realista. È anche possibile costruire, all'interno della storia, una infinità di sottotrame che hanno come protagonisti il solito vecchissimo stregone indiano che vede il passato ed il futuro colloquiando con gli spiriti e una giovane indiana attiva nella battaglia dell'indipendenza contro la prepotenza dei bianchi “civilizzatori”. Sembrerebbe che ci siano tutti gli ingredienti per un'operazione vincente. E poi non dimentichiamoci che lo sceneggiatore è dei nostri; ha voluto provare l'ebbrezza della produzione e non si allontanerà troppo dalla nostra idea. (...) Il film naturalmente ha dalla sua una grande professionalità ed un indubbio impatto emotivo, soprattutto quando abbiamo a che fare con la descrizione nuda e cruda dei soprusi a cui sono sottoposti gli indiani. Ma siamo lontani mille miglia dalla stretta al cuore che ci prese durante la visione di Soldato Blu. (...) L'opera risente palesemente del colloquio tra un regista realmente interessato al problema (vedere il documentario per rendersene conto) ed i produttori che, come ingranaggi di un'industria spietata, fingono di credere al problema “indiano” sapendo che può essere un buon affare, troppo buono per gettarlo in pasto ad un'operazione realistica dagli esiti commerciali incerti. Così va il mondo del cinema spettacolo. A noi spettatori non rimane che la grande simpatia di un attore come Graham Greene, che riesce a illuminare lo schermo nonostante sia spesso usato come traduttore simultaneo, e una grande fotografia che impreziosisce il magico paesaggio desertico ed inospitale della riserva. (...)
Autore critica:Marzia Milanesi
Fonte critica:Cineforum n.317
Data critica:

9/1992

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



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