Odio (L') - Haine (L')
Regia: | Mathieu Kassovitz |
Vietato: | 14 |
Video: | Mondadori Video, L'Unità Video |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Disagio giovanile |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Mathieu Kassovitz |
Sceneggiatura: | Mathieu Kassovitz |
Fotografia: | Pierre Aim |
Musiche: | |
Montaggio: | Mathieu Kassovitz, Scott Stevenson |
Scenografia: | Giuseppe Ponturo |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Karim Belkhadra, Vincent Cassel, Mathieu Kassovitz, Peter Kassovitz, Hubert Kounde, François Levantal, Vincent Lindon |
Produzione: | Les Productions Lazennec |
Distribuzione: | Mikado |
Origine: | Francia |
Anno: | 1995 |
Durata:
| 95'
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Trama:
| Nella periferia parigina, a causa del pestaggio che Abdel Ichah, ha subìto durante un interrogatorio in prigione, si è scatenata una guerriglia. Due amici, Vinz e Said, l'uno ebreo e l'atro arabo, raggiungono il nero Hubert. I tre gironzolano per il quartiere, scacciano una troupe televisiva che vuole intervistarli; tentano di consolare l'amico ricettatore Upim, cui nei disordini è andata distrutta l'automobile. Vinz ha trovato la pistola che un poliziotto ha perduto e minaccia di usarla contro un agente se Abdel muore. Said e Hubert vengono fermati dalla polizia che li sevizia per istruire una recluta mentre Vinz, che si è dileguato, si rifugia al cinema. La televisione frattanto comunica la morte di Abdel, e Vinz sogna di uccidere un poliziotto. Ma un assalto di naziskin fa accorrere Vinz che con la minaccia dell'arma requisisce uno di loro, ma nonostante i suggerimenti di Ubert non riesce a sparargli.
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Critica 1: | Venti ore una giornata balorda e una notte brava nella vita di tre giovani proletari un bianco ebreo, un maghrebino e un africano alla deriva tra il quartiere di Muguets, a 30 km dalla torre Eiffel, e il centro di Parigi. Nel loro vagabondare c'è disperazione, rabbia, odio. Capofila dei film di banlieu tendenza del cinema giovane francese alla metà degli anni '90 che racconta la lacerata realtà della periferia metropolitana (parigina, ma non soltanto) i suoi meriti sono soprattutto stilistici: attori, dialoghi incalzanti a ritmo di rap (che traduzione e doppiaggio italiano faticano a seguire), musica reggae, sapiente costruzione drammatica, abilità nelle digressioni, bianconero sporco e allucinato. Premio della regia a Cannes, due milioni di spettatori in Francia. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | |
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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