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Tigre e il dragone (La) - Wo Hu Zang Long

Regia:Ang Lee
Vietato:No
Video:Elle U
DVD:Elle U
Genere:Azione
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:James Schamus, dal romanzo omonimo di Du Lu Wang
Sceneggiatura:Wang Hui Ling, Tsai Huo Jung, James Schamus
Fotografia:Peter Pau
Musiche:Tan Dun, Yo Yo Ma
Montaggio:Tim Squyres
Scenografia:Tim Yip
Costumi:Tim Yip
Effetti:Johm "D. J." Des Jardin, Rob Hodgson, Matt Magnolia
Interpreti:Chow Yun-Fat (Li Mu Bai), Michelle Yeoh (Shu Lien), Zhang Zi Yi (Jen Yu), Chang Chen (Lo), Lung Sihung (Sir Te), Chang Pei-Pei (Volpe di Giada)
Produzione:Chow Li-Kong, William Kong, Ang Lee
Distribuzione:Bim
Origine:Hong Kong
Anno:2000
Durata:

120’

Trama:

Nella Cina della Dinastia Ching, durante i primi anni del diciannovesimo secolo, il monaco taoista Li Mu Bai, detentore dei segreti più intimi delle arti marziali, decide di sbarazzarsi della sua spada verde, dotata di poteri straordinari, e di abbandonare l'insegnamento delle arti marziali. Lascia pertanto in custodia la sua spada a Yu Shu Lien, della quale è segretamente innamorato da sempre, affinché la trasporti a Pechino e la consegni in dono al suo amico Sir Te. La ragazza accetta l'incarico (anch'essa è innamorata del maestro e, secondo tradizione, aspetta che sia lui a dichiararsi) ma, una volta consegnata l'arma a Sir Te, questa viene rubata da un guerriero ninja mascherato, dotato di poteri incredibili e addestrato dalla pericolosa Volpe di Giada, una guerriera feroce, responsabile della morte anni prima del discepolo migliore di Li Mu Bai, fidanzato proprio con Yu Shu Lien. Il monaco dovrà tornare sui suoi intendimenti e lottare insieme all'amata Yu per recuperare la spada e vendicarsi della morte dell'amico, non prima di avere scoperto che dietro la maschera del guerriero ninja si cela l'incantevole Yen, figlia del governatore di Pechino, plagiata fin dall'infanzia da Volpe di Giada e pertanto incerta tra bene e male...

Critica 1:La tigre e il dragone è una magnifica fiaba visionaria, e secondo qualche esagerato anche filosofica (taoista), così poco occidentale e profondamente cinese da essere elettrizzante e appassionante (...). Nei colori lunari della notte o tra le pietre solenni dei vecchi palazzi, le coreografie dei combattimenti sono irresistibili perché le ha dirette Yuen Wo-Ping, super specialista del genere sia nei film di Hong Kong che nel recente americano Matrix. Ma poiché Ang Lee, con furbizia tutta cinese, sostiene che il suo film è Ragione e sentimento versione asiatica, è ovvio che se vi scarseggia la ragione, abbonda invece il sentimento.
Autore critica:Natalia Aspesi
Fonte criticaLa Repubblica delle donne
Data critica:

30/1/2001

Critica 2:Il regista cinese Ang Lee, torna in patria dopo vari film americani (Ragione e sentimento, Tempesta di ghiaccio, Cavalcando con il diavolo) per sceneggiare insieme al fidato James Schamus un celebre romanzo in quattro volumi di Wang Du Lu, pubblicato all'inizio del ventesimo secolo. Il titolo originale del film Crouching Tiger, Hidden Dragon (letteralmente "La tigre in agguato, il dragone nascosto") trae la sua origine da un antico proverbio cinese, usato per definire luoghi e situazioni in cui dimorano eroi e leggende nascoste, dove nulla è ciò che sembra. E così avviene anche nel film laddove nel coraggioso guerriero errante Li Mu Bai si nasconde un uomo incapace di dichiarare il proprio amore, dove l'apparente serenità della donna guerriero Yu cela l'inquietudine alimentata dalla sua passione, e nella giovane aristocratica Yen, promessa in sposa ad un uomo debole, si fa strada prepotentemente il desiderio di ribellarsi.
Il film rientra nel filone prolifico dedicato alle arti marziali che a Hong Kong ha dato origine a centinaia di soggetti spettacolari (tra i tanti ci piace ricordare la trilogia di Once Upon a time in China, inedita in Italia, diretta da Tsuy Hark e interpretata da Jet Li) ma La Tigre e il Dragone si eleva a livello di classico. Ang Lee capovolge lo stereotipo dei film di kung fu che vuole protagonista l'uomo e centra il suo film sulle donne; il regista poi riesce a infondere alla pellicola una sospensione dell'incredulità che, nella sua naiveté, ci rammenta i classici hollywoodiani di Douglas Fairbanks ed Errol Flynn. La Tigre e il dragone, per dirla con le parole di Ang Lee "mantiene in armonia la drammaturgia dei personaggi e le arti marziali". Così l'aspetto drammaturgico è strutturato come una coreografia e la lotta non consiste solo nei calci e nei pugni, ma rappresenta anche il modo in cui i personaggi esprimono la loro condizione e i propri sentimenti. Indubbiamente poi gran fascino del film risiede negli spettacolari scontri che vedono i personaggi librarsi nell'aria e combattere sulle fronde degli alberi. Merito sopratutto del maestro di arti marziali Yuen Wo-Ping che già aveva curato i combattimenti di Matrix.
C'è infine un aspetto estetico che contribuisce a creare un'atmosfera unica, non paragonabile al cinema hollywoodiano e che trova la sua forza nei favolosi scenari che fanno da sfondo alla vicenda: dalla remota Montagna infuocata nello Xin Jiang, ai Beijing Film Studios di Pechino; dalla città del Diavolo alle guglie di Huang Shan; dai deserti rossi alle vallate dei ghiacciai cinesi. Tutto ciò contribuisce a donare al film un'atmosfera molto diversa da quella di prodotti analoghi americani ai quali ormai i nostri occhi occidentali sono abituati. Gli attori poi sono i migliori del cinema cinese: dal grande Chow Yun Fat (che recentemente abbiamo apprezzato nel kolossal Anna e il Re, ma che deve la sua fama sopratutto a The killer, A better Tomorrow e Hard Boiled di John Woo) a Michelle Yeoh, coprotagonista di Pierce Brosnan ne Il domani non muore mai, vera eroina del cinema d'azione di Hong Kong.
Autore critica:Maurizio Imbriale
Fonte critica:tempimoderni.com
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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