Dentro la notizia - Broadcast News
Regia: | James L. Brooks |
Vietato: | No |
Video: | 20th Century Fox Home Entertainment |
DVD: | |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Mass media |
Eta' consigliata: | Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | James L. Brooks |
Sceneggiatura: | James L. Brooks |
Fotografia: | Michael Ballhaus |
Musiche: | Bill Conti |
Montaggio: | Richard Marks |
Scenografia: | Charles Rosen |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Jack Nicholson, William Hurt, Albert Brooks, Holly Hunter, Joan Cusack |
Produzione: | Gracie Films |
Distribuzione: | Uip |
Origine: | Usa |
Anno: | 1987 |
Durata:
| 129'
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Trama:
| In una rete televisiva di Washington tra gli altri lavorano con passione tre giovani giornalisti, ognuno con capacità e caratteristiche proprie: Jane Craig, non bella ma simpatica, volitiva, energica, brillante news-producer, con doti di manager non comuni; Aaron Altman, molto preparato professionalmente, geniale, preciso ma impacciato nell'apparire davanti al pubblico; Tom Grunick, affascinante, disinvolto con i colleghi e davanti ai telespettatori, ambizioso, opportunista con una preparazione culturale non eccellente. Fra i tre si intrecciano vari rapporti; Jane è molto amica di Aaron col quale lavora all'unisono da molto tempo e fra i due, entrambi insoddisfatti, ci sono una solidarietà e un affetto profondo; Tom si inserisce tra loro poichè è attratto dalla straordinaria personalità e dall'apparente sicurezza di Jane che riconosce superiore ed inizia a farle la corte ma lei lo respinge pur sentendo per lui uno strano trasporto. Intanto Jane sta riscuotendo sempre più consensi sul lavoro e Tom col suo aiuto ha successo come anchorman. Anche il potente, affermato, quasi inaccessibile presentatore-boss Bill lo apprezza e si congratula con lui. Aaron invece è in crisi: appare in una trasmissione televisiva e si lascia letteralmente sommergere dal suo nervosismo ansioso e non riesce a dimostrare le sue notevoli capacità. Jane lo incoraggia ma nello stesso tempo si allontana da lui perchè sente ormai di amare Tom il quale è sempre più invaghito di lei. Il lavoro accomuna i tre, ma i sentimenti li separano in modo definitivo. L'azienda televisiva attraversa un periodo critico ed è costretta a licenziare varie persone: presentendo la prossima fine, Aaron si licenzia da solo e se ne va in un'altra rete televisiva più modesta ma più sicura per lui. Jane viene promossa sul lavoro e Tom viene trasferito a Londra per un incarico più prestigioso. Sette anni dopo, i tre amici si ritrovano: Jane ha forse un amore in vista ma non ne è molto sicura; Aaron, sposato con un figlio, sconfitto nonostante le sue capacità, lavora senza alcuna prospettiva di miglioramento; Tom, fidanzato con una bellissima bionda, anche se non ha dimenticato "l'intrattabile ed efficiente" Jane, prenderà il posto di Bill.
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Critica 1: | Il film evidenzia il carattere e la personalità dei personaggi, interpretati magistralmente dai tre attori. Un buon film. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Magazine Italiano TV, Onda TV |
Data critica:
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Critica 2: | James Brooks è quello di Voglia di tenerezza, suo primo film importante, cinque Oscar al volo. Viene dalla televisione (ha creato la serie “Mary Tyler Moore”, che ha proprio qualcosa a che fare con la TV) e sull'ambiente televisivo, con Dentro la notizia, dice la sua.
Come viene costruita, dunque, la notizia? E poi cosa conta veramente, per chi è incaricato di porgerla al videospettatore: leggerla o venderla? Brooks mette in scena l'ambiente in cui la notizia domina qualsiasi altra cosa, vita privata compresa, subordinata al mestiere, o meglio all'ansia da audience e alla fregola acuta di piacere al “boss”. I personaggi principali sono tre: una produttrice-programmista ambiziosissima e frenetica, Jane, che lavora bene in coppia con Aaron, bravo e innamorato; quest'ultimo, un po' bloccato e messo continuamente da parte (dalla ragazza, dallo studio, dalla vita); e Tom, un presentatore brillante ma superficiale, disinvolto e di successo. Jane non apprezza Tom: quando poi scopre che ha violato i principi più elementari dell'etica professionale per truccare persino il telegiornale, lo disprezza apertamente. Forse però anche lei rimarrà vittima dei fascino maschio, anche se un po' fatuo, dei bellimbusto/mezzobusto.
Condanna dall'interno di un ambiente dove vige solo la legge dei più forte, di una giungla dove il gradimento del pubblico condiziona professione, destino, esistenza? Balletto comico, o comunque caricaturale, dove la televisione è solo un pretesto per far ballare i burattini William Hurt, biondo maliardo; Holly Hunter (già vista in Arizona Junior) piccoletta invadente; Albert Brooks (nessuna parentela con il regista) ebreo fosforoso ma un po' piagnone? (Senza parlare di Jack Nicholson, nel breve ammiccante ruolo dei “grande capo”).
Non si sa. Il regista ci presenta i tre personaggi principali fin da quando sono ragazzi, e sono già degli insopportabili mostricciattoli di supponenza e di efficientismo: crescendo ingigantiscono i difetti e diventano personaggi incredibili. Tutti e sempre a parlare a mitraglia, a correre, a fare smorfie, ad esporre tics, a parlare in maniera folle. Alienati da televisione? Non mi pare obbligatorio diventare animali da zoo, per satireggiare l'ambiente (posto che si tratti di satira, e non voglia ambire, il film, a condanna morale tipo Quinto potere). Si tratta, in buona sostanza, di un film praticamente surreale, dove cause ed effetti non hanno concatenazione, dove le domande restano senza risposte o arrivano risposte senza che ci sia stata la domanda, dove sguardi, parole, atteggiamenti e comportamenti vagolano a mezz'aria (o a mezz'acqua: si pensa ad un acquario) sempre all'insegna dell'ambiguità, dell'incertezza suIl'atteggiamento da prendere.
Una sola scena è limpida, inequivocabile, farsescamente tambureggiante, quella della segretaria di edizione che deve assolutamente arrivare in tempo per consegnare un programma registrato per il tal minuto e per il tal secondo. Il resto ondeggia in stile Enrico Ghezzi. |
Autore critica: | Ermanno Comuzio |
Fonte critica: | Cineforum n. 274 |
Data critica:
| 5/1988
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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