Adua e le compagne -
Regia: | Antonio Pietrangeli |
Vietato: | No |
Video: | Minerva |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La condizione femminile, Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola |
Sceneggiatura: | Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli, Tullio Pinelli, Ettore Scola |
Fotografia: | Armando Nannuzzi |
Musiche: | Piero Piccioni |
Montaggio: | Eraldo Da Roma |
Scenografia: | Luigi Scaccianoce |
Costumi: | Danilo Donati |
Effetti: | |
Interpreti: | Simone Signoret (Adua Giovannetti), Sandra Milo(Lolita), Emmanuelle Riva (Marilina), Gina Rovere (Milly), Claudio Gora (Ercoli), Ivo Garrani (avvocato), Gianrico Tedeschi (Stefano), Antonio Rais (Emilio),Duilio D'amore(Frate Michele),Valeria Fabrizi(Fosca La Bionda),Gloria Gilli(Dora), Enzo Maggio (Calypso), Italia Marchesini (inserviente casa chiusa), Michele Riccardini (cliente trattoria),Domenico Modugno (se stesso),Marcello Mastroianni (Piero Silvagni) |
Produzione: | Moris Ergas per la Zebra Film |
Distribuzione: | Cineteca Nazionale, Collettivo dell’Immagine |
Origine: | Italia |
Anno: | 1960 |
Durata:
| 106’
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Trama:
| Dopo la chiusura di un casa per appuntamenti, Adua, Milly, Lolita e Marilina decidono di aprire una trattoria fuori città: si creeranno così un lavoro onesto, che servirà a mascherare l'attività equivoca cui sono abituate. Esse hanno l'aiuto non disinteressato di un certo Ercoli che facilita le pratiche per la licenza di esercizio, ma impone le sue condizioni. Nei primi mesi le donne dovranno avere un contegno irreprensibile per non dar adito a sospetti; poi riprenderanno la solita attività e divideranno con il protettore i proventi. Per Adua e le compagne inizia una nuova vita: imparano a conoscere il lavoro e ne traggono una serenità d'animo sconosciuta. La trattoria prospera e alle donne si apre la prospettiva di un possibile reinserimento nella società. Quando si presenta Ercoli, le quattro amiche si rifiutano di dare esecuzione ai patti e lo cacciano. Ma lo sfruttatore si vendica immediatamente e riesce a far chiudere la trattoria. Adua e le compagne cercano qualcuno che le aiuti, ma tutti si ritirano e le abbandonano al loro destino. In un impeto di rabbia e di disperazione le donne distruggono la trattoria e ritornano alla loro triste vita.
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Critica 1: | Dopo la chiusura (20/9/1958) delle case di tolleranza, quattro prostitute si associano per continuare clandestinamente la professione dietro la facciata di una trattoria di campagna. Film con tre componenti (il verismo della prima parte, la commedia di costume, l'istanza sociale e moralistica) che non sono ben fuse tanto da farlo risultare turgido e, insieme, gracile. Ma nelle sfumature la sensibilità del regista si avverte. Spiccano nel reparto femminile la Milo, la Riva e Gina Rovere. Domenico Modugno fa la parte di sé stesso e appare Marcello Mastroianni. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | "Per fare una sceneggiatura occorre conoscere il cinema quanto un regista" aveva scritto Pietrangeli quando aveva iniziato come critico negli anni quaranta.
Difficile trovare un principio che sintetizzi meglio il senso del cinema di questo regista che era stato sceneggiatore per Lattuada e Visconti, Blasetti e Germi prima di passare dietro la macchina da presa. Nel suo cinema, spesso sottovalutato, Adua e le compagne è uno dei titoli meno riconosciuti. Eppure, rivisto oggi, mostra qualità che è sorprendente non siano state rilevate all'epoca. La fotografia in bianco e nero di Armando Nannuzzi ha una profonda tessitura di contrasti; la costruzione dei personaggi ha la cura e la sapienza del romanzo; il soggetto, amaro ma privo di forzature melodrammatiche, illustra una condizione sociale senza mai dare l'impressione allo spettatore di voler dimostrare un assunto ideologico o di imporre un messaggio.
Il film affronta un fenomeno, la prostituzione, di stringente attualità: in questo senso Adua e le compagne non è solo un affresco sociologico e drammatico dell'Italia di quasi quarant'anni fa, ma qualcosa di più. Nella fatalità che accompagna la vita delle protagoniste non è difficile poter intravedere i riflessi di una condizione diffusissima e sempre più drammaticamente attuale. L'arte di Pietrangeli sta proprio nel rappresentarla senza scandalo o denuncia. Si mette, quasi invisibile, dalla loro parte, senza accontentarsi di descrivere con precisione il mondo che impedisce loro una vita diversa ma offrendo finalmente allo spettatore di conoscerle prima di giudicarle o compiangerle.
Il lavoro del restauro, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1998, ha potuto contare su una discreta qualità del negativo originale. La stampa attuale, grazie al lavoro di Vincenzo Verzini coadiuvato dalle indicazioni del direttore della fotografia, Armando Nannuzzi, ha riportato alla luce i bianchi smaglianti e i neri profondi come la composizione ricca e complessa delle scenografie degli interni. Un lavoro particolare è stato anche eseguito sul sonoro, ripulito delle molte impurità che si erano accumulate nel tempo, senza però sterilizzare eccessivamente il rumore di fondo, difetto che l'uso delle attuali tecnologie può provocare per un eccesso di correzione. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | CinemaForewer – www.gruppomediaset.it |
Data critica:
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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