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Uomo che non c’era (L’) - Man Who Wasn't There (The)

Regia:Ethan Coen; Joel Coen
Vietato:No
Video:Medusa
DVD:Medusa
Genere:Drammatico
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Ethan Coen, Joel Coen
Sceneggiatura:Ethan Coen, Joel Coen
Fotografia:Roger Deakins
Musiche:Carter Burwell
Montaggio:Tricia Cooke, Roderick Jaynes
Scenografia:Dennis Gassner
Costumi:Mary Zophres
Effetti:Peter Chesney, Tom Chesney, Hunter/Gratzner Industries Inc., Makeup And Monsters, Manex Visual Effects, The Chandler Group
Interpreti:Billy Bob Thornton (Ed Crane), Frances Mcdormand (Doris Crane), Michael Badalucco (Frank Raffo), James Gandolfini (Big Dave Brewster), Katherine Borowitz (Ann Nirdlinger), Ted Raimi (Boven), Jon Polito (Creighton Tolliver), Scarlett Johansson (Birdy Abundas), Nicholas Lanier (Tony), Tony Shalhoub (Freddy Riedenschneider), Richard Jenkins (Walter Abundas), Christopher Kriesa (Persky), Brian Haley (Krebs)
Produzione:Working Title Films - Good Machine - The Kl Line
Distribuzione:Medusa
Origine:Usa
Anno:2001
Durata:

116’

Trama:

Nell'estate del 1949 in una piccola città della California del Nord, Ed Crane, un barbiere assai scontento della propria vita, spera di poterla cambiare quando, scoperto il tradimento della moglie, decide di ricattare l'amante. Nonostante la sua mancanza di scrupoli, però, le cose andranno in maniera diversa perchè l'amante di sua moglie viene trovato ucciso.

Critica 1:Maestri del riuso di materiali cinematografici e letterari fuori tempo, dai romanzi di Nathanael West a canzoni, fumetti e film hollywoodiani, i Coen hanno fatto con L'uomo che non c'era uno dei loro film più mimetici e insieme più straordinariamente autonomi. Calco dei noir più arditi, L'uomo che non c'era appartiene però al filone del saggio più che a quello del divertimento. L'intrigo giallo è perfetto, i suoi risvolti e le sue deviazioni sorprendenti, il bianco e nero magistrali, gli attori formidabili; e tuttavia non ci si diverte come ci si aspetterebbe, tanta è la serietà con cui i Coen affrontano la loro materia, cioè l'intimo e il nascosto".
Autore critica:Goffredo Fofi
Fonte criticaPanorama
Data critica:

20/12/2001

Critica 2:L'ultimo film dei fratelli Coen è un noir girato in bianco e nero. Cosa dire dell'ultima opera di questi autori? E' risaputo che i Coen sono dei manieristi: per loro la forma cinematografica predomina sulla struttura del copione. Sono maestri nella direzione degli attori e nelle ambientazioni delle loro vicende. In questo senso l'effetto desiderato è centrato anche in questo ultimo film, L'uomo che non c'era. Qui il protagonista sembra un Bogey immerso in una vicenda degna di Double Indemnity ("La fiamma del peccato") o di The Blue Dahlia ("La dalia blu"). Ed (Billy Bob Thornton), è un parrucchiere quasi invisibile per i suoi clienti: taglia i capelli come un automa mentre la sua vita scorre quietamente a Santa Rosa. Sposato con Doris, interpretata da Frances Mc Dormand, moglie infedele che ha una relazione con Big Dave (il "Soprano" James Gandolfini) Ed, che ha un disperato bisogno di soldi da investire in un progetto bislacco con Creighton Tolliver, uno strano personaggio interpretato dall'ineffabile Jon Polito, ricatta Big Dave con una lettera anonima destinata a sconvolgere la sua vita.
La storia comincia così, nel pieno delle regole del noir. Solo che, invece di una trama solida e rigorosa i Coehn lasciano che il film si dilunghi in una durata eccessiva (circa 120 minuti), mentre avrebbe potuto essere compressa nei classici novanta dei veri noir del passato. I Coehn inoltre mortificano la vicenda con elementi da commedia che risultano anticlimatici e distraenti per lo spettatore: infatti non si possono mescolare impunemente Blood simple e Raising Arizona. Invece di raccontare una storia classica, come avevano fatto nel loro film d'esordio, i fratelli insistono in un'impresa "finta", che non è né commedia, né noir, ma soltanto un esercizio di stile fallito.
Un altro imperdonabile difetto del film ha a che vedere con la malinconia che pervade il protagonista, un uomo frustrato, che vive una vita minimale. Questo elemento avrebbe potuto essere integrato nel noir con risultati efficaci e avrebbe rappresentato una brillante opportunità per riflettere su una vita opaca, oscura, persa nell'immensità della città. Un barbiere che riflette sulla vita e la guarda passare filtrata dal fumo della sua sigaretta. Ma questa è appunto una straordinaria opportunità che i Coehn mancano, preferendo inseguire virtuosismi e perfezionismi autoreferenziali che francamente cominciano ad innervosire molti dei suoi ammiratori (me per primo).
Autore critica:Enrique Ochoa
Fonte critica:tempimoderni.com
Data critica:



Critica 3:C'era una volta il noir in America. Con la borsa degli attrezzi di Barton Fink (il mistero) e l'elenco telefonico degli archetipi della società americana (dedicato ai cinefili), i fratelli Coen ricominciano dal gangster. (...) In bianco e nero, popolato da figure minori e digressioni avvilenti, è un gioco sulla memoria del cinema, ma anche un 'vissuto' del cinema, quello dei fratelli Coen e del pubblico che li seguirà in questa discreta e divertente reminiscenza del sottosuolo della Grande Nazione.
Autore critica:Silvio Danese
Fonte critica:Il Giorno
Data critica:

30/11/2001

Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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