Captain Fantastic -
Regia: | Matt Ross |
Vietato: | No |
Video: | |
DVD: | CG Entertainment |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Diventare grandi, Giovani in famiglia, Padri e Figli |
Eta' consigliata: | Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | |
Sceneggiatura: | Matt Ross |
Fotografia: | Stéphane Fontaine |
Musiche: | Alex Somers |
Montaggio: | Joseph Krings |
Scenografia: | Russell Barnes |
Costumi: | Courtney Hoffman |
Effetti: | Kathy Siegel, Worth Bjorn Walters, Local Hero, Afterparty VFX |
Interpreti: | Viggo Mortensen (Ben Cash), Frank Langella (Jack), Missi Pyle (Ellen), Erin Moriarty (Claire), George MacKay (Bo), Ann Dowd (Abigail), Samantha Isler (Kielyr), Annalise Basso (Vespyr), Kathryn Hahn (Harper), Steve Zahn (Dave), Nicholas Hamilton (Rellian), Shree Crooks (Zaja), Charlie Shotwell (Nai), Trin Miller (Leslie), Teddy Van Ee (Jackson), Elijah Stevenson (Justin), Rex Young (Agente Skadden) |
Produzione: | ELECTRIC CITY ENTERTAINMENT, SHIVHANS PICTURES |
Distribuzione: | Good Films |
Origine: | Usa |
Anno: | 2016 |
Durata:
| 120'
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Trama:
| Nel cuore delle foreste del Nord America, lontano dalla società, un padre fuori dal comune dedica la propria vita a trasformare i suoi sei figli in adulti straordinari. Ma una tragedia si abbatte sulla sua famiglia, costringendolo a lasciare quel paradiso, faticosamente costruito, per iniziare, insieme con i suoi ragazzi, un viaggio nel mondo esterno che metterà in dubbio la sua idea di cosa significa essere un genitore, e tutto ciò che ha insegnato ai suoi figli.
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Critica 1: | Selvaggi. Ma anche acculturati. In armonia con la natura, ma a proprio agio con i libri, con la civiltà letteraria e scientifica. Liberi di esprimersi, ma confinati in un luogo che è fuori da ogni luogo, in fuga, in esilio.
Captain Fantastic racconta una famiglia che ha scelto di opporsi al consumismo, al qualunquismo, al capitalismo, allo stile di vita dell’americano medio, andando a vivere in una foresta. Il padre (Viggo Mortensen) sottopone i sei figli a un duro training atletico, politico, letterario. La madre, invece, non c’è: è molto malata e destinata a morire.
L’azione parte proprio da qui, dal fatto traumatico che sconvolge l’idillio familiare – a metà strada fra una comune hippy e Thoreau – e costringe l’allegra combriccola a confrontarsi con la civiltà e le sue regole, con la “normalità”. Il fatto è che dopo dieci minuti di cinema i fantastici ragazzi di Captain Fantastic hanno già scuoiato un cervo, praticato la meditazione in cerchio, letto i Karamazov ed Eliot, risposto a domande sulla correlazione quantistica e battibeccato con papà sul trotskismo.
Si direbbe una parodia, un ironico elenco di cliché, se non fosse che Matt Ross sembra crederci davvero e, quando parte il viaggio della famiglia dentro gli orrori del benessere (su un bus scalcagnato), passiamo da battute sugli americani «tutti malati, grassi come ippopotami», a osservazioni sullo «shopping frenetico come forma primaria di interazione», dai motti rivoluzionari («potere al popolo») usati in funzione tribale-esistenziale, all’Happy Noam Chomsky Day da celebrare in contrapposizione a feste sceme come il Natale.
Intanto il cinema di Matt Ross alterna immagini mozzafiato a passaggi ruvidi e momenti costruiti per sembrare “trovati”, con la mdp che scruta i volti, trema appena, passa via e registra il vissuto della famiglia. Qui ripensi a Miss Sunshine, là balena Wes Anderson, laggiù sullo sfondo c’è una sorta di Laguna Blu come lo potrebbero rifare al Sundance.
E così la storia di per sé interessante (...), di una diversità-alterità a confronto con il pensiero unico del consumo, della sicurezza, dell’educazione delegata, dell’ignoranza socialmente accettata, diventa un bigino di stranezze, aneddoti e moralismi al contrario. E poco importa che alla fine arrivi l’inevitabile presa di coscienza, che la comunità alternativa e libertaria costruita dal padre utopista riveli le sue contraddizioni interne, l’esercizio del controllo, la presunzione di essere l’unica verità possibile. (…) |
Autore critica: | Fabrizio Tassi |
Fonte critica | cineforum.it |
Data critica:
| 7/12/2016
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Critica 2: | Ben (Viggo Mortensen), padre-padrone imperativo e categorico, ma anche empatico e amorevole, cresce con la moglie sei figli nelle foreste di Washington, educandoli a caccia e pesca, filosofia e fisica, con l’isolamento dalla società e il rifiuto del consumismo per basso continuo. Uno stato d’innocenza destinato a non durare: la moglie, sofferente di disturbo bipolare, muore, Ben e i sei figli salgono a bordo di Steve, il loro, ehm, idiosincratico bus, e partono alla volta del funerale. Perché le volontà della donna devono essere rispettate: costi quel che costi.
Opera seconda di Matt Ross, pluripremiata dal Sundance a Cannes (Un Certain Regard), Captain Fantastic dà a Viggo Mortensen il ruolo di una vita, e a noi spettatori più di qualche sana riflessione su libertà, educazione, isolamento, consumismo, annessi e connessi, esternalità positive e negative: un dramedy onesto, a tratti perfino commovente, che senza indulgere nel cinismo o indugiare nell’ironia pavida utilizza il formato familiare, con tutte le ripercussioni educative del caso, per parlare del libero arbitrio e della responsabilità individuali e sociali.
Ben non è un mostro, tutt’altro, ma il suo fuggire dal mondo non ha forse i crismi della dittatura nei confronti dei figli: perché il figlio maggiore (George MacKay) non dovrebbe andare all’università, dove è atteso – quelle della Ivy League l’hanno accettato tutte – a braccia aperte? Ancora, perché la figlia maggiore dovrebbe rischiare l’osso del collo su un tetto? Domande che Captain Fantastic dissemina in una drammaturgia sapida e matura (…). |
Autore critica: | Federico Pontiggia |
Fonte critica: | cinematografo.it |
Data critica:
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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