Mars Attacks! - Mars Attacks!
Regia: | Tim Burton |
Vietato: | No |
Video: | Warner |
DVD: | Warner |
Genere: | Fantasy |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole elementari; Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | Jonathan Gems; ispirato alle figurine "Mars Attacks" della Topps Chewing Gum Company uscite nel 1962 |
Sceneggiatura: | Jonathan Gems |
Fotografia: | Peter Suschitzky |
Musiche: | Danny Elfman, Tom Jones |
Montaggio: | Chris Lebenzon |
Scenografia: | Wynn Thomas |
Costumi: | Colleen Atwood |
Effetti: | David Andrews, Michael Fink, James Mitchell |
Interpreti: | Jack Nicholson (Presidente Dale/Art Land), Glenn Close (Marsha Dale), Pierce Brosnan (Donald Kessler), Annette Bening (Barbara Land), Jim Brown (Byron Williams), Michael J. Fox (Jason Stone), Sarah Jessica Parker (Nathalie Lake), Rod Steiger (Generale Decker), Lukas Haas (Richie Norris), Natalie Portman (Taffy Dale), Jack Black (Billy Glenn Norris), Danny De Vito (giocatore d'azzardo) |
Produzione: | Tim Burton e Larry Franco |
Distribuzione: | Warner Bros. Italia |
Origine: | Usa |
Anno: | 1996 |
Durata:
| 103’
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Trama:
| Un'orda di piccoli uomini verdi provenienti dallo spazio arriva all'improvviso sulla Terra. Il presidente americano James Dale si prepara all'incontro, intenzionato a trattare pacificamente con gli alieni, indossa un bel vestito e prepara un bel discorso. Tra i suoi collaboratori, alcuni vorrebbero usare le maniere forti, altri sono invece per il dialogo e vogliono approfittare dell'occasione anche sul piano scientifico. Intorno al luogo scelto per l'atterraggio, si muovono personaggi che vivono in maniera diversa l'avvenimento, chi con indifferenza, chi con partecipazione filosofica, chi invece si organizza in proprio per respingere l'invasione. Dopo i primi incontri, l'illusione di una visita di cortesia svanisce, i marziani sparano e distruggono uomini e cose. A niente sembrano servire i rimedi proposti dai consiglieri del presidente, che viene personalmente preso di mira insieme alla moglie e alla figlioletta. Quando tutto sembra perduto, l'intervento del piccolo Richie Norris nel deserto intorno a Las Vegas, insieme all'anziana nonna, risolve la situazione. Saranno le melodie country & western ad alto volume ad annientare il nemico! Richie viene decorato con la medaglia, e, al momento del discorso, trova solo le parole per invitare tutti alla ricostruzione ma con più attenzione all'equilibrio naturale della società.
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Critica 1: | (...) Mars Attacks! è un film delizioso che, con qualche idea in più, avrebbe potuto essere straordinario. Così, è una satira che sfrutta al 70% il proprio potenziale, che era enorme. Problemi di copione? Sostanzialmente sì: il film non nasce da un libro, né da un'idea originale, ma da una serie di figurine che la casa editrice Topps mise brevemente in distribuzione negli anni Settanta (furono tolte dal mercato perché considerate troppo «crude» per i bambini). L'idea e l'aspetto dei marziani, con quei cervelloni verdi simili a cavoletti di Bruxelles, viene da lì; lo spirito è invece una selvaggia parodia della fantascienza «povera» degli anni Cinquanta, quella di film come Ultimatum alla Terra o Godzilla. Su queste basi, il film era tutto da inventare, e lo sceneggiatore Jonathan Gems ha fatto ciò che poteva, ma qui ci volevano tutti i gag-man della Hollywood dei tempi d'oro. Aggiungiamo la sfortuna di uscire poco dopo Independence Day, quando era troppo presto sia per un nuovo film di marziani «serio», sia per una parodia: di qui l'insuccesso, anche se la speranza è che Mars Attacks! cresca nel tempo, diventando un piccolo «classico». Magari grazie a quel cast da favola: oltre a Jack Nicholson, compaiono nel film Glenn Close, Annette Bening, Pierce Brosnan, Danny De Vito, Rod Steiger, Martin Short, Michael J. Fox, Sarah Jessica Parker, Lukas Haas, Natalie Portman, la venerabile Sylvia Sidney (sì, l'attrice di Lang e di Hitchcock) e un pazzesco Tom Jones in carne e ugola, nei panni di se stesso. (...) Anche così, Mars Attacks! è un gioiellino. Parte lento, ha una fase preparatoria con momenti di stanca, ma esplode nella seconda parte, quando i marziani - piccoletti, ferocissimi ma simpatici, anche per come assomigliano alle vignette di Andrea Pazienza dedicate a Sandro Pertini - danno vita al macello. Se gli alieni, in questo film, sembrano vecchi bimbi dispettosi, gli umani sono un monumento all'idiozia, e Burton li sbeffeggia senza pietà. Da Washington al Far West, la gag ricorrente è che tutti prendono l'invasione marziana come una scemenza: e se a Las Vegas Danny De Vito urla che vuol continuare a giocare ai dadi, nel Kansas i bifolchi caricano la doppietta e alla Casa Bianca il presidente pensa a quale cravatta indossare per accogliere gli «ospiti». Sarà una nonna del Kansas a trovare il modo per sterminare gli alieni, ma sarebbe criminale raccontarvi come. Meglio svelarvi l'interprete inglese-marziano, quello scienziato pazzo dall'aria inaffidabile, è un grande regista, un po' come il Truffaut di Incontri ravvicinati; è Jerzy Skolimowski, polacco. Che per Hollywood è come dire marziano. |
Autore critica: | Alberto Crespi |
Fonte critica | l'Unità |
Data critica:
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Critica 2: | Dimenticate E.T. e Incontri ravvicinati, con i loro extraterrestri eterei e che inteneriscono. Ma dimenticate anche l'oscurantismo di Indepedence Day, con la sua rozza divisione tra Terra buona e invasori cattivi. I Marziani, quelli veri, sono arrivati, dritti dagli anni '50 maccarthisti (e dalle figurine di Len Brown del '62). E sono cattivi, incazzati, testoni e assolutamente implacabili. Inceneriscono colombe e umani, barano spudoratamente al tavolo delle trattative galattiche, deridono platealmente "Playboy", i divi della televisione, i Presidenti, le teorie scientifiche e l'energia nucleare. Dal canto loro, gli umani nei casi migliori sono stupidi, rimbecilliti dai soldi, dal narcisismo, dalle sciocchezze New Age, e in quelli peggiori opportunisti pomposi e farneticanti (il presidente degli Usa, che fa discorsi che sono un misto tra Abramo Lincoln e la famiglia Robinson), guerrafondai rimbambiti, sottoproletari bianchi voraci e feroci. Il più a posto è un ex campione di pugilato nero che si è ridotto a lavorare in un casinò di Las Vegas vestito da faraone egizio; solo i ragazzini se la cavano, perché sparano ai marziani come fossero pupazzi di un videogame, e perché, comunque, il loro scontroso isolamento dalle famiglie (ricche o povere) li ha anche immunizzati dalla stupidità imperante. Mars Attacks di Tim Burton è un grande gioco sulla fantascienza naif degli anni '50 (a partire dai titoli di testa, bellissimi), ma anche una gran bella presa in giro di tutti i nostri miti, i nostri riti e i nostri alibi: non diventeremo migliori non mangiando maiale e convertendoci al buddismo. «I marziani - dice il professore (stupido) che va in televisione - sono intelligentissimi e perciò devono essere pacifici». No, i marziani sono intelligentissimi, e basta. Perciò, dopo un'occhiata altezzosa, possono solo volerci distruggere. Noi che ancora abbiamo Tom Jones (che appare in persona e chiude il film in un'esilarante idillio naturalista-disneyano) non ci meritiamo altro. |
Autore critica: | Emanuela Martini |
Fonte critica: | Film TV |
Data critica:
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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