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In the Mood for Love - In the Mood for Love

Regia:Wong Kar-Wai
Vietato:No
Video:Eyscreen
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Wong Kar-Wai
Sceneggiatura:Wong Kar-Wai
Fotografia:Christopher Doyle, Mark Lee
Musiche:Michael Galasso
Montaggio:William Chang Suk Ping
Scenografia:William Chang Suk Ping
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Maggie Cheung (Su Li-Zhen), Tony Leung Chiu Wai (Chow Mo-Wan), Lai Chen (Mr. Ho), Siu Ping-Lam (Ah-Ping), Rebecca Pan (Mrs. Suen)
Produzione:Block 2 Pictures
Distribuzione:Lucky Red - Cineteca Lucana
Origine:Cina
Anno:2000
Durata:

95’

Trama:

Chow, caporedattore di un giornale di Hong Kong, si trasferisce con sua moglie in una nuova casa. Qui conosce Li-Chun, anche lei si è trasferita da poco lì con suo marito. Il marito di Li-Chun è quasi sempre fuori per lavoro come la moglie di Chow. Un giorno Li-Chun invita a cena Chow e gli confida di aver scoperto che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione. Questa situazione li farà diventare amici.

Critica 1:Una storia d’amore bellissima con Maggie Cheung, attrice incantevole per la snella eleganza, per il corpo sottile ondulante al passo, per la faccia perfetta e triste, per l’esitare delle gambe sui tacchi altissimi, per tutto, una sirena leggendaria. La storia di una donna e di un uomo che si sfiorano appena, intitolata con il mutilato verso d’una canzone americana famosa, In the Mood for Love, accompagnata da canzoni spagnole languide, struggenti («Yò te quiero mucho», «Qui sas, qui sas, qui sas»: Wong K ar-Wai, 42 anni, cresciuto a Hong Kong, specialista delle passioni, autore di Happy Together e di Angeli perduti, ha fatto un altro gran film dove analisi dei sentimenti e stile della regia s’uniscono a esprimere al meglio le malinconie e le felicità dell’amore. Nel 1963 a Hong Kong, una segretaria il cui marito è troppo spesso lontano per lavoro, un giornalista aspirante scrittore la cui moglie è troppo spesso assente per lavoro, si conoscono essendo vicini di casa, si parlano, si frequentano un poco. Scoprono che i rispettivi coniugi hanno tra loro una relazione. Sono feriti, si confidano, ma l’amicizia più stretta non li porta a diventare amanti. Restano così. Si amano. Soffrono. Lui si trasferisce a Singapore, scrive romanzi cavallereschi. Lei piange, lavora, diventa madre. La casa dove avevano vissuto vicini viene affittata ad altri. Gli anni passano, il sentimento poco a poco si offusca, si perde. Cose meravigliose: una donna che piange nella stanza da bagno; la scala semibuia percorsa alla sera dai protagonisti, dopo una giornata di fatica, per andare al negozio dei cibi cotti o a comprare il giornale; le figure imprecise, le tende palpitanti, le luci dorate; le piogge improvvise; il bagliore degli anelli nuziali sulle dita che appena si toccano; la nuca di Tony Leung, con i capelli neri lisci e lustri; marito e moglie dei protagonisti, che non si vedono mai; la promiscuità dell’abitare, in una città sovrappopolata come Hong Kong. E’ quasi soltanto il cinema asiatico, ormai, a saper offrire opere tanto ammirevoli per intensità, bellezza, emozione.
Autore critica:Lietta Tornabuoni
Fonte criticaLa Stampa
Data critica:

29/10/2000

Critica 2:Se hai un segreto veramente importante, confidalo alla fessura di un albero secolare, che lo conserverà per sempre. Un uomo e una donna a Hong Kong, nel 1963: storia dei brevi incontri ritrosi tra Chow e Li-zhen, vicini di casa che scoprono casualmente che i rispettivi coniugi sono amanti e inscenano, come in una prova, le rispettive rivelazioni. Si incontrano, si chiedono cosa staranno facendo gli altri due, si parlano come se parlassero a loro, si guardano allontanarsi, é inevitabilmente, senza dirselo mai, finiscono per amarsi.«Non credevo facesse così male», dice Li-zhen. E Chow la incoraggia: «È solo una prova». Ma, all'improvviso, non lo è più, il dolore lancinante della separazione non riguarda più le pallide ombre di un marito e di una moglie che noi intravediamo soltanto di spalle, soltanto di lontano: all'improvviso, la finzione di un incontro per caso si è fatta più forte della lealtà, consuma i pensieri e i giorni, attestata sulla fierezza di quel «Noi non saremo mai come loro» che i protagonisti ribadiscono, protratta all'infinito dall'esitazione, il non detto, la sospensione. Tempi, sguardi, parole, sentimenti, movimenti impercettibili, tutti sospesi, nella recitazione stilizzata di Maggie Cheung e Tony Leung (belli ed eleganti come divi del passato) e nelle pause, negli anfratti, nei misteri della narrazione. In the Mood for Love non è solo il film più bello di Wong Kai-wai (dove si fondono in filigrana le due anime del suo cinema, quella intimista e romantica e quella che osserva puntigliosa luoghi e ambienti), ma è anche un capolavoro senza tempo del cinema costruito sui vuoti, sui neri che scorrono tra una scena e l'altra, sulle attese, sulle ellissi che riempiono una vita. Sentiamo i pensieri e le emozioni che crescono tra un incontro e l'altro, le parole che i protagonisti non si dicono, il fluire della Storia che cancella il mondo. Quella Hong Kong è sparita, consegnata, come ogni segreto che davvero conti, da Wong Kai-wai alla pellicola, che ci restituirà per sempre le caviglie evanescenti di Maggie Cheung, la passione sottile negli occhi di Tony Leung, la malinconia calda di Nat King Cole che canta "Quizàs, quizàs, quizàs".
Autore critica:Emanuela Martini
Fonte critica:Film TV
Data critica:

8/11/2000

Critica 3:
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Fonte critica:
Data critica:



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