Vertical Features Remake - Vertical Features Remake
Regia: | Peter Greenaway |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede |
DVD: | |
Genere: | Documentario |
Tipologia: | Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Peter Greenaway |
Sceneggiatura: | Peter Greenaway |
Fotografia: | Peter Greenaway |
Musiche: | Brian Eno, Michael Nyman |
Montaggio: | Peter Greenaway |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | |
Produzione: | Peter Greenaway con il contributo dell'Arts Council of Great Britain |
Distribuzione: | British Film Institute |
Origine: | Gran Bretagna |
Anno: | 1978 |
Durata:
| 45’
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Trama:
| Lo scienziato Tulse Luper, sta conducendo, per conto di un misterioso ente, il "Session Three", degli studi per valutare l'apporto dell'azione dell'uomo sull'ambiente. Il risultato delle ricerche - l'organizzazione di una serie di immagini, disegni, fotografie, schemi e appunti sul paesaggio - è sintetizzato nel documentario di protesta "Vertical Lists" o "Vertical Features", andato perduto. Nel tentativo di riproporre le reali intenzioni di Luper nella sua opera originale, l'Institute of Reclamation and Restoration commissiona quattro versioni del film. Alla fine di ogni opera, infatti, si sviluppa un'intricata e bizzarra polemica letteraria sulle operazioni di restauro filologico causate dai materiali di Luper via via ritrovati e contenenti nuove indicazioni sul progetto.
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Critica 1: | È degno di nota come i film di Greenaway abbiano assorbito piuttosto che esibito i dogmi imperanti nell'avanguardia inglese degli anni '70. Così Vertical Features Remake esplora e abbraccia due strategie classiche del cinema di avanguardia - il landscape film e il film strutturalista. Ci sono riprese statiche di elementi verticali del paesaggio inglese, da steccati ad alberi, a pali per il gioco del rugby, con un montaggio strutturale che ripete lo stesso materiale per quattro volte, ma ogni volta secondo una diversa pro-
pressione matematica di lunghezza della pellicola, in ordine ascendente. Si fosse fermato qui, Vertical Features Remake costituirebbe un esempio di rigore sperimentale. Ma Greenaway stende sul film un racconto elaborato, che vede coinvolti una serie di personaggi ricorrenti nel proprio mondo mitologico. (...) E così il film, simulando le forme e gli schemi concettuali dell'avanguardia sovvenzionata, allo stesso tempo si fa beffe di quel processo dall'interno. Questo è un film landscape-strutturalista. Ma è anche una parodia acuta e sfuggente del pensiero burocratico che sovvenziona quelle forme fin dagli anni '60 (...). |
Autore critica: | |
Fonte critica | Peter Greenaway, Audino Ed. |
Data critica:
| 1995
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Critica 2: | Un membro dell'Istituto per la Bonifica ed il Ripristino descrive le fasi di un progetto, chiamato Vertical Features, avviato da uno zelante dipendente dell'Istituto di nome Tulse Luper.
Si trattava di un'esercizio sul tema ‘struttura e organizzazione' che prevedeva l'ordinamento di un buon numero di immagini di fattezze verticali di un certo interesse.
Da questo progetto nasce un breve film che però scompare. Da alcuni carteggi e fotografie rinvenuti si scopre che la struttura (lei film era basata sul quadrato del numero 11: Mentre l'Istituto realizza un remake del film, si scatenano una serie di polemiche relative agli effetti nocivi provocati da una fantomatica organizzazione sul paesaggio europeo. Altri remake vengono approntati ma comincia già ad apparire evidente che l'intento di Tulse Luper era di dimostrare che il paesaggio si modifica senza il bisogno di elementi sintetici esterni. 11 suo film voleva essere un documento sul paesaggio domestico e la sua struttura un avvertimento (l'undicesima ora dell'undicesimo mese).
"È unfilm sulla riorganizzazione del paesaggio civilizzato. In Gran Bretagna quasi ogni zolla di terra è stata calpestata migliaia di volte: qui non vi sono zone desolate e nient'altro che vagamente rassomigli ad una landa desolata. È uno dei paesaggi al mondo che probabilmente sono stati più dipinti, disegnati e fotografati, e Vertical Features Remake è dedicato a questo patrimonio''. |
Autore critica: | M. Chiviri |
Fonte critica: | Peter Greenaway, Comune di Venezia |
Data critica:
| 1991
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Critica 3: | La natura ambigua della rappresentazione, della produzione e riproduzione, è esplorata ulteriormente in Vertical Features Remake (1978), che sceglie di mostrare la rappresentazione come ri-presentazione, con particolare riguardo al medium cinematografico.
«Questo film ha riferimenti visivi ai Misteri del giardino di Compton House, per il modo in cui è strutturato, con la ripresa degli stessi paesaggi in diversi momenti della giornata, allo scopo di vedere come la luce abbia cambiato le forme, le linee, le ombre e che senso essi acquistano in questi momenti differenti», dice Greenaway.
Nel film un membro di un fantomatico, kafkiano, Istituto per la Bonifica e il Ripristino descrive le fasi di un progetto, chiamato "Vertical Features", avviato da un dipendente dell'istituto che si chiama Tulse Luper. Luper aveva cominciato ad ordinare alcune immagini di forme verticali. Da quel progetto era nato un breve film, che però era scomparso. Da alcuni carteggi e fotografie rinvenuti si scopre che la struttura del film era basata sul quadrato del numero 11. L’Istituto allora realizza un remake del film; ma nel frattempo si scatenano una serie di polemiche sugli effetti nocivi provocati sul paesaggio europeo da una fantomatica organizzazione. Altri remake vengono approntati.
La fotografia di Tulse Luper, alter ego di Greenaway, figura all'inizio e alla fine del film, come fosse la copertina di un libro. I giochi, a partire dal numero 11, si moltiplicano: la voce off spiega che Tulse Luper ha usato, nei suoi quaderni, una struttura di 11 serie di 11, e ci dice che la cifra 121 è palindroma, cioè può essere letta sia in un senso che nell'altro. Il film, nel frattempo, ci dà 11 inquadrature di ugual durata, riprese in differenti luoghi e in differenti stagioni dell'anno, di oggetti verticali, tronchi d'albero o pali della porta del rugby... |
Autore critica: | G. Bogani |
Fonte critica: | Peter Greenaway, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 1995
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | |
Autore libro: | |
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