Tanguy - Tanguy
Regia: | Etienne Chatiliez |
Vietato: | No |
Video: | Lucky Red |
DVD: | La Repubblica,L'Espresso |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Diventare grandi |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Yolande Zauberman |
Sceneggiatura: | Etienne Chatiliez, Laurent Chouchan |
Fotografia: | Philippe Welt |
Musiche: | Pascal Andreacchio |
Montaggio: | Catherine Renault |
Scenografia: | Stephane Makedonsky |
Costumi: | Elisabeth Tavernier |
Effetti: | |
Interpreti: | Andre' Dussollier (Paul Guetz), Sabine Azema (Edith Guetz), Eric Berger (Tanguy Guetz), Helene Duc (la nonna), Aurore Clement (Carole), Jean-Paul Rouve (Bruno), Roger Van Hool (Philippe), Richard Guedj (Patrick), Nathalie Krebs (Noelle), Delphine Serina (Sophie), Sachi Kawamata (Kimiko), Annelise Hesme (Margherite) |
Produzione: | Telema - Les Productions Du Champ Poirier - Tf1 Cinema - Tps Cinema |
Distribuzione: | Lucky Red |
Origine: | Francia |
Anno: | 2001 |
Durata:
| 110’
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Trama:
| Tanguy è un ragazzo di 28 anni, in procinto di laurearsi, parla il cinese e il giapponese ed ha una passione per la filosofia orientale. Conduce la sua vita in tranquillità con i genitori e non ha intenzione di andare via da casa almeno fino a dopo la tesi, cosa che dovrebbe aprirgli le porte di un lavoro a Pechino. Quando manca un mese alla sospirata laurea, Tanguy comunica ai genitori di aver deciso di rinviare tutto di un anno e mezzo per evitare di rovinare per la fretta il lavoro svolto Il padre prende la cosa con apparente tranquillità, ma la madre comincia ad essere infastidita da questo figlio che ingombra in casa e toglie a loro qualunque possibile momento di intimità. Tanguy non si decide neanche con la propria ragazza e così si diverte a portare a casa conoscenze occasionali che ospita per la notte e presenta ai genitori la mattina dopo a colazione. Quando non sopporta più la situazione, Edith, la madre, decide che il figlio deve essere in qualche modo spinto ad andare via. Così inizia a carico di Tanguy una serie di dispetti che dovrebbero indurlo ad uscire di casa. In effetti Tanguy ci prova, va in un appartamentino, ma vi resta poco: si sente male, accusa dolori, e ottiene di tornare a casa. Paul, su consiglio del giudice, sta per assoldare due malviventi per far picchiare il figlio. Ma prima che questo accada, Tanguy decide di andarsene a Pechino. Dopo qualche tempo i genitori vanno a trovarlo. Lui ora è indipendente, anche nel poco spazio di cui dispone, e sta per diventare padre.
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Critica 1: | Commedia forse non perfetta e con qualche compiacimento di troppo. Sicuramente però ha trovato un bersaglio più che mai adatto alla satira che viene condotta grazie a un terzetto di attori in sintonia. Il tutto raccontato con il giusto tasso di acidità. |
Autore critica: | |
Fonte critica | mymovies.com |
Data critica:
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Critica 2: | Sullo spunto di un soggetto ispirato a un fatto di cronaca italiano, con Tanguy il regista Etienne Chatiliez (quello di La vita è un lungo fiume tranquillo) ha scritto e diretto un film divertente che si impone nel contempo come una lezione sull´arte della commedia. Avendo avuto Molière, i francesi fanno tesoro ancora oggi di quel suo modo di assumere un tema sociale serio (l´avarizia, la malattia immaginaria, l´educazione delle ragazze) e trasformarlo in una cosa da ridere. E´ di scena il problema, attualissimo, dei giovani che restano attaccati alla casa a vita. Proprio come nella fortunata miniserie tv E non se ne vogliono andare (1988) con Turi Ferro e Virna Lisi. Se però Giorgio Capitani aveva scelto la strada di un sorridente realismo all´italiana, Chatiliez sconfina nell´ambito del paradosso. L´ormai trentenne Tanguy (Eric Berger) è ineccepibile in tutto: nei suoi brillanti studi di orientalista, nell´educazione e nell´attaccamento per i genitori. Ma, al pari di molti figli, considera la casa come un albergo dove andare e venire a piacimento magari accompagnato dalla ragazza di turno; e Edith (Sabine Azema) e Paul (André Dussollier) non ne possono più, lei soprattutto, di questa presenza diventata ingombrante. Così decidono di mettere in opera una serie di dispetti e angherie per far capire al rampollo che è tempo di fare il nido altrove. Ci vuol altro, però, per scuotere l´imperturbabile Tanguy, che a un certo punto (ed è l´acme della crisi) decide di rimandare di un anno e mezzo la sua attesissima partenza per la Cina. Qui il racconto va pericolosamente sopra le righe, un po´ nel gusto provocatorio dei film di Marco Ferreri, con sviluppi grotteschi della faccenda che finisce in tribunale. Tuttavia, anziché incrinarsi, il gioco tiene bene anche perché affidato a due virtuosi della recitazione umoristica quali Dussollier e la Azema, ben sostenuti dal giovane Berger e dagli altri. Annunziato da folate di musica cinese, il finale ai piedi della Grande Muraglia è rassicurante: la vita è davvero un fiume tranquillo e porta sempre da qualche parte. |
Autore critica: | Alessandra Levantesi |
Fonte critica: | La Stampa |
Data critica:
| 18/3/2002
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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