Bonus Malus -
Regia: | Vito Zagarrio |
Vietato: | No |
Video: | Video Club Luce |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Il lavoro |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Francesco Bruni |
Sceneggiatura: | Francesco Bruni, Luigi Guarnirei, Enzo Monteleone, Vito Zagarrio |
Fotografia: | Renato Tafuri |
Musiche: | Antonio Di Pofi |
Montaggio: | Cecilia Zanuso |
Scenografia: | Paola Bizzarri |
Costumi: | Maria Giovanna Caselli |
Effetti: | |
Interpreti: | Claudio Bigagli (Marco Altoviti), Gigio Alberti (Andrea), Felice Andreasi (Padre Marco), Claudio Bisio (Baldini), Claudio Botosso (medico), Giulia Boschi (Valeria), Athina Cenci (Signora Carletti), Francesca D'Aloja (Paola), Lorella De Luca (madre Marco), Antonella Fattori (Cristina), Maddalena Fellini (Signora Cecchi), Carlo Monni (Gambacciani), Novello Novelli (Sig. Cecchi), Leonardo Pieraccioni (Nedo), Massimo Sarchielli (Bestini) |
Produzione: | Cavadaliga - Surf Film - Istituto Luce |
Distribuzione: | Istituto Luce |
Origine: | Italia |
Anno: | 1993 |
Durata:
| 96’
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Trama:
| Il metodico Marco Altoviti fa con scrupolo il suo lavoro di ispettore in Toscana presso una società di assicurazione, sotto le direttive dell'agente principale signora Carletti. E' un uomo insoddisfatto poiché ha scoperto polizze dubbie: Baldini, di Grosseto, è un traffichino e intrattiene rapporti con una Compagnia concorrente; a Viareggio l'anziano Cecchi si trova in lotta per i clienti con il figlio; Bertini, a Montecatini è nei pasticci per un assicurato morto di tumore sei mesi dopo il contratto; del direttore dell'agenzia di Siena non sfuggono all'ispettore i punti deboli della polizza sull'automobile di un certo Sbrana, implicato in un incidente. La signora Carletti impone a Marco metodi nuovi stimolando tutti per ottenere altri clienti. Ma Altoviti sente di non farcela più. In più la sua vita privata è negativa: si è allontanata la fidanzata Cristina, lo lascia l'amante perché incinta; parte per il Burkina Faso l'amico Andrea, che pensa di vivere meglio in Africa. Con Valeria - giovane madre sola con un bambino - il suo rapporto si rivela inconcludente. Deluso ed annoiato da compagnie occasionali, Altoviti pensa di lasciare polizze ed ispezioni e raggiungere Andrea in Africa. Una sera in cui il suo umore è particolarmente tetro decide invece per il suicidio e si lancia con l'auto in mare riemergendo, tuttavia, vivo.
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Critica 1: | Efficiente ispettore di una compagnia di assicurazioni programma con puntiglio di carrierista la sua vita professionale, sentimentale ed erotica, finché gli fa visita l'imprevisto. Un settore sociale raramente visitato dal cinema italiano, una discreta squadra d'interpreti, un'amara ricognizione della provincia italiana, ma quasi nulla è approfondito in questo secondo film di un regista fiorentino (1953) che viene dalla critica. |
Autore critica: | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Fonte critica | |
Data critica:
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Critica 2: | Quanti film attorno al grande equivoco della piccola Italia. Quante storie scavate nel velleitario minimalismo degli eroi minuscoli di un Paese inciampato nella disillusione. L'Italia si guarda allo specchio con un orecchio alle cronache tangentizie dei tiggì, e i nostri film si nascondono sempre più nel cono d'ombra d'una cattiva coscienza ormai diffusa. Personaggi piccoli piccoli, per storie piccole piccole, per un cinema piccole piccolo: tendenza è alla miniatura autofustigante e, soprattutto, autoironica, perché, come diceva Nanni Moretti, Alberto Sordi ce lo meritiamo e nel nostro filmico DNA la "commedia' (all'italiana, o semplicemente "italiana", come dicono i francesi) ha piantato solide radici.
Bonus malus, opera seconda di Vito Zagarrio, nasce da un soggetto di Francesco Bruni segnalato al premio Solinas. Un bel soggetto, su un personaggio che vede crollare il muro delle sue certezze e trasforma la confusione in ricerca; un soggetto venato di una potenziale amarezza, che nelle mani di Zagarrio e Monteleone s'è trasformato nell'ennesima commedia sull'italiano piccolo piccolo che scopre la miseria della sua vita. (…) Ed è un peccato, perché il Marco Altoviti impiegato assicurativo in carriera è un bel personaggio, che meritava d'esser sviluppato più in profondità di quanto abbia consentito l'ancoraggio attualizzante all'Italietta d'oggi. La sua ligia corsa alla promozione, nascosta dietro la perbenistica facciata dell'onestà, avrebbe potuto parlare un linguaggio più profondamente umano, e invece Zagarrio sceglie la comoda strada della metafora sul Bel Paese dei truffatori e dei grandi furbi, appiattendo il film sulla storia di un ingenuo che apre gli occhi su una realtà fatta di confusione e imbrogli. Il lavoro di Marco consiste infatti nel controllare l'operato delle agenzie di zona, girando di città in città: l'arida realtà dell'agiata provincia centrosettentrionale (siamo in Toscana) si svela dunque pian piano ai suoi occhi, e per l'impiegato assicurativo diviene sempre più difficile capire dove sta il bene e dove il male. Non è sposato né fidanzato (storie varie lo attendono in alcune città, una delle quali potrebbe essere anche più seria delle altre), perde tempo con gli amici senza sapersi divertire veramente, accetta le avances della sua direttrice senza considerarne la meschinità: Marco è insomma uno dei tanti individui che preferiscono non aprire gli occhi la mattina, da svegli, e per abitudine li tengono chiusi anche di notte, impedendosi di sognare. La confusione però s'impossessa di lui sotto forma di stress e lo sprofonda nel panico quando scopre che persino a casa l'ipocrisia ha coperto per anni la storia della madre con un amante. Niente si salva, dunque, sotto l'italico sole e per Marco non resta che l'assurdo gesto chiarificatore d'un tuffo in mare con l'automobile, dal quale ripartire con le idee fresche (…). |
Autore critica: | Massimo Causo |
Fonte critica: | Cineforum n. 327 |
Data critica:
| 9/1993
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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