Marnie -
Regia: | Alfred Hitchcock |
Vietato: | No |
Video: | De Agostini |
DVD: | Universal |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dal romanzo omonimo di Winston Graham |
Sceneggiatura: | Jay Presson Allen |
Fotografia: | Robert Burks |
Musiche: | Bernard Herrmann |
Montaggio: | George Tomasini |
Scenografia: | Robert F. Boyle |
Costumi: | Edith Head, James Linn, Rita Riggs |
Effetti: | Robert F. Boyle |
Interpreti: | Tippi Hedren (Marnie Edgar), Sean Connery (Mark Rutland), Diane Baker (Lil Mainwaring), Martin Gabel (Sidney Strutt), Louise Latham (Bernice Edgar), Henry Beckman (primo detective), Bruce Dern (marinaio), Edith Evanson (Rita), Mariette Hartley (Susan Claborn), John S. Launer (Sam Ward), Alan Napier (Mr. Rutland), Bob Sweeney (il cugino Bob), Meg Wyllie (la signora Turpin) |
Produzione: | Alfred Hitchcock per la Universal |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Usa |
Anno: | 1964 |
Durata:
| 130’
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Trama:
| L'industriale Mark Rutland ha sposato una ragazza affetta da cleptomania, Marnie. La ragazza non riesce a ricambiare le effusioni del marito e tutti i tentativi di questi per sciogliere la barriera di freddezza della giovane s'infrangono miseramente. Mark comprende che Marnie deve le sue debolezze psichiche ad una drammatica esperienza che ha turbato la sua infanzia. Decide cosi' di recarsi con Marnie a casa della madre di questa per trovare la spiegazione dello strano comportamento della moglie. In un drammatico colloquio, Mark apprenderà che Marnie, ancora bambina, uccise un occasionale accompagnatore della madre, donna di facili costumi, che si assunse poi la responsabilità del delitto, scagionando,la piccola. Dopo quell'episodio Marnie evito' con tutte le sue forze di avvicinare gli uomini ed inizio' a rubare per un inconscio senso di gratitudine verso la madre, alla quale permise di vivere nel benessere. Finalmente guarita dal suo incubo, Marnie puo' iniziare con Mark una serena vita coniugale.
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Critica 1: | Un ricco industriale scopre, poco dopo le nozze, che la bella moglie è sessualmente frigida e cleptomane. Le cause sono in un drammatico episodio dell'infanzia. Rivissuto l'incubo, la donna potrà guarire. Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati: attraverso l'artificiosità è una riflessione sull'impotenza, ma anche una storia d'amore in cui s'alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Una borsa gialla, si presume piena, di una bella donna su una banchina della stazione, una cassaforte vuota. E’ Marnie, una ragazza, interpretata da Tippi Hedren, che con le sue movenze e le sue azioni sottili conduce il film disegnato dal maestro Hitchcock. La sua salvezza sarà un incontro, quello con il bel Sean Connery, reduce dai due primi film di James Bond, che la redimerà dalla sua vita di furti e sotterfugi.
Marnie è un film sul passato, su ciò che è stato, sull’infanzia che cambia la vita, sui rapporti familiari e quelli personali. E su tutto domina il colore. Il colore è l’elemento della paura e della redenzione. Il colore rosso è l’elemento chiave che colpisce la protagonista e la terrorizza fino dalle prime sequenze. Hitch tratta il film in modo che in parte potrebbe considerarsi oggi vecchio, passato, con colpi di luce che allo spettatore possono sembrare artefatti non reali. Ma è un racconto a ritroso di rapporti con la madre e con quella che è stata la giovane vita della protagonista. I primi anni della vita segnano ognuno di noi e come viviamo i primi passi, il rapporto con i genitori non può non marchiare indelebilmente il futuro.
Non un capolavoro come molti altri film di Hitchcock, non è Notorius - L'amante perduta né Delitto perfetto, ma è una storia in cui l’amore, la passione, l’intesa fra il protagonista maschile e quella femminile nasconde nel suo sottile gioco di effusioni, sguardi ammiccanti, e baci rubati una realtà molto più vicina alla vita odierna. Il colore rosso scrivevamo prima, è il “driver” delle sequenze di terrore e di suspense. Ogni volta che compare sulla scena lo spettatore deve tremare. Da un punto di vista semiotico il rosso è pericolo e anche una metafora del sangue che fa urlare Tippi, quietata solamente da un bacio del dolce Sean. Il rosso ha segnato gli ultimi lavori che il maestro del brivido ha realizzato prima di questo lungometraggio, ultimo fra tutti Gli uccelli che forse non rende giustizia al suo tocco registico, leggero ma incisivo.
In conclusione Marnie è un film di transizione, un momento di riflessione dopo un successo di pubblico che non sempre porta consiglio. Così il maestro si è fermato ed ha realizzato un film in cui gli elementi non rivelati sono sempre presenti, avvicinandosì tuttavia ad una realtà più personale e più intima. |
Autore critica: | Mattia Nicoletti |
Fonte critica: | cinema.castlerock.it |
Data critica:
| 18/11/2003
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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