Come in uno specchio - Sasom i en spegel
Regia: | Ingmar Bergman |
Vietato: | 14 |
Video: | San Paolo Audiovisivi |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Ingmar Bergman |
Sceneggiatura: | Ingmar Bergman |
Fotografia: | Sven Nykvist |
Musiche: | Erik Nordgren |
Montaggio: | Ulla Ryghe |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Harriet Andersson Karin, Gunnar Biornstrand David, Lars Passgard Frederik detto Minus, Max Von Sydow Martin |
Produzione: | Svensk Filmindustri |
Distribuzione: | Collettivo dell’Immagine - Cineteca dell’Aquila |
Origine: | Svezia |
Anno: | 1961 |
Durata:
| 89'
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Trama:
| Karin, col marito medico Martin, il fratello Minus ed il padre scrittore David, trascorrono le vacanze su un'isola dei mari del Nord. Karin, uscita da una clinica psichiatrica, preoccupa molto Martin, che l'ama e che sa come la donna sia incurabile. Non conosce pero' le sue periodiche allucinazioni durante le quali Karin si reca in una camera in soffitta e ode alcune voci che le annunciano la venuta di un qualcuno, che ella è convinta essere Dio. David, d'altro canto, pur amando la figlia, è preoccupato dei suoi successi di scrittore e annota i sintomi della malattia di Karin su un diario per poterne eventualmente trarre l'ispirazione per un suo romanzo. Karin scopre questo diario e viene a sapere di essere senza speranza. Cio' provoca in lei un trauma e si confida con Martin, che cerca di consolarla. Durante una gita in barca, fra Martin e David, soli, avviene un colloquio piuttosto violento, durante il quale David comprende e ammette i suoi errori e cerca un riavvicinamento alla famiglia. Karin, intanto, rimasta sola sull'isola con Minus, confida al fratello le sue visioni nonchè il fatto che per vivere in questo nuovo mondo ella si allontana sempre piu' dal marito. Al ritorno di Martin e David, Karin chiede di ritornare in manicomio, distaccandosi per sempre da un mondo nel quale ormai non puo' trovare piu' pace. La sua decisione provoca peraltro un riavvicinamento fra Minus e il padre, i quali d'ora in poi riusciranno a comprendersi meglio.
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Critica 1: | Ritmato dalla Suite n. 2 in re minore per violoncello (E.B. Bengtsson) di J.S. Bach, è un quartetto di figure che apre il cinema da camera di I. Bergman. I quattro prigionieri dell'isola sono dei "mutanti" a loro dispetto anche se nessuna mutazione potrà avere un futuro. Uno dei film più angosciosi e sconvolgenti sulla follia. Finale slegato. "... è un inventario prima della svendita ... la mia intenzione era di descrivere un caso di isterismo religioso ..." (I. Bergman). Oscar 1962 per il film straniero. Il titolo è tolto dalla Prima Lettera ai Corinti di san Paolo (XIII, 12). |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Modellato su un quartetto d'archi (la fuga numero 2 in fa minore per violoncello di Bach) Come in uno specchio è anche un quartetto di figure. Padre, figlie, figlia, marito della figlia in vacanza su un'isola del Baltico. Vacanza tremenda, perché non fa che commisurare l'inconciliabilità dei personaggi proprio nel momento in cui i rapporti esplodono con un rovinio da terremoto: le ultime ventiquattr'ore di una famiglia che non è più tale da un pezzo, in quanto aberrazioni sessuali, incomprensione e schizofrenia hanno già sbrecciato ciascuno dei quattro. La ragazza Karin è tendenzialmente pazza e il padre, nel deterioramento mentale di lei, scorge soltanto lo spunto per un romanzo con il quale spera di acquistare gran notorietà letteraria. Contro quest'altra alienazione, Karin cerca scampo lassù nel solaio, con il giovane fratello, dove lo scampo può assumere qualunque parvenza, condurre ai contatti più incorporei e più voraci, e vi è sublimazione così nella preghiera come nell'incesto. Nella ristretta cinta dell'isola tutto assume un impressionante sentore di convertibilità, di rimando senza tregua. Nessuno scorge il proprio male ma lo legge negli altri “come in uno specchio”, come una rivelazione senza scopo. I quattro prigionieri dell'isola sono del “mutanti” a loro dispetto, anche se nessuna mutazione potrà avere un futuro. Straordinario circolo chiuso, in cui roccia sotto i piedi e cielo sopra la testa hanno lo stesso spessore del silenzio. Si avverte che Bergman ha deciso di fare tabula rasa intorno ai suoi personaggi, com'egli stesso ha annunciato passando da Come in uno specchio a Luci d'inverno. |
Autore critica: | Tino Ranieri |
Fonte critica: | Ingmar Bergman, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 12/1974
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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