Lothringen! - Lothringen!
Regia: | Danièle Huillet; Jean-Marie Straub |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova - visionabile solo in sede |
DVD: | |
Genere: | Storico |
Tipologia: | La memoria del XX secolo |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Danièle Huillet, Jean-Marie Straub |
Sceneggiatura: | Maurice Barres |
Fotografia: | E. Collino, Christophe Pollock |
Musiche: | |
Montaggio: | Danièle Huillet |
Scenografia: | |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Emmanuelle Straub |
Produzione: | Saarländischer Rundfunk - Pierre Grise, Paris |
Distribuzione: | Non reperibile in pellicola |
Origine: | Germania - Francia |
Anno: | 1994 |
Durata:
| 21’
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Trama:
| Il regista Jean-Marie Straub è nato a Metz, città della Lorena simbolo della conflittualità, ma anche del desiderio di fusione, tra cultura e storia franco-tedesca. Lo stesso Straub è a sua volta un simbolo di tale contraddizione: cittadino francese, ma esule in gioventù in Germania. Il film è una sorta di riflessione storico-geografica sulla città e, indirettamente, sugli uomini "di confine".
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Critica 1: | Lothringen, che vuol dire Lorena: quella del 1870, all'epoca dell'occupazione prussiana rivive sulle parole di Maurice Barrès in Colette Baudoche. Metz: l'odissea di un popolo intero costretto a rinunciare alle proprie istituzioni, alla propria scuola, alla propria lingua. Poi, ad andarsene.
Gli Straub, secondo la loro tradizione, filmano in immense, lentissime panoramiche la città vista dalla periferia, la campagna circostante. Panoramiche da sinistra a destra; che poi riprendono, rinvengono dalla destra a sinistra. Forse anche perché il tutto dura non più di una ventina di minuti...il tutto sembra meno appartenere a quell'esercizio di stile intellettualistico che contraddistingue altre opere della coppia. Qui l'immobilità, la trasparenza, la neutralità del paesaggio sembra riflettere l'eternità, l'ineluttabilità di una situazione. Gli oggetti, l'aria, i colori, i suoni apparentemente banali si caricano - proprio per questa loro normalità, proprio per l'assenza di un intervento formale - di una verità (o, perlomeno, di una presunzione di verità) che distingue questo sguardo cinematografico da tutti gli altri. |
Autore critica: | Fabio Fumagalli |
Fonte critica | rtsi.ch/filmselezione |
Data critica:
| 12/8/1994
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Critica 2: | Un approccio che diventa forzatamente più radicale in autori come Straub e Huillet per i quali da sempre il massimo di "rispetto" del reale coincide con il massimo di finzione. Nei venti minuti di Lothringen!, la memoria della Lorena francese del 1870, repressa ed espropriata dagli occupanti vincitori tedeschi, è raccontata nella banda suono dalla voce fuori campo di Danièle che riporta un testo di Barrès (sì, proprio
ultrareazionario Maurice Barrès) e nelle immagini da panoramiche della Metz di oggi, immagini che come sempre in Straub/Huillet hanno un respiro, una nitidezza che è anche sonora, una precisione di percorso che ci fa vedere "per la prima volta" un campo, un fiume, una cattedrale. La Storia è visibilmente, violentemente impressa nei segni che ancora possiamo distinguere, nelle pietre come nella configurazione di una paesaggio, ma questa volta, in più, Straub e Huillet vogliono affidare la loro testimonianza di non riconciliazione (insieme antieuropea e antinazionalista) alla figura in costume della figlia Emmanuelle interprete, ma solo come effigie (il racconto è ancora una volta fuori campo), del personaggio di Barrès che dice no a un matrimonio prestigioso equivalente all'accettazione della nazionalità tedesca. |
Autore critica: | Fabrizio Grosoli |
Fonte critica: | Cineforum n. 337 |
Data critica:
| 9/1994
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Critica 3: | (…) per StraubHuillet, a Pesaro '95 con Lothringen! (Lorena!), l'astrazione contemplativa continua ad essere forma unica del dire. Qui il presupposto è autobiografico ma rimosso: l'occasione è fornita da una trasmissione di Arte dedicata alla Lorena (regione che ha dato i natali a Jean-Marie Straub), e il pretesto è costituito dal romanzo di Maurice Barrès «Colette Baudoche», sorta di testo sacro della Lorena francese (e di casa Straub) negli anni teutonici. Naturalmente Straub e Huillet forano l'intento tematico-rievocativo e costruiscono uno dei loro documenti in cui lo spazio, la luminosità, le vibrazioni della fissità, lo scivolare dello sguardo sul paesaggio, la contemplazione degli eventi infinitesimali hanno il predominio. |
Autore critica: | Massimo Causo |
Fonte critica: | Cineforum n. 347 |
Data critica:
| 9/1995
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | |
Autore libro: | |
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