Iris - Un amore vero - Iris
Regia: | Richard Eyre |
Vietato: | No |
Video: | Disney |
DVD: | |
Genere: | Biografico |
Tipologia: | La condizione femminile |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dai libri "Iris and Her Friends" e "Elegia per Iris" di John Bayley |
Sceneggiatura: | Richard Eyre, Charles Wood |
Fotografia: | Roger Pratt |
Musiche: | James Horner |
Montaggio: | Martin Walsh |
Scenografia: | Gemma Jackson |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Kate Winslet (Iris Murdoch da giovane), Hugh Bonneville (John Bayley da giovane), Judi Dench (Iris Murdoch), Jim Broadbent (John Bayley), Eleanor Bron (Direttrice del collegio), Penelope Wilton (Janet Stone), Joan Bakewell (Presentatrice Bbc), Samuel West (Maurice da giovane), Timothy West (Maurice), Kris Marshall (Dott. Gudgeon), Derek Hutchinson (postino), Charlotte Arkwright (Phillida Stone da giovane), Harriet Arkwright (Emma Stone da giovane), Juliet Aubrey (Janet Stone da giovane), Juliet Howland (Emma Stone), Saira Todd (Phillida Stone) |
Produzione: | Anthony Minghella e Sydney Pollack per Bbc - Intermedia Films - Mirage Enterprises - Miramax Films |
Distribuzione: | Mediafilm |
Origine: | Gran Bretagna - Usa |
Anno: | 2001 |
Durata:
| 90'
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Trama:
| Ormai in età avanzata, la scrittrice inglese Iris Murdoch tiene una conferenza su "L'importanza della cultura". Un salto indietro, ed ecco Iris giovane, negli anni Quaranta, ormai in procinto di affermarsi nel campo accademico e letterario. Iris conosce John, timido e impacciato, i due si frequentano, benché lei non riesca a sottrarre al proprio spirito libero e vitalistico la tendenza a frequentare anche altri uomini e ad avere rapporti con loro. John lo sa, lo vede, ma i sentimenti reciproci proseguono, e il loro legame diventa matrimonio e vita vissuta insieme. Un giorno, nell'età della vecchiaia, Iris comincia a dimenticare le cose, a ripetere le frasi, a non avere più la percezione dei luoghi. Toccata dall'Alzheimer, non ricorda di aver scritto romanzi, e scappa sulla spiaggia non lontano dalla casa. La vita nel loro grande appartamento diventa difficile. John non tiene in ordine, ma è paziente e affettuoso con lei e, quando scompare, la cerca con grande affanno. Iris viene ricondotta a casa e lui quella notte le dice 'ti odio'. Di ritorno dai funerali dell'amica Janet, Iris si agita e fa andare la macchina fuoristrada. Allora la decisione del ricovero non può più essere rinviata. Liberatosi un posto in clinica, John l'accompagna. Solo pochi giorni, poi Iris muore. John si lascia andare al dolore e al pianto.
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Critica 1: | La radiografia della testa di Iris Murdoch, romanziera filosofa dublinese morta nel 1999, è perentoria. L'Alzheimer, inesorabile, trasforma il cervello in una landa nera e vuota. Cancella anche i mondi segreti e nascosti nei quali la protagonista ha continuato a rifugiarsi per quaranta anni e dai quali é tornata dal marito, il critico letterario John Bayley. È lui, nel suo libro Elegia per Iris (Rizzoli), a raccontare la cronaca di un amore intellettuale e di un matrimonio poco convenzionale e non esclusivo, etichettato come "bohèmien". Richard Eyre, solidissimo regista teatrale che per il cinema ha diretto "L'ambizione di James Penfield", rielabora gli scritti di Bayley, aggiunge e inventa. Cerca la formula di un film che non sia né un tradizionale biopic né una fiction. E questo non giova. Si concentra con innegabile fervore sul montaggio del tempo spostandosi tra il passato e il presente con incastri, slittamenti, déjà vu. Segue, commosso, i suoi quattro attori (si lasciano ammirare, ma con i quali non ci si identifica) per due ruoli: Dench e Winslet per Iris e Broadbent e Bonneville per John. Un film limaccioso come le acque in cui Iris nuota felice. |
Autore critica: | Enrico Magrelli |
Fonte critica | Film TV |
Data critica:
| 5/3/2002
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Critica 2: | Dice il regista Richard Eyre, bella tempra di teatrante, che Iris, la vita della scrittrice inglese Iris Murdoch, non è né una biografia né una fiction, ma si inserisce nello spazio poetico che c'è tra le due. Commovente perché rimbalza da una cosa vera e tangibile come una malattia, il film si ispira a Elegia per Iris (Rizzoli), toccante libro di memorie del prof. John Bayley, che fu per 43 anni marito della dublinese Murdoch e la assistette con amore durante gli anni del morbo di Alzheimer, fino alla morte l'8 febbraio 1999. Se è vero che il cinema ha riscoperto la cognizione del dolore e le rimozioni del lutto, Iris parla di morte in modo non retorico, commovente ma non ricattatorio, alternando spazio e tempo per mostrare anche la giovane Mrs Murdoch, studentessa in bicicletta nella Oxford anni ' 50, acuta, ribelle, prodiga, bisessuale. Se la scenografia è quanto di più inglese-loseyano si possa immaginare, se la costruzione a incastri temporali tra gioventù e vecchiaia è molto classica, se la vera personalità intellettuale della Murdoch rimane un poco nell'ombra, il regista prende al cuore quando racconta come si dissipa il patrimonio della mente di fronte alla malattia, il rapporto tra pensiero, espressione e linguaggio e quando racconta la quotidianità dell'affetto coniugale. Certo, ci volevano grandi attori ed Eyre li ha trovati, sono tutti e tre pronti all'Oscar: Kate Winslet è piena di entusiasmo, Jim Broadbent ha meravigliose sfumature e gli occhi di Judy Dench che guardano nell'infinito ormai senza più senso, sono uno dei regali più belli del cinema di oggi. |
Autore critica: | Maurizio Porro |
Fonte critica: | Corriere della Sera |
Data critica:
| 23/3/2002
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Critica 3: | Oxford, anni '90. Iris Murdoch e John Bayley sono ospiti d'onore al Somerville College, dove lei tiene un discorso di grande vivacità intellettuale. Passano sullo schermo i ricordi del marito; a cominciare dal colpo di fulmine che lo trafisse quando, quarant'anni prima, incontrò Iris a una cena. Nelle settimane seguenti le condizioni di salute della donna degenerano, provocandole penosi buchi nella memoria. Via via che il passato sfugge dalla mente di Iris, cui è stato diagnosticato l'Alzheimer, i ricordi si affollano in quella di John: la rivede giovane, grondante di vita e di passione. Per raccontare la storia della grande scrittrice inglese, Iris - Un amore vero assume il punto di vista del suo compagno. La narrazione si articola sul contrasto tra ricordi di lui, nitidissimi e struggenti, e la perdita, da parte di lei, di quell'immenso patrimonio d'intelligenza e amore. La sceneggiatura ha il merito di non ingessare la protagonista in un "santino", soffermandosi anche sulle difficoltà di coppia e sull'esuberanza sessuale di lei. Tutta l'alternanza tra le due diverse epoche gravita intorno a un periodo molto circoscritto della memoria dell'uomo, che nei flashback ci propone un'immagine di Iris trasgressiva (lei che nuota nuda, calata nelle forme generose di Kate Winslet), romantica e un po' datata, lasciando fuori-scena lunghi decenni di vita assieme. Ciò corrisponde, è vero, alla struttura dei libri di memorie che Bayley ha dedicato alla moglie; nella versione cinematografica, tuttavia, lascia come un senso d'insoddisfazione. Se il "title role" è dedicato a Iris, la scelta di Jim Broadbent per la parte di Bayley vecchio regala un'interpretazione da fuoriclasse: curiosa, la candidatura all'Oscar come non protagonista. Altra candidata alla statuetta, Judi Dench porta in dote al personaggio della donna senza ricordi tutta la sua memoria di grande attrice. |
Autore critica: | Roberto Nepoti |
Fonte critica: | la Repubblica |
Data critica:
| 23/3/2002
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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Autore libro: | |
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