Linciaggio - Lawless (The)
Regia: | Joseph Losey |
Vietato: | No |
Video: | Pantavideo |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Razzismo e antirazzismo |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dal romanzo "The Voice of Stephen Wilder" di Geoffrey Homes (pseudonimo di Daniel Mainwaring) |
Sceneggiatura: | Daniel Mainwaring |
Fotografia: | Roy J. Hunt |
Musiche: | Mahlon Merrick |
Montaggio: | Howard A. Smith |
Scenografia: | Lewis H. Creber |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | MacDonald Carey (Larry Wilder), Gail Russell (Sunny Garcia), Johnny Sands (Joe Ferguson), Lee Patrick (Jan Dawson), John Hoyt (Ed Ferguson), Lalo Rios (Paul Rodriguez), Maurice Jara (Lopo Chavez), Walter Reed (Jim Wilson), Herbert Anderson (Jonas Creel), Gloria Winter (Mildred Jensen) |
Produzione: | William H. Pine e William C. Thomas per Pine -Thomas Productions e Paramount Pictures |
Distribuzione: | Cineteca Palatina - Cineteca Griffith |
Origine: | Usa |
Anno: | 1950 |
Durata:
| 83’
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Trama:
| Implicato in una rissa, giovane messicano fugge. Si rifugia in casa di una bianca che sviene dalla paura e si ferisce. Si scatena una campagna razzistica contro la quale solo un giornalista si batte.
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Critica 1: | Tratto dal romanzo The Voice of Stephen Wilder di Geoffrey Homes (pseudonimo di Daniel Mainwaring). Secondo film di J. Losey, apprezzabile più per le intenzioni di denuncia sociale che per la scrittura ancora rozza. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | (Nel film) tutto è piegato e organizzato in nome di un messaggio che deve coinvolgere lo spettatore: la cittadina di Santa Martha che rimanda in parte allo sfondo di Fury di Fritz Lang (la differenza sta soprattutto nel fatto che qui la storia non è vissuta in prima persona, come accadeva a Spencer Tracy, il che comporta uno spostamento nei processi di identificazione, necessari al didascalismo, dalla vittima al testimone); il protagonista, Larry Wilder, giornalista bianco, dal luminoso passato progressista, ma ormai stanco di lottare e comunque, proprio per il suo passato, recuperabile (lo spettatore vi si può dunque riconoscere con esiti chiaramente edificanti); la protagonista Sunny Garcia, aggressiva giovane giornalista di colore, tutta ardore e libertà, che coinvolge nella propria lotta radicale sia Larry (attraverso una rivisitazione abbastanza coraggiosa e anticonformista, per quei tempi, dello stereotipo Boy meets girl), sia, di conseguenza, lo spettatore; Paul, il giovane perseguitato, il cui ruolo di vittima lo relega peraltro in secondo piano; il notabile progressista, «il genere di persona che si trova in tutte le piccole città, assolutamente incorruttibile, capace di prendere una posizione sacrificando quello che ha a quello in cui crede» (Losey), come se questo poi fosse sufficiente a farne un personaggio credibile e concreto; il poliziotto razzista; e via dicendo. Si tratta di personaggi il cui ruolo non è mai visto in divenire: sono stereotipi, la cui funzione essenziale è quella di predisporre una riconoscibilità immediata e a-problematica. Diventa così inevitabile, ma anche insignificante, l'happy end, una sorta di «e vissero felici e contenti» che vede Larry e Sunny promiscuamente intenti alla fondazione del nuovo giornale, cioè della nuova speranza: un happy end che risolve e contraddice tutti gli assunti precedentemente emersi. |
Autore critica: | Giorgio De Marinis, Gualtiero Cremonini |
Fonte critica: | Joseph Losey, Il Castoro Cinema |
Data critica:
| 3/1981
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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