Belle & Sebastien -
Regia: | Nicolas Vanier |
Vietato: | No |
Video: | |
DVD: | Biblioteca Panizzi |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Amicizia, Diventare grandi, I bambini ci guardano, Natura e ambiente |
Eta' consigliata: | Scuole elementari; Scuole medie inferiori |
Soggetto: | dal romanzo di Cécile Aubry |
Sceneggiatura: | Juliette Sales, Fabien Suarez, Nicolas Vanier |
Fotografia: | Éric Guichard, Laurent Charbonnier |
Musiche: | Armand Amar |
Montaggio: | |
Scenografia: | Sébastian Birchler |
Costumi: | Adélaïde Gosselin |
Effetti: | |
Interpreti: | Felix Bossuet (Sebastien), Tchéky Karyo (César), Margaux Chatelier (Angélina), Dimitri Storoge (Dottor Guillaume), Andreas Pietschmann (il tenente) Mehdi El Glaoui (André), Urbain Cancelier (Il Maggiore) |
Produzione: | Radar Films, Epithète Films, Gaumont |
Distribuzione: | Notorious Pictures |
Origine: | Francia |
Anno: | 2013 |
Durata:
| 98'
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Trama:
| Storia dell'intensa amicizia fra l'orfano Sebastian e il suo cane Belle, sullo sfondo la Seconda Guerra Mondiale. Sebastien infatti, colpito dalla dolcezza del grande cane dei Pirenei che abita nei boschi intorno al suo paese, si troverà a doverlo difenderlo dalle persone che lo ritengono un feroce e pericoloso predatore.
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Critica 1: | Belle & Sebastien costituiva un bel ricordo di serie tv d'animazione anni Ottanta, ma per una volta la rimodernatura in chiave cinematografica regge ottimamente il confronto. L'odissea di un binomio irresistibile come quello tra la femmina di pastore dei Pirenei e l'orfano ragazzino (...) acquista, infatti, grazie alla regia dell'ambientalista e romanziere Vanier, non a caso soprannominato il Jack London d'oltralpe, un rinnovato fascino riuscendo a fare interagire il paesaggio montano dell'Haute Savoie non come stucchevole belluria, bensì come «attore» supplementare o meglio parte integrante del racconto. Anche se l'amicizia che rende inseparabili il piccolo protagonista e la maestosa cagna chiama in causa l'incubo della seconda guerra mondiale e la fuga degli ebrei verso la Svizzera, lo snodo emotivo e drammaturgico risiede proprio in un senso dell'avventura e della natura primigenio, mentalmente e visivamente estraneo all'immaginario contemporaneo colonizzato dalla fantascienza e il fantasyhi-tech. Mentre la persecuzione dei due, inseguiti dagli abitanti locali armati che a torto ritengono l'animale il killer delle loro pecore, assume toni metaforici per forza di cose semplicistici, il prolungato, divertente e intelligente scambio d'espressioni che attiva comunicazioni e complicità tra Belle e Sebastien può essere, a nostro parere, tranquillamente raccomandato non solo al pubblico under 15. |
Autore critica: | Valerio Caprara |
Fonte critica | Il Mattino |
Data critica:
| 30/1/2014
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Critica 2: | (...) Abbiamo ripercorso la storia di Belle &Sebastien quando il film passò al festival di Roma, nella sezione «Alice nella città»: tutto nasce dalla serie televisiva creata dall'attrice/scrittrice Cécile Aubry negli anni '60. I telefilm francesi erano «dal vero», con attori (e cani), mentre la serie tv giapponese degli anni '80 (altrettanto famosa) era un cartone animato. La storia del piccolo Sebastien e del cane Belle ha quindi incrociato due generazioni, e questo spiega in parte il successo di cui sopra. Poi, si sa: l'amicizia fra bambini e cani è un classico del cinema e della tv, pensate a Lassie o a Rin-Tin-Tin. Aggiungete il fascino paesaggistico delle Alpi francesi, dove il regista Nicolas Vanier (apprezzato documentarista, amante delle riprese in ambienti estremi) ha trovato pane e immagini per i suoi denti; e condite il tutto con una giusta dose di «politicamente corretto», visto che la storia si svolge durante la seconda guerra mondiale e la coppia Sebastien/Belle si trova a combattere contro i nazisti, oltre che contro i pregiudizi anti-animalisti (e il finale è un omaggio, crediamo consapevole, al capolavoro dei capolavori: La grande illusione di Jean Renoir). Tutte queste componenti fanno di Belle & Sebastien un film «caldo», che si vede volentieri e che rassicura con passioni forti, pericoli scampati, slanci – anche politici – condivisibili. Così, in fondo, devono essere le fiabe. |
Autore critica: | Alberto Crespi |
Fonte critica: | L'Unità |
Data critica:
| 30/1/2014
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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