Femmine folli - Foolish Wives
Regia: | Erich Von Stroheim |
Vietato: | No |
Video: | Mondadori Video (Il Grande Cinema) |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Storia del cinema |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Erich Von Stroheim |
Sceneggiatura: | Erich Von Stroheim |
Fotografia: | William H. Daniels, Ben F. Reynolds |
Musiche: | |
Montaggio: | Arthur D. Ripley, Erich Von Stroheim |
Scenografia: | Richard Day, E. E. Scheeley |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Mae Bush Principessa Vera, Rudolph Christians Andrew J. Hughes, Miss Dupont Sua moglie, Dale Fuller La domestica, Maude George Principessa, Cesare Gravina Ventucci, il falsario, Malvina Polo Sua figlia, Erich Von Stroheim Conte Karamzin |
Produzione: | Carl Laemmle per la Universal Film |
Distribuzione: | Cineteca di Bologna |
Origine: | Usa |
Anno: | 1921 |
Durata:
| 90'
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Trama:
| Le losche trame del conte Sergius Karamzin che, insieme a due cugine, Olga e Vera, affitta una villa a Montecarlo e stringe amicizia con il diplomatico americano Andrew J. Hughes. Il conte corteggia la moglie del diplomatico mentre questi scopre che le due cugine barano al casinò. Hughes comprende l'imbroglio del conte e lo sfida a duello.
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Critica 1: | Prodotto da Carl Laemmle per la Universal a un costo enorme per l'epoca (un milione di dollari per 80000 metri di pellicola; l'edizione originale era di 6300, quasi 4 ore, prima ridotte dal produttore e poi sempre più scorciato dalle varie censure), è un melodramma a forti tinte che con irridente, irriverente e ribalda ironia Stroheim spinge sino alla caricatura. "L'autenticità, per Stroheim, è il momento in cui il bluff viene visto, in cui il cinema, aggirando la realtà, scopre il volto nascosto dei personaggi. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | Femmine folli è un apologo sull’ipocrisia, sulla meschinità umana, sulla falsità del mondo. Il discorso raggiunge il sadismo: c’è un cinismo spietato che è raro se non impossibile trovare negli anni ’20 (infatti la censura è intervenuta, portando il film da 6300 metri a 4200). Niente si salva nella rappresentazione di Stroheim: la falsità e/o la follia alberga non solo nelle "femmine" del titolo, ma in tutti i personaggi, indifferentemente. Non esiste in questo film un personaggio positivo: persino la serva (Maruska) ingannata dal conte Karamzin (Stroheim stesso) si macchia di un delitto orribile sconvolta dalla gelosia. Il discorso sulla falsità si può intendere anche da un punto di vista metalinguistico, relativamente al cinema come rappresentazione falsa della realtà: Stroheim volle ricreare in studio a grandezza naturale alcuni ambienti di Montecarlo; il protagonista, come Stroheim, è un falso nobile ed agisce in una città finta al pari di Hollywood; attraverso la creazione di un (ulteriore) universo fittizio Stroheim smaschera l’ipocrisia insita nell’uomo e nel mondo, ossia si serve della falsità per parlare di essa. L’originalità, lo spessore, la spietatezza di questo film sono incredibili ancora oggi. |
Autore critica: | |
Fonte critica: | oxide.interfree.it |
Data critica:
| 11/1999
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Critica 3: | |
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Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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