Brucio nel vento -
Regia: | Silvio Soldini |
Vietato: | No |
Video: | Albachiara |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Il lavoro, Migrazioni |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Silvio Soldini, Doriana Leondeff dal romanzo "Ieri" di Agota Kristof |
Sceneggiatura: | Silvio Soldini, Doriana Leondeff dal romanzo "Ieri" di Agota Kristof |
Fotografia: | Luca Bigazzi |
Musiche: | Giovanni Venosta |
Montaggio: | Carlotta Cristiani |
Scenografia: | Paola Bizzarri |
Costumi: | Silvia Nebiolo |
Effetti: | |
Interpreti: | Ivan Franek (Tobias), Barbara Lukešová (Line), Caroline Baehr (Yolande), Ctirad Götz (Janek), Filip Gottschalk (Tobias a 6 anni), Kamila Bednáøova (Line a 6 anni), Tomáš Kadlec (Tobias a 12 anni), Jitka Jeková (madre), Jaromír Dulava (padre), Cécile Pallas (Eve), Petr Forman (Pavel), Pavel Andel (Kristof) |
Produzione: | Lionello Cerri per Albachiara – Rai Cinema – Vega Film - RTSI |
Distribuzione: | Rai Cinema |
Origine: | Italia-Svizzera |
Anno: | 2001 |
Durata:
| 118’
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Trama:
| Tobias vive in Svizzera e lavora come operaio in una fabbrica di orologi. Si è trasferito qui lasciando il suo paese natale convinto di aver ucciso la madre e il suo amante, padre illeggittimo dello stesso Tobias e padre naturale di Line, della quale il giovane è ossessivamente innamorato e che non vede da più di vent'anni. Un giorno Line compare alla catena di montaggio della fabbrica, trasferitasi anche lei in Svizzera con il marito e una figlia.
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Critica 1: | Un’ossessione d’amore, il sogno di un affetto e di una famiglia insegue tutta la vita Tobias, nato in un villaggio senza nome in un paese senza importanza, segnato da un’infanzia «colpevole» (ha accoltellato l’amante della madre prostituta), operaio straniero dell’Est che svolge in suolo svizzero la «corsa idiota» della vita. Il nuovo, bellissimo film di Silvio Soldini Brucio nel vento dopo un folgorante inizio in digitale in cui caschiamo dentro l’incubo del protagonista, ci porta dentro la sua angoscia esistenziale e sociale, così come il film si altalena tra le cupezze di un disadorno realismo e la voglia di affetti fantastici. Il riferimento è Il grido di Antonioni, con la figura di un uomo che il lavoro rende estraneo anche a se stesso ma che in un mondo straniero offre un non corrisposto amore. Venato da una patologica vena sentimentale che finisce in un imprevisto lieto fine, il film è la riprova che Soldini sa riprendere anche gli stati d’animo. Tobias, dopo un’infanzia tragica attende da sempre di incontrare la sua metà, la compagna di scuola Line, oggetto di una passione incestuosa (è la sorellastra) che comunque si realizzerà, anche se la donna si ritrova moglie, madre. Dando così un segno positivo al lungo racconto di Agota Kristof «Ieri» (Einaudi) cui si è ispirato, il regista conferma la vitalità espressa in Pane e tulipani senza tradire il suo cinema sugli sconfitti dalla vita. Alle prese col Cinemascope e il primo eroe maschile (il nuovo e meraviglioso attore Ivan Franek), Soldini brucia un frenato melodramma che ci invita a mettere in gioco tutte le nostre regole sentimentali. |
Autore critica: | Maurizio Porro |
Fonte critica | Corriere della Sera |
Data critica:
| 19/1/2002
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Critica 2: | Si è parlato molto, la scorsa stagione, di rinascita italiana, quando il talento consolidato di Nanni Moretti e quello emergente di Gabriele Muccino hanno fatto sperare in una nuova fioritura del nostro cinema. Poi lo sboccio con la parziale delusione di Venezia è parso frenato. Però la rinascita c'è. Lo dimostra una produzione coraggiosa e difficile come Brucio nel vento, film forse non perfetto ma bello, intenso e struggente diretto da Silvio Soldini. La storia, adattata dal breve romanzo di Agota Kristof "Ieri", è incentrata su un fantasma d'amore; ennesima riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che le storie migliori sono quelle che raccontano un'ossessione. Figlio di una giovane prostituta di villaggio, Tobias fugge all'Ovest dopo avere accoltellato l'amante della madre. Non vi trova un'aria serena, ma un triste lavoro alla catena di montaggio, una vita grama tra altri emigrati alle prese con la povertà e le umiliazione quotidiane. Tobias, invece, vuole scrivere e amare: amare Line, che ha conosciuto da bambino e cerca in tutte le donne che incontra. Un giorno giunge in Svizzera, nella fabbrica in cui lavora il giovane, proprio Line. E' sposata, ha una bambina, è sorella di Tobias per via paterna; nessun ostacolo, però, sembra insormontabile al visionario innamorato. Brucio nel vento è il film migliore di Soldini, nettamente superiore al celebrato Pane e tulipani. Per gradi, il regista installa un'atmosfera di squallore poetico quanto mai suggestiva e contagiosa, facendoti sposare la pazzia d'amore di un personaggio che all'inizio appare bizzarro, poi si conquista la tua solidarietà e il tuo affetto. Lui soprattutto e il carisma dell'interprete Ivan Franek non ha una parte secondaria in ciò ma anche la trepida Line, il patetico Janek, affamato di patate e di contatti umani, e altri caratteri di contorno. Nella colonna delle cose meno riuscite vanno iscritte l'improvvisa accelerazione degli eventi (e del ritmo cinematografico) nell'ultima parte, le allucinazioni di Tobias, il commento musicale un po' troppo straziante di Giovanni Venosta. Però il bilancio è largamente in attivo; c'è da restare sorpresi, anzi, per la qualità del risultato a fronte di problemi, estetici e produttivi, di cui è intuibile la complessità. Ottimo il doppiaggio di Fabrizio Gifuni e Licia Maglietta; anche se gli spettatori più sofisticati non vorranno perdersi l'edizione originale con sottotitoli. |
Autore critica: | Roberto Nepoti |
Fonte critica: | la Repubblica |
Data critica:
| 20/1/2002
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Critica 3: |
Il mondo degli emigrati dall´Europa dell´Est nella Svizzera francese. Una storia d´amore tra fratellastri, una donna e un uomo nati dallo stesso padre che vivono senza turbamenti la passione: «Al tempo dei Faraoni si pensava che il matrimonio migliore fosse tra fratello e sorella...». Il pensiero tormentoso d´aver ucciso il padre. La «corsa idiota», ripetitiva e infelice, della vita quotidiana. Un film drammatico diretto da Silvio Soldini dopo la commedia giocosa Pane e tulipani (gran successo, venduto in tutto il mondo, in programmazione da oltre sei mesi negli Stati Uniti, premiato anche con nove David di Donatello e cinque Nastri d´argento). Il primo film di Soldini che non nasca da una storia originale ma sia tratto da un romanzo, «Ieri» di Agota Kristof; che sia interpretato da tutti attori stranieri, céchi a volte emigrati in Francia. La fotografia meravigliosa, ricca di semplicità, forza e raffinatezza, di Luca Bigazzi. Brucio nel vento è un film letterario come il suo titolo, e insieme realistico. Il vento dell´inquietudine percorre la difficile storia d´amore: lui è operaio, scrive e vuol essere scrittore, lei è laureata e costretta al lavoro in fabbrica; lui è alla ricerca della donna ideale, lei è sposata male e madre d´una bambina; lui è figlio della bella prostituta e del maestro d´un villaggio, lei è figlia dello stesso maestro e della moglie di lui, sono stati da piccoli a scuola insieme; balenano nelle loro storie un parricidio incompiuto, un accoltellamento senza morte del marito, lame lucenti insanguinate, rimorsi cancerosi. Il film bello comincia con la solitudine di lui nel gelo svizzero (La Chaux-de-Fonds, zona di fabbriche d´orologi), si conclude con la nuova piccola famiglia amorosa (lei, lui, la bambina) che viaggia in treno nel sole e lungo il mare verso un altro Paese dove tutto ricomincerà in un´altra lingua: come per dire che l´amore vince tutto, che l´amore può essere più forte anche dell´esistenza desolata. Eppure è proprio la brutta vita quotidiana la cosa bellissima del film: alzarsi alle cinque del mattino, nella semioscurità prendere l´autobus dove il sonno folgora di colpo, arrivare alla fabbrica di semilavorati per orologeria, fare lo stesso buco ogni giorno per anni, fare l´amore senza amore una volta alla settimana, tentare di scrivere, sognare una tazza coperta di formiche rosse, una tigre che comanda di suonare il pianoforte, uccelli addensati sulla cima degli alberi. L´intensità del racconto su questo tema raggiunge un´ammirevole maestria.
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Autore critica: | Lietta Tornabuoni |
Fonte critica: | La Stampa |
Data critica:
| 19/1/2002
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Ieri |
Autore libro: | Kristof Agota |
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