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Terra e libertà - Land and Freedom

Regia:Ken Loach
Vietato:No
Video:Mondadori Video, L'Unità Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:I giovani e la politica, La guerra, La memoria del XX secolo
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Jim Allen
Sceneggiatura:Jim Allen
Fotografia:Barry Ackroyd
Musiche:George Fenton
Montaggio:Jonathan Morris
Scenografia:Martin Johnson
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Ian Hart, Rosana Pastor, Iciar Bollain, Tom Gilroy, Frederic Pierrot, Andres Aladren, Ricard Arilla, Sergi Calleja, Raffaele Cantatore
Produzione:Parallak Pictures (Gb), Messidor Film (Spagna), Road Movies Dritte Prod. (Germania)
Distribuzione:Bim
Origine:Germania, Gran Bretagna
Anno:1995
Durata:

106'

Trama:

Nel 1936 un giovane inglese, David Carr, operaio disoccupato, iscritto al partito comunista, s'imbarca per la Spagna e si arruola, per combattere i franchisti, nel P.O.U.M. Di questo movimento fanno parte stranieri di alcuni Paesi d'Europa, ideologicamente marxisti, a sostegno del legittimo governo repubblicano di Madrid, dalla cui parte è in azione anche il partito comunista spagnolo. In Aragona, davanti alle trincee del generale Franco, David entra nella compagnia comandata da Lawrence, dove fa amicizia con Bernard (francese), con un italiano antifascista e con un irlandese, amante di Blanca (l'ideologa del gruppo e ardente "pasionaria", insieme ad un altra giovane, Maite). La vita dei combattenti in montagna è dura: frequenti gli attacchi e gli uomini si accorgono presto che a loro mancano armi e munizioni, di cui invece abbondano i compagni stalinisti. Un villaggio già in mano ai Franchisti viene occupato: il parroco locale, accusato dalla gente di delazione contro cinque anarchici che sono stati fucilati, viene fucilato a sua volta, e l'irlandese rimane ucciso nella mischia. Poco dopo Blanca si lega a David, mentre i volontari partecipano ad accese discussioni dei borghigiani in materia di collettivizzazione delle terre. Nascono dissapori tra le varie forze della sinistra da quando il Governo ha decretato che le fazioni spariscono assorbite e inquadrate nelle forze regolari. Frattanto, ferito al volto e al petto mentre insegna a giovanissime reclute a manovrare il fucile, David viene inviato in ospedale a Barcellona. Raggiunto qui da Blanca, dopo una sola notte di amore la donna si rivolta contro l'inglese che le appare incerto nelle sue scelte (è passato nelle Brigate internazionali) e torna subito a combattere nel reparto di Lawrence. Poi David la raggiunge in montagna: la compagnia si batte ancora eroicamente contro i falangisti, ma ecco che su tre camion arrivano miliziani, con un ordine del Governo: il P.O.U.M. è stato sciolto, con in più l'accusa di collusioni con il generale Franco. È un falso ignobile, ma il manipolo di Lawrence è costretto a consegnare i suoi vecchi fucili. Blanca, colpita da un proiettile, muore e viene sepolta sotto quella terra che amava e che sognava di vedere ripartita fra tutti. Un pugno di quella terra riarsa e il fazzoletto rosso della donna vengono da David riportati in seguito in Patria.

Critica 1:Terra e libertà è stato aspramente criticato da vecchi combattenti della guerra di Spagna quali Santiago Carillo, ex segretario del partito comunista spagnolo, con l'accusa d'aver mostrato i comunisti soltanto come repressori e assassini dei loro compagni: ma se è certo vero che i comunisti si batterono con eroismo in Spagna, è anche vero che agirono al peggio nel particolare conflitto che Loach ha scelto di raccontare. L'ha raccontato benissimo: si possono preferire le opere più quotidiane, furenti e sardoniche del regista, ma il film che stilisticamente evoca il vasto respiro di John Ford e il realismo documentario dei grandi fotografi di guerra dei trenta, è bello ed emozionante, denso e serio, ottimamente scritto e interpretato. Ed è anche una narrazione esemplare degli esiti tragici a cui possono portare lacerazioni ed errori all'interno della sinistra.
Autore critica:Lietta Tornabuoni
Fonte criticaLa Stampa
Data critica:

22/9/95

Critica 2:Terra e libertà è il film più serio e impegnativo fatto finora su uno dei capitoli cruciali della storia moderna ed è attraversato dalle contraddizioni di oggi: orgoglio e dolore, dignità e rabbia, sconfitta e utopia. E con un finale dove Loach, uno dei pochi cineasti definibili "di sinistra" concede qualche parola di speranza alla nipote che getta la terra spagnola sul feretro dell'oscuro eroe. Fa uno strano effetto vedere tanti pugni alzati, sentire affermazioni fuori moda come "Il nostro giorno verrà". In tempi di rassicurante buonismo, e basta pensare alla pilatesca indifferenza della giuria di Cannes che se ne è lavata le mani, ben venga un film che a qualche conservatore o criptoconservatore riesce a insinuare un brivido di paura.
Autore critica:Tullio Kezich
Fonte critica:Corriere della Sera
Data critica:

21/9/95

Critica 3:
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Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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