Alta fedeltà - High Fidelity
Regia: | Stephen Frears |
Vietato: | No |
Video: | Touchstone Pictures |
DVD: | Touchstone Pictures |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Disagio giovanile |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Tratto dal romanzo omonimo di Nick Hornby |
Sceneggiatura: | John Cusack, D.V. Devincentis, Steve Pink, Scott Rosenberg |
Fotografia: | Seamus Mcgarvey |
Musiche: | Howard Shore |
Montaggio: | Mick Audsley, Therese Deprez |
Scenografia: | David Chapman |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Jack Black, Lisa Bonet, Joelle Carter, Joan Cusack, John Cusack, Sara Gilbert, Natasha Gregson Wagner, Iben Hjejle, Todd Louiso, Tim Robbins, Lili Taylor, Catherine Zeta-Jones |
Produzione: | Tim Bevan, Rudd Simmons Per Dogstar Films - New Crime Productions - Touchstone Pictures - Working Title Films |
Distribuzione: | Buena Vista |
Origine: | Gran Bretagna - Usa |
Anno: | 2000 |
Durata:
| 113'
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Trama:
| Rob Gordon è il proprietario di un fallimentare negozio di dischi su vinile a Chicago. In compagnia dei suoi due dipendenti, che hanno come lui una conoscenza musicale enciclopedica, stila classifiche "Top-five" su qualunque tema. Ripercorrendo a ritroso tutte le proprie avventure erotiche e sentimentali, Rob, in una sorta di spassionata e a tratti irresistibile esperienza terapeutica, ricontra tutte le proprie ex, destinate a rivelare i tratti inconfondibili dei suoi limiti e della sua orgogliosa incapacità ad essere diverso. Al termine di questo viaggio, la dolce Laura, la fidanzata attuale che nell'esordio del film e fatta oggetto di strali spietati e brillantissimi, si rivelerà un piccolo faro di lucidità e affetto.
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Critica 1: | “Che cosa è nata prima, la musica o la sofferenza?”, si chiede nella prima scena di Alta fedeltà, guardando in macchina, Rob Gordon, trentacinquenne circa, una vita all'insegna della delusione sentimentale e della passione per la musica rock. E attacca il lungo monologo che ci accompagna per tutto il film, per una volta una voce "in campo" che s'interroga, ferisce, si diletta di autolesionismo, senza sostituirsi alle immagini e ai brani che rievoca, complementare, acuta, spiritosa, dubbiosa. Quasi un Woody Allen meno intellettuale, che si autoanalizza per tutto il corso del film. E' chiaro che il problema principale era quello di tradurre in immagini il lungo romanzo di Nick Hornby, narrato in prima persona, senza tradirne l'incessante monologare, e la scelta di "trasformare il pubblico nella macchina da presa" (come ha detto John Cusack, interprete e cosceneggiatore con D. V. DeVincentis, Steve Pink e Scott Rosenberg) è azzeccata. Stephen Frears, regista eclettico, ha sempre avuto la mano felice con la commedia e qui lavora con intelligenza sulle manie, lo slang e i "codici" di gruppo e di sopravvivenza dei suoi personaggi: abbastanza complice da renderceli simpatici, abbastanza distante da non lasciarsi coinvolgere troppo e da non perdere, perciò, il ritmo e la lucidità. Quanto alle perplessità suscitate dall'ambientazione, che si è spostata da Londra a Chicago, ha ragione Hornby, che ha detto che il suo libro si occupa di faccende molto più complesse dei semplici dettagli geografici. E comunque, è un libro (e un film) su un certo stile di vita e di relazioni metropolitane, condivise ovunque (come ha dimostrato il successo internazionale del romanzo). Cast raffinato, tenuto insieme da John Cusack e dai suoi due impiegati- amici (Jack Black e Todd Louisio), con Tim Robbins con la coda di cavallo, Bruce Springsteen come "padre spirituale" e tutte le "ragazze del coro"; un dialogo, un tempo narrativo, un acume che non si allentano mai. |
Autore critica: | Emanuela Martini |
Fonte critica | Film TV |
Data critica:
| 18/7/2000
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Critica 2: | Se metà dei film che transitano per i nostri schermi sono commedie sentimentali, era un bel po' di tempo che non se ne vedeva una divertente e intelligente, aggraziata e disincantata come Alta fedeltà. All'origine c'è il best-seller omonimo dell'inglese Nick Hornby e britannico, anche se spesso attivo negli States, è il regista Stephen Frears. Però la produzione è americana, americani gli attori e la screenplay sposta l'azione da Londra a Chicago. Fino dalla prima scena Rob (John Cusack, anche co-sceneggiatore), che gestisce un piccolo negozio di dischi nella "wind city", si rivolge direttamente allo spettatore. Lo farà lungo l'intero film, per comunicargli le sue personali classifiche top-five su tutto: dalle cinque canzoni più belle alle cinque donne della sua vita. La prima, dopo una love-story durata sei ore, lo ha piantato alle medie; poi, via via, lo hanno lasciato le altre. L'ultima, Laura (Iben Hjejle), se n'è appena andata di casa. Mentre si chiede che cosa non vada in lui (ma nel frattempo non si nega un'avventura con la bella cantante country Lisa Bonet), divide le giornate con i suoi due dipendenti: il timido Dick e Barry, bestione musicomane che spaventa i clienti. In realtà Rob è un maschietto contemporaneo come tanti altri, allo stesso tempo bugiardo e sentimentale, bisognoso di trasgressione e ansioso di stabilità; abituato a filtrare le emozioni attraverso le canzoni che ama. Alta fedeltà è il tipo di commedia che ti fa sentire a casa fino dalle prime inquadrature; un po' attuale, come lo è sempre una storia di sentimenti, un po' fuori-moda, come i dischi di vinile che il protagonista si ostina a vendere contro l'imperante tecnologia del CD. Meno "sociale" che nei film realizzati in Inghilterra, meno preoccupato di quando dirige ad alto budget per Hollywood, Stephen Frears appare perfettamente a proprio agio: muove i personaggi sulle note di una ricchissima colonna sonora, fa colloquiare Rob con Springsteen, si avvale di un cast femminile che include la star Catherine Zeta-Jones, la musa del cinema indipendente Lili Taylor e Joan Cusack (sorella di John nella realtà) nella parte di un'amica. Divertente, benché sovraccaricato, il "cammeo" di Tim Robbins, rivale in amore col codino alla Steven Seagal. Ma si consiglia di tenere d'occhio soprattutto Jack Black nella parte di Barry, il commesso fanatico del pop: già visto sullo schermo in piccoli ruoli, cantante dei Tenacious D., Black è una specie di John Belushi prima maniera, di irresistibile simpatia. |
Autore critica: | Roberto Nepoti |
Fonte critica: | la Repubblica |
Data critica:
| 14/7/2000
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Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | Alta fedeltà |
Autore libro: | Hornby Nick |
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