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Another Country -

Regia:Marek Kanievska
Vietato:No
Video:Corriere della Sera
DVD:Eagle
Genere:Drammatico
Tipologia:La memoria del XX secolo, Le diversità
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dall’opera teatrale di Julian Mitchell
Sceneggiatura:Julian Mitchell
Fotografia:Peter Biziou
Musiche:Michael Storey
Montaggio:Gerry Hambling
Scenografia:Brian Morris
Costumi:Penny Rose
Effetti:
Interpreti:Rupert Everett (Guy Bennett), Colin Firth (Judd), Michael Jenn (Barclay), Robert Addie (Delahay), Tristan Oliver (Fowler), Frederick Alexander (Jim Menzies), Geoffrey Bateman (Evgeni), Cary Elwes (James Harcourt), Anna Massey (Imogen Bennett), Adrian Ross (Magenty Wharton)
Produzione:Goldcrest
Distribuzione:Cineteca Lucana
Origine:Gran Bretagna
Anno:1984
Durata:

98’

Trama:

Un anziano e malato inglese, Guy Bennett, ex spia al servizio del KGB, trapiantato da anni a Mosca, concede un'intervista ad una giornalista americana e ricorda con lei gli anni della sua giovinezza. L'azione si sposta in Inghilterra negli anni '30 in un college dove vengono educati i figli dell'aristocrazia britannica. In questo ambiente rigido e formalista imperversa l'omosessualità, l'opportunismo, l'ipocrisia, l'arrivismo dei quali le famiglie e gli stessi insegnanti sono spesso consapevoli. Guy Bennett spicca fra gli altri studenti non perché sia alieno dai loro difetti ed ambiguità, ma perché non si cura di nasconderli e di agire con discrezione, è sempre pronto a criticare apertamente tutto e tutti senza preoccuparsi delle conseguenze. Il suo amico più sincero Tommy Judd non può far niente per aiutarlo poiché anch'egli è malvisto per le sue idee comuniste. Alla fine Guy è costretto a soccombere; deve andarsene dal college ed affrontare da solo la vita da "diverso". La sua famiglia non è un rifugio per lui; infatti la madre dopo la morte del marito in tragiche circostanze si è risposata con un uomo che non è certo disponibile a comprendere il ragazzo. Guy passerà al servizio sovietico come spia scegliendo deliberatamente di mettersi contro il suo paese che in fondo l'ha rifiutato. Il suo amico Tommy muore giovane durante la guerra civile spagnola; gli altri suoi compagni del college si sono tutti fatti una posizione più che onorevole nella società.

Critica 1:Da un dramma di Julian Mitchell: una giornalista americana intervista a Mosca un vecchio inglese omosessuale per domandargli perché faceva la spia per i sovietici, dopo aver studiato in un aristocratico college inglese. Vitalità dei personaggi (specialmente del protagonista, interpretato con vibrante veemenza da Everett), acutezza con cui sono descritti i nessi tra rigidità rituale e perversione, sapiente ambientazione.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini– Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Quello di Kanievska è un esordio tra i più singolari: in primis, perché si ha a che fare con un polacco in esilio - nato nell'esilio, è da rimarcare - che non rimugina la solita materia comune ai cineasti polacchi almeno negli ultimi tempi, il potere, gli uomini di marmo e di ferro, le grandi croci che fanno tanto medioevo, il pathos della nazionalità; in secondo luogo perché Another country è un film a momenti bellissimo, ricco di suggestione, atmosfere e materia morale.
In partenza c'è un testo teatrale di successo, che è tuttavia depurato delle incrostazioni di facciata intese a vellicare le attese del pubblico. La sceneggiatura, ma è da presumere ancor più la regia, tolgono alla pièce qualunque traccia di affettazione, che scandalizzi o faccia ridere. Quel che a teatro sembrava eccitante - il sesso, anche nella variante omofila qui peraltro centrale, trattandosi di un college - viene reintegrato nella sua normalità. Quello che invece appariva scontato al pubblico ultraborghese delle summenzionate recite, cioè a dire il carattere repressivo del sistema scolastico anglosassone, nella sua valenza di metafora per l'intera nazione, quantomeno in un dato periodo, quello degli anni '30, è posto al centro della struttura narrativa del film.
All'interno del microcosmo del collegio, lo status sociale e il potere agiscono ossessivamente su tutti, sia su chi ne partecipi, sia su chi vi si contrapponga. Il campo visuale - bene espresso dal senso di claustrazione e oscurità - è uniformato dalla repressione e dalle pene corporali: e su questo punto, il campionario presentato in Another country va a raggiungere e ad approfondire le consimili evidenze, fisiche e psichiche, registrate rispettivamente in lf... e in Furyo. La puntualità di Kanievska è peraltro abbagliante: sia nell'inseguire i caratteri in formazione dei suoi ragazzi e comporre un quadro intramato di tenebra e chiaroscuri, di fragilità e doppiezze; sia nel disegnare, all'interno di un mondo ben restituito - anche grafie all'eccellente fotografia di Biziou, giustamente premiato a Cannes - nella sua realtà visibile, il germinare della ribellione e dell'opposizione cosciente.
Ciò che tuttavia fa unico La scelta è il modo peculiare in cui l'espressione di una naturalità impedita e distorta dall'ambiente sociale si salda con la rivolta ideologica. Guy Bennett, il ragazzo gay al centro dell'opera, che poi farà la sua scelta di campo divenendo una «talpa» del KGB sovietico, esce dal suo dandysmo e in ultima analisi dai suoi privilegi di casta e di classe, solo nel momento in cui scorge che la sua sessualità si configura né più né meno con termini politici. L'«altro paese» delineato dal titolo è il regno dell'utopia: dove la libertà generale, quella fondata sul superamento dello stato di necessità, è condizione della uguale libertà dei singoli. L'amico Judd, intellettuale e ideologizzato sino alle midolla, proprio in quel suo curioso studiare Marx sotto un busto di Lenin gli insufflerà il credo rivoluzionario. Bennett per suo conto confesserà cinquant'anni dopo, in quella parte dell'intervista moscovita tutta tremolante di ombre e luci frastagliate, che i due termini non si sono affatto congiunti (di passaggio è da notare la bravura degli interpreti, in ispecie di Rupert Everett, smorfiosetto e sofisticato sino al limite dell'antipatia).
Il film che insomma racconta con immagini uniche l'evoluzione - dal cuore di una società ipocrita e conservatrice - di un'intera generazione che andò a formare il nerbo dell'intellighenzia avanzata del Regno Unito, diventa tuttavia anche il film del ripensamento emotivo e interiore delle avventure ideali di quegli anni. Il suo merito è non ripercorrere le strade consuete: non confondendo il realismo a posteriori che riperimetra l'utopia con il moralismo e la malafede; non scorciandone la complessità in banale indagine storica.
Another country è insomma pieno di sfaccettature e emulsioni inattese, sorprendenti - lo ribadiamo - in un'opera di un autore vissuto durante l'infanzia e l'adolescenza ai margini della società inglese, chiuso nel recinto della comunità polacca di Londra. Dopo d'allora Kanievska ha avuto altre esperienze, ha allargato il proprio campo d'azione lavorando in teatro e in televisione, anche al di fuori del Regno Unito, in Australia. E forse è anche per questo che il suo film può parlare del mondo britannico dall'interno, ma stringendosi in un legame con le realtà circostanti.
Autore critica:Gualtiero De Santi
Fonte critica:Cineforum n. 243
Data critica:

4/1985

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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