Fiume (Il) - He Liu
Regia: | Ming-Liang Tsai |
Vietato: | No |
Video: | Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo insede - Lucky Red Home Video |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Le diversità, Spazio critico |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Yang Bi-Ying, Tsai Ming-Liang, Tsai Yi-Chun |
Sceneggiatura: | Yang Bi-Ying, Tsai Ming-Liang, Tsai Yi-Chun |
Fotografia: | Liao Peng-Jung |
Musiche: | Yang Ching-An |
Montaggio: | Lei Cheng-Ching, Chen Sheng-Chang |
Scenografia: | Lee Pao-Lin |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Long Chang (l'amante della madre), Chen Chao-Jung (giovane uomo nella sauna), Lu Hsiao-Ling (la madre di Xiao), Lee Kang-Sheng (Xiao-Kang), Chen Shiang-Chyi (l'amante di Xiao-Kang), Miao Tien (il padre di Xiao) |
Produzione: | Hsu Li-Kong, Chiu Shun-Ching |
Distribuzione: | Lucky Red |
Origine: | Cina |
Anno: | 1996 |
Durata:
| 115’
|
Trama:
| A Taipei, il giovane Xiao-kang vive a casa con i genitori, ma tra loro non c'è quasi dialogo. La madre fa l'ascensorista in un ristorante ed ha una stanca relazione con un trafficante di videocassette porno, il padre, pensionato, frequenta di tanto in tanto le saune gay della città. Un giorno Xiao-kang accetta l'invito di un'amica e fa in un film una particina che lo vede nel ruolo di un cadavere galleggiante in un fiume. Il giorno dopo il ragazzo accusa dolore al collo e alle spalle. Il dolore diventa sempre più acuto, e a turno i genitori cercano di curarlo con il massaggio, l'agopuntura, l'esorcismo spirituale. Il dolore rimane, Xiao-kang viene ricoverato in ospedale e, di fronte all'inefficacia delle cure, pensa al suicidio. Il padre viene a sapere di un santone guaritore in una città vicina e decide di portarci il figlio. Mentre aspettano di essere ricevuti, il genitore va in una vicina sauna gay, dove si reca anche il figlio e, nel buio di una stanza, i due si incontrano a loro insaputa. La mattina dopo, il padre invita il figlio a prepararsi per fare ritorno a casa. Xiao-kang si affaccia alla finestra dell'albergo e guarda in alto il cielo.
|
Critica 1: | Impeccabile nella geometria delle architetture di interni ed esterni urbani, nella rappresentazione dei silenzi della parola e dell'animo, nell'asciutta morbosità dell'eros, nell'implodere delle ossessioni (cibo, morte), Il fiume è un "film d'acqua" che defluisce più che finire, che si riempie di vuoti liquefatti più che sciogliersi, che vaporizza le torbide insensatezze della vita, senza mai provocare sollievo. Semmai torpore, devastazione, vuoto. |
Autore critica: | Fabio Bo |
Fonte critica | Il Messaggero |
Data critica:
| 15/6/1997
|
Critica 2: | Da Tsai Ming Liang, stesso autore del Leone d'oro 1994 Vive l'amour, questo film viene a concludere, riprendendo gli stessi personaggi dei precedenti, una trilogia su solitudine e società contemporanea. Orso d'argento al festival di Berlino di quest'anno che con il già detto Leone e il premio di Cinema Giovani di Torino (1993) per Rebels of the neon god fa trilogia anche di premi. E possiamo, in effetti, definire il giovane regista di Taipei come una sorta di super-autore del cinema delle sue parti. I paragoni a grandi maestri nel tempo si sono sprecati; questi sono film che qua e là citano, ma che ancora di più, nonostante il corpus ancora ristretto, arditamente si citano. Nella prima scena del film il protagonista deve sostituire un manichino recalcitrante che non riesce a fare la sua parte di morto anche se semplicemente a galla in un fiume. Presogli il posto, mi sembra quasi inutile dirlo, esegue il suo compito a perfezione. Perché tutti i personaggi che provengono dalla fantasia del nostro autore sono privi di volontà prima che di psicologia e si aggirano su territori altrettanto spogliati di identità (capita l'analogia?). Il problema de Il fiume - per quanto mi riguarda vale lo stesso per gli altri due film - sta nella sua fredda pretenziosità autoriale-intellettuale. Continuando lo scarno repertorio delle sue figure, i dialoghi quasi non esistono, così come, in sostanza, il regista tende ad azzerare tutte le componenti drammatiche nei più estenuanti piani sequenza. Così, la disperazione esistenziale del film si comunica con una autoritarietà che non trova molti pari, immagini e suoni vengono svuotati fino al paradosso di significare con l'evidenza incontrovertibile caratteristica della prima scena che ho sopra descritto - si svuota tutto per dire che tutto è vuoto (…) |
Autore critica: | Alfonso Iuliano |
Fonte critica: | tempimoderni.com |
Data critica:
|
|
Critica 3: | |
Autore critica: | |
Fonte critica: | |
Data critica:
|
|
Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | |
Autore libro: | |
|