Scelta d'amore (Una) - Some Mother's Son
Regia: | Terry George |
Vietato: | No |
Video: | Mondadori Video |
DVD: | |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La memoria del XX secolo |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Terry George, Jim Sheridan |
Sceneggiatura: | Terry George, Jim Sheridan |
Fotografia: | Geoffrey Simpson |
Musiche: | Bill Whelan |
Montaggio: | Craig Mckay |
Scenografia: | David Wilson |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Fionnula Flanaghan (Annie Higgins), Aidan Gillen (Gerard Quigley), John Linch (Bobby Sands), Helen Mirren (Kathleen), David O'Hara (Frank Higgins) |
Produzione: | J. Sheridan, A. Lappin, F. Burke |
Distribuzione: | Medusa |
Origine: | Gran Bretagna |
Anno: | 1996 |
Durata:
| 110'
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Trama:
| Nell'Irlanda del Nord, la vita di Kathleen Quigley, vedova, insegnante, è sconvolta quando Gerard, uno dei suoi tre figli, viene arrestato con il leader dell'Ira Frank Higgins durante uno scontro a fuoco con l'esercito britannico. Kathleen vorrebbe tenersi in disparte ma la madre di Frank, Annie, la convince ad impegnarsi nella causa indipendentista. In prigione Gerard e Frank aderiscono allo sciopero della fame guidato da Bobby Sands. Questi viene eletto nel parlamento britannico ma subito dopo muore, e ciò fa capire a Kathleen che anche suo figlio seguirà la stessa sorte, a meno che non sia lei stessa ad intervenire e a firmare per il figlio la dichiarazione di rinuncia, come promesso dal primo ministro Thatcher. Il dubbio la tormenta a lungo, finchè prevale la decisione di scegliere la vita del figlio. Ma l'azione degli scioperanti non è comunque passata invano, e il governo britannico è ora costretto a trattare sulle loro richieste.
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Critica 1: | Una scelta d'amore,brutto titolo italiano alla Julia Roberts di Some mother's son non dà ragione dell'impegno, del civismo, del forte dilemma morale di un film che raggruppa il meglio del clan irlandese del cinema britannico: il produttore è Jim Sheridan, regista del Mio piede sinistro, il regista è Terry George, sceneggiatore di In nome del padre. Il film rievoca, senza fare sconti sulla violenza inglese - il prologo è dedicato a una Thatcher che cita San Francesco ma insiste sulla repressione dura, vuole isolare, umiliare, criminalizzare - lo sciopero della fame di 55 giorni, nell'81, di Bobby Sands eletto morente in Parlamento con 30.000 voti, mentre in centomila seguiranno il suo carro funebre. Fra Bobby e i suoi fanatici compagni militanti si contarono dieci vittime poco più che ventenni, prima di arrivare alla mediazione-inciucio non disinteressata della chiesa e dei politicanti. Protetti dalla fede nella Fede (e dall'ansia cattolica della sofferenza con redenzione), i nipotini di Michael Collins rifiutano la dizione di criminali e pretendono quella di prigionieri politici, ricusando la corte e i vestiti di galera britannici, riducendosi così a convivere con i propri escrementi. Ma il vero dramma è quello “privato” delle madri coraggio, due al prezzo di una, che potrebbero anche scegliere di sospendere lo sciopero dei figli ma rispettano le loro idee. E in particolare si tratta (e qui entriamo nella fiction) del rapporto di affettuosa complicità che poco alla volta s'instaura tra una madre popolana e combattiva, la pasionaria dal volantino facile, e una madre borghese che predica la non violenza ma finisce per armarsi metaforicamente per la lotta dura senza paura. Un po' manicheo nello stare dalla parte irlandese senza alcun dubbio metodologico, Una scelta d'amore mescola abilmente, questa volta nel nome della madre, realtà e fantasia, particolare e universale, ragioni della politica e del cuore, tratteggiando la vita a suspense delle famiglie implicate con la lotta dell'Ira nell'Irlanda del Nord e l'inferno dietro le sbarre “civili” della real Inghilterra. Soprattutto è un film di attrici, perché il gioco della sensibilità femminile rimbalza a meraviglia dalla faccia imbronciata, antica e severa di Fionnula Flanagan a quella più conciliante e disponibile di Helen Mirren, cara a Greenaway. |
Autore critica: | Maurizio Porro |
Fonte critica | Corriere della Sera |
Data critica:
| 14/4/1997
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Critica 2: | |
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Data critica:
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Critica 3: | |
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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