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Caravaggio - Caravaggio

Regia:Derek Jarman
Vietato:No
Video:Durium Home Video - San Paolo Audiovisivi - Polygram Filmed Entertainment Video
DVD:De Agostini
Genere:Drammatico
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Derek Jarman da un' idea di Nicolas Ward Jackson
Sceneggiatura:Derek Jarman
Fotografia:Gabriel Beristain
Musiche:Simon Fisher-Turner
Montaggio:George Akers
Scenografia:Christopher Hobbs
Costumi:Sandy Powell
Effetti:
Interpreti:Nigel Terry (Caravaggio), Tilda Swinton (Lena), Sean Bean (Ranuccio Tomassoni), Spencer Leigh (Jerusalemme), Michael Gough (Cardinal Del Monte), Dexter Fletcher (Giovane Caravaggio), Nigel Davenport (Giustiniani), Gary Cooper (Davide), Robbie Coltrane (Scipione Borghese)
Produzione:Sarah Radclyffe
Distribuzione:Mikado
Origine:Gran Bretagna
Anno:1986
Durata:

97'

Trama:

Fuggiasco a Porto Ercole, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ivi muore nel 1610. Lo assiste il fedele servo muto Jerusalemme. Si rivive la vita tormentata e tempestosa che il pittore condusse a Roma, tra sordide avventure, risse e traversie di ogni genere; gli incontri amorosi con l'amante Lena e con l'altro amante - il più noto fra i modelli - Ranuccio Tomassoni che poi Caravaggio uccise a coltellate; infine è tutta una sfilata di gente illustre o di bassa estrazione, con cui il pittore si ispirava per le sue opere più celebri. Nell'agonia, il Caravaggio riepiloga volti ed episodi, ricorda i vertici raggiunti, i potenti incontrati, i momenti intensi della sua dissipazione come della sua fama, ancora oggi straordinaria.

Critica 1:Pittore geniale e lombardo balordo. Michel Angelo Merisi (1573-1610) è un soggetto ideale per il cinema: vita ribalda e vagabonda di ventura con risse, ferimenti e un omicidio, torbidi rapporti con i potenti della Chiesa e i bassifondi, - in odore di eresia per le inclinazioni pauperistiche e le simpatie verso Giordano Bruno e i protestanti, morte romanzesca. Il cinema gli si adatta anche perché è il pittore senza il quale, forse, Rembrandt e Velasquez sarebbero stati diversi: Jarman lo tiene per l'inventore della luce cinematografica. Eppure lo si è visto sullo schermo soltanto due volte: la prima al cinema nel 1941 con Amedeo Nazzari, la seconda volta sui teleschermi nel 1967 con Volonté e la regia di Silverio Blasi. (…) La chiave di lettura del personaggio di Caravaggio è di un'esplicita omosessualità o, meglio, di un'ostentata ambiguità bisessuale. Eppure, sebbene sia impregnato di un diffuso erotismo e di una violenza non sempre trattenuta, questo film sulla pittura è casto. Jarman si è divertito: oltre a Caravaggio di cui mima i quadri celebri alla maniera del Godard di Passion, cita Dreyer e gli espressionisti, lascia fuori l'azzurro - dalla fotografia (Caravaggio diceva che il blu è veleno), esibisce un anticlericalismo all'acido prussico, si affida a un commento 'off' di un lirismo non sempre di buona lega. Caravaggio è Nigel Terry (doppiato da Francesco Carnelutti); tra gli altri ci piacerebbe rivedere al lavoro Tilda Swinton che fa Lena, fulva meretrice di scattante energia e di obliquo sessappiglio.
Autore critica:Morando Morandini
Fonte criticaIl Giorno
Data critica:

15/6/1987

Critica 2:Solo esempi e pallidi richiami, comunque, perché le trovate del racconto sono molte e non tutte così di superficie, anche se il peso di questi stravaganti e qualche volta gratuiti segnali d'attualizzazione non è sempre significativo. Lo spazio che occupano, difatti, è solo di margine nel blocco narrativo, dominato nei contenuti dal tema dell'omosessualità che illustri storici del periodo d'altra parte, definiscono del tutto inattendibile e perfino offensivo. Accanto a questo motivo, quello della visualizzazione dell'arte di Caravaggio e della ricostituizione (in)fedele dei suoi procedimenti: sia negli effetti plastici, sia nei riferimenti all'uso del colore. Con la replica, nella fotografia mai leziosa di Gabriel Beristain, di una sintesi grassa fra tonalità sobrie ma allo stesso tempo aspre, drammatiche e potenti, ricondotte al dominio dei bruni e degli ocra. Val la pena di ricordare anche i nomi dei due attori principali, Nigel Terry nella parte di Caravaggio e Sean Bean in quella di Ranuccio né troppo lucidi né troppo puntuali, ma forse proprio per questo capaci di sintonizzarsi sulle bizzarre onde creative di Jarman.
Autore critica:Claudio Trionfera
Fonte critica:Il Tempo
Data critica:

7/6/1987

Critica 3:
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Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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