Bagno turco (Il) - Hamam
Regia: | Ferzan Ozpetek |
Vietato: | No |
Video: | Rcs Films & Tv |
DVD: | Filmauro |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | Le diversità, Minoranze etniche |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Ferzan Ozpetek |
Sceneggiatura: | Ferzan Ozpetek, Stefano Tummolini |
Fotografia: | Pasquale Mari |
Musiche: | Pivio, Agricantus, Aldo De Scalzi |
Montaggio: | Mauro Bonanni |
Scenografia: | Virginia Vianello |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Carlo Cecchi (Oscar), Francesca D'Aloja (Marta), Halil Ergun (Osmam), Alessandro Gassman (Francesco), Mehmet Gunsur (Mehmet), Basak Koklukaya (Fusun), Serif Sezer (Perran) |
Produzione: | Sorpasso Film (Roma) - Promete Film (Istanbul) - Asbrell Production (Madrid) |
Distribuzione: | Filmauro |
Origine: | Italia - Spagna -Turchia |
Anno: | 1997 |
Durata:
| 94’
|
Trama:
| A Roma Francesco e Marta, marito e moglie, gestiscono, insieme a Paolo, amico di vecchia data, uno studio che si occupa di ristrutturazione di interni. Un giorno Francesco, ricevuta dall'ambasciata di Turchia la notizia di avere ereditato un immobile da una certa zia Anita, parte per Istanbul e qui scopre che l'immobile è un hamam, cioè un bagno turco che la zia ha gestito per circa trenta anni. Entra in contatto con Osman, custode del bagno, e con la sua famiglia, la moglie, la figlia Fusun, il figlio Mehmet, che lo ospitano con grande calore. Deciso in un primo momento a vendere per tornare subito a casa, Francesco a poco a poco cambia idea, si appassiona all'edificio e decide di rimetterlo in piedi. Passa del tempo e Marta, che ha una relazione con Paolo, arriva a sua volta ad Istanbul per chiarire la situazione. Dopo alcuni alterchi col marito, una sera lo sorprende nell'hamam in atteggiamento affettuoso col giovane Mehmet. Il giorno dopo i due hanno una brusca spiegazione al termine della quale Marta, irata e sconvolta, decide di tornare. Ma, mentre sta per andare all'eroporto, arriva la notizia che Francesco è stato accoltellato a morte dai sicari della ditta di costruzioni che avrebbero voluto acquistare l'hamam per specularci sopra. Allora Marta pensa di restare ad Istanbul per continuare l'opera del marito.
|
Critica 1: | Logorato dal lavoro e da un matrimonio stanco senza figli con Marta, compagna e socia nella professione, Francesco, giovane architetto romano, va a Istanbul dove ha ereditato una vecchia casa da un'eccentrica zia materna. Il soggiorno gli cambia la vita, facendogli scoprire nuovi valori tra cui quelli dell'Eros. Giovane turco che ha studiato e vive a Roma, F. Ozpetek ha esordito, grazie alla Sorpasso Film di Marco Risi e Maurizio Tedesco con un film puntiglioso nel disegno psicologico dei personaggi, attento alle sfumature dove il recupero dell'istintualità diventa una conquista di libertà. Musiche dei Trancedental (i genovesi Pivio e Aldo De Scalzi). |
Autore critica: | Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli |
Fonte critica | |
Data critica:
|
|
Critica 2: | Linguisticamente incerta, la dedica «A seconda madre» del film Il bagno turco - Hamam allude all'Italia; e per Ferzan Ozpetek, cineasta dei due mondi, rappresenta il pagamento di un debito ai vari registi nostri con i quali ha imparato il mestiere. Tra i quali Marco Risi, che ora ha fatto esordire il suo pupillo. Presentata alla Quinzaine di Cannes, la pellicola si basa sull'ecumenica convinzione che «la differenza è un arricchimento»: ovvero che dal trapianto in un contesto totalmente diverso le persone migliorano. È proprio ciò che accade ad Alessandro Gassman, imprenditore romano in blanda crisi coniugale con Francesca d'Aloja, chiamato a Istanbul per decidere il destino di un immobile lasciatogli in eredità da una zia. Quella che doveva essere una faccenda da sbrigare in pochi giorni diventa un mare in cui è dolce fare naufragio. Mettiamoci la calda accoglienza della famigliona in cui viveva la zia, i ricordi e le lettere di lei, il fascino che emana dal palazzetto in questione, un fatiscente bagno turco. E c'è un'altra constatazione, più allarmante, che laggiù come dovunque la mafia del mattone è all'opera per distruggere, con i centri storici, ogni traccia degli antichi valori. Tra le pesanti leccornie della cucina locale e i teneri occhieggiamenti della ragazza di casa, Alessandro finisce per lasciarsi conquistare da una più morbosa attrattiva; ed è così che la moglie, arrivata per rendersi conto, scopre nottetempo il coniuge nell'hamam in via di restauro mentre copre di baci l'aitante fratello della sua innamorata turca. Pretendere che il riconoscimento degli usi e costumi orientali passi attraverso l'accettazione dell'omosessualità è certo una licenza poetica, altrimenti per chi si ostina ad amare l'altro sesso non ci sarebbe speranza di tirarsi fuori da uno stato di cecità culturale. Ma il film regge il proprio eccesso con finezza e pudore: quando vediamo il protagonista leggere le lettere della zia non spedite o respinte al mittente (e proprio dalla madre di Alessandro, che si era rifiutata di capire la fuga della sorella) pensiamo a Il carteggio Aspern di Henry James. Una sensibilità raffinata, un vero compiacimento per l'esuberanze di un folklore non turistico e una mano già esperta nel raccontare per immagini sono le qualità che connotano in Ozpetek un regista dal quale si possono attendere altri film belli. Quanto al giovane Gassman, sta scoprendo un suo personale sentiero espressivo felicemente divergente dal cammino reale del genitore; in un personaggio tutto stridori, la d'Aloja ne accompagna adeguatamente le traumatiche scoperte; un po' sfocato, purtroppo, Carlo Cecchi in una figura di servizio simile a quella di Io ballo da sola. Stupendi tutti gli attori turchi, dai grandi ai piccoli: memorabile la madre di famiglia Serif Sezet, schizzato con proprietà l'avvocaticchio di Zozo Toledo che fra occhiate sbieche e tremori si configura come un tipo da commedia che annuncia la tragedia, grottesco messaggero di morte. |
Autore critica: | Tullio Kezich |
Fonte critica: | Corriere della Sera |
Data critica:
| 12/5/1997
|
Critica 3: | A proposito di Il bagno turco - Hamam, presentato alla Quinzaine di Cannes, bisogna innanzitutto segnalare l'impegno dei produttori Marco Risi e Maurizio Tedesco. Se i francesi sono intraprendenti nel coprodurre film con Paesi extraeuropei, da noi simili operazioni sono poco frequenti. C'è da aggiungere che la collaborazione tecnico/artistica tra Italia e Turchia è stata calibrata alla perfezione sulla personalità di un giovane cineasta, Ferzan Ozpetek, che si è formato a Roma lavorando con Troisi, Ponzi e altri. Il giovane uomo d'affari Alessandro Gassman va a Istanbul per vendere un edificio lasciatogli in eredità da una zia. Intenzionato a sbrigare la faccenda e ripartire, il protagonista cambia idea quando scopre che l'immobile è un antico e fatiscente bagno turco, ricco di atmosfera e di storia; e che la sua sopravvivenza, come quella dell'intero quartiere, è minacciata dagli speculatori. E' così che Alessandro, praticamente adottato dall'affettuosa famiglia presso la quale viveva la zia, prolunga il soggiorno per restaurare l'hamam sfidando i potenti che stanno mettendo le mani sulla città. Non vedendolo tornare la moglie Francesca D'Aloja, con la quale il rapporto si è logorato, decide di raggiungere il marito e lo trova ormai immerso in una nuova dimensione. Il pregio maggiore del film, scritto e diretto con estrema delicatezza di toni dal promettente Ozpetek, sta nel fatto che ad accompagnare il tipico occidentale in crisi alla scoperta di un mondo diverso sia la macchina da presa di un cineasta che sa rispecchiarne dal di dentro la complessa e fascinosa realtà. Gassman junior asseconda adeguatamente l'iter del protagonista, la D'Aloja porta una nota di turbata ambiguità; e se Carlo Cecchi è un po' sprecato in un personaggio di servizio, gli attori turchi danno un godibilissimo contributo di verità e colore con una menzione particolare per Serif Sezer nella parte della madre. |
Autore critica: | Alessandra Levantesi |
Fonte critica: | La Stampa |
Data critica:
| 11/5/1997
|
Libro da cui e' stato tratto il film |
Titolo libro: | |
Autore libro: | |
|