Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni -
Regia: | Ferdinando Vicentini Orgnani |
Vietato: | No |
Video: | Eagle |
DVD: | Eagle |
Genere: | Drammatico |
Tipologia: | La memoria del XX secolo |
Eta' consigliata: | Scuole medie superiori |
Soggetto: | Ispirato al libro "L'esecuzione" di Giorgio e Luciana Alpi, Mariangela Gritta Grainer e Maurizio Torrealta |
Sceneggiatura: | Marcello Fois, Ferdinando Vicentini Orgnani |
Fotografia: | Giovanni Cavallini |
Musiche: | Paolo Fresu |
Montaggio: | Claudio Cutry, Alessandro Heffler |
Scenografia: | Davide Bassan |
Costumi: | Elisabetta Antico |
Effetti: | |
Interpreti: | Giovanna Mezzogiorno (Ilaria Alpi), Rade Serbedzija (Miran Hrovatin), Giacinto Ferro (Giorgio), Erika Blanc (Luciana Alpi), Angelo Infanti (Marocchino), Tony Lo Bianco (Generale Loi), Amanda Plummer (Karin, Giornalista Abc), Andrea Renzi (Francesco) |
Produzione: | Gam Films |
Distribuzione: | Istituto Luce |
Origine: | Italia |
Anno: | 2003 |
Durata:
| 110’
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Trama:
| Il film ricostruisce il percorso giornalistico e la tragica vicenda della giornalista Ilaria Alpi, barbaramente uccisa a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del '94, insieme al suo operatore Miran Hrovatin.
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Critica 1: | Il 20 marzo 1994 la giornalista del TG3 Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin vennero uccisi a colpi d'armi da fuoco in un agguato a Mogadiscio. Sono passati nove anni: e intanto il numero delle giornaliste sui fronti delle guerre del mondo si è moltiplicato. Il delitto rimane senza colpevoli, senza moventi. Procedimenti giudiziari, commissione d'inchiesta, indagini, libri, avvicendarsi di magistrati, autopsie, perizie, testimonianze, ricerche appassionate condotte anche dai genitori della giornalista, non sono arrivati a stabilire una verità. Le indagini in Somalia sono state mancanti o mutilate; le bugie di un generale italiano sono risultate vistose; alcuni taccuini e videocassette registrate di Ilaria Alpi sono spariti. Intorno al delitto sono state avanzate varie ipotesi. La più credibile, che in certo modo il film fa propria, è che Ilaria Alpi fosse arrivata molto vicina a svelare e provare un indegno traffico: rifiuti tossici da smaltire dati alla Somalia contro un pagamento in armi (recapitate attraverso l'Italia utilizzando anche aerei militari italiani). Questa scoperta, o almeno questo sospetto, sarebbero costati la vita alla giornalista e al cameraman. Il film di Fernando Vicentini Orgnani, che evoca nel titolo un verso famoso di Thomas Stearns Eliot («Aprile è il più crudele dei mesi ») e si ispira a «L'esecuzione», un libro dei genitori di Ilaria Alpi, ricostruisce la Somalia in Marocco, sceglie Giovanna Mezzogiorno come ottima protagonista. Analizza il periodo di tempo tra il primo incontro Alpi-Hrovatin e la loro morte: circa un mese che contiene in brevi flash a volte faticosi da seguire il passato e il futuro, in un ambiente ambiguo e pericoloso in cui le persone in divisa non sono più affidabili di altre, con intervistati non sempre credibili. Più che un film-inchiesta è una ricostruzione del fatto. Ilaria Alpi sta in auto, prende appunti al tavolo, siede con i colleghi al bar o al ristorante, contempla la città notturna dalla finestra dell'albergo, ricerca, intervista, cammina, discute: e il film la segue, omaggio alle due vittime senza giustizia, ricordo del loro sacrificio, memoria della verità tradita. |
Autore critica: | Lietta Tornabuoni |
Fonte critica | La Stampa |
Data critica:
| 29/3/2003
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Critica 2: | Ogni volta che seguiamo sui telegiornali le cronache della guerra dovremmo inchinarci al coraggio e alla bravura dei giornalisti in prima linea. Che quello di Lilli Gruber e compagni non sia un servizio senza rischi lo prova il fatto che dall'89 almeno dieci di questi «soldati della notizia» sono caduti sul campo. Come Ilaria Alpi (24 maggio ' 61-20 marzo ' 94), assassinata a Mogadiscio insieme con l'operatore Miran Hrovatin. Ed è proprio in una battuta del personaggio Miran nel film Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni che si coglie la particolarità dell'atroce episodio: «Ilaria, non è come la guerra. La guerra è semplice, devi solo evitare che ti arrivi un colpo in testa. Questi sono affari sporchi. Non c'è niente di peggio». Gli affaracci riguardavano l'utilizzazione di alcuni finti pescherecci della Cooperazione italiana alla Somalia per un redditizio trasporto di armi e scorie tossiche. Dopo l'eliminazione a sangue freddo dei due inviati, che avevano scoperto le prove del traffico, si tenta di far passare l'eccidio per un'iniziativa forsennata dei fondamentalisti islamici, spariscono alcuni appunti della Alpi e video di Hrovatin; e le inchieste mettono in luce solo responsabilità marginali. Come è ormai abituale nella strategia dello stragismo, dai tempi di Portella della Ginestra a piazza Fontana e oltre, i mandanti restano ignoti. Leggere per credere il libro «L'esecuzione» (Kaos edizioni) scritto dagli indomiti genitori Alpi con Mariangela Gritta Grainer e Maurizio Torrealta. Direi che il film di Ferdinando Vicentini Orgnani suggerisce il ricorso a qualche supporto documentario poiché nella costruzione a incastri non cronologici, tributaria del modello classico di Salvatore Giuliano di Rosi, il discorso non è sempre sufficientemente chiaro. In cambio l'evocazione è ambientata con allucinante verosimiglianza fra ex Jugoslavia e Marocco (vicario della Somalia) e descrive senza abbellimenti né retorica usi e costumi degli inviati. In questa cornice di realistica evidenza assumono un rilievo palpitante le figure dei protagonisti, incarnate con un'adesione che va al di là della pur egregia prestazione professionale da Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia; e merita sottolineare l'accurata messa a fuoco dei personaggi minori, da Erika Blanc (la madre) ad Angelo Infanti (il boss di Mogadiscio), da Francesco Carnelutti (l'ex ambasciatore) a Gea Lionello (la dottoressa dell'ospedale). C'è solo da osservare che il rispetto per Ilaria, sottratta con estrema cautela a qualsiasi notazione men che positiva sul piano personale e psicologico, finisce per limitare la libertà espressiva di chi racconta la vicenda; e quindi per raffreddare a livello popolare l'appassionato messaggio civile del film. |
Autore critica: | Tullio Kezich |
Fonte critica: | Corriere della Sera |
Data critica:
| 29/3/2003
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Critica 3: | |
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Fonte critica: | |
Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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