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Sedotta e abbandonata -

Regia:Pietro Germi
Vietato:No
Video:Ricordi Video - Vivivideo - Panarecord - Gruppo Editoriale Bramante
DVD:Hobby & Work
Genere:Commedia
Tipologia:La condizione femminile
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Age, Pietro Germi, Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni
Sceneggiatura:Age, Pietro Germi, Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni
Fotografia:Aiace Parolin
Musiche:Carlo Rustichelli
Montaggio:Roberto Cinquini
Scenografia:Carlo Egidi
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Stefania Sandrelli (Agnese Ascalone), Saro Urzi' (Don Vincenzo), Paola Biggio (Matilde Ascalone), Leopoldo Trieste (Il Barone Rizieri), Lando Buzzanca (Antonio Ascalone), Lola Braccini (Amalia Califano), Adelino Campardo (Carabiniere Bisagato), Gustavo D'arpe (Avvocato Carpetta), Rocco D'Assunta (Orlando Califano), Domenico De Ninno (il nonno), Salvatore Fazio (Don Mariano), Nicolina La Galla (Donna Francesca), Vincenzo Licata (Pasquale Profumo), Attilio Martella (Il pretore), Roberta Narbonne (Rosaura Ascalone), Oreste Palella (Maresciallo Potenza), Aldo Puglisi (Peppino Califano), Valeria Punturi (Annina Ascalone), Italia Spadaro (la zia Carmela), Umberto Spadaro (Avv. Ascalone)
Produzione:Franco Cristaldi per Vides Cin.Ca, Ultra Film (Roma) - C.C.F. (Paris)
Distribuzione:Cineteca Nazionale - Cineteca del Friuli
Origine:Italia
Anno:1964
Durata:

115'

Trama:

Agnese, studentessa sedicenne, subisce violenza da parte del promesso sposo di sua sorella Matilde. Il padre, avvedutosi dell'accaduto, tenta di imporre le nozze riparatrici al seduttore. Questi però si rifiuta perché disprezza l'arrendevole fanciulla e, solo con la minaccia di una denuncia prima e della morte dopo, si rassegnerà alle nozze. Architettato un falso rapimento come pretesto alle nozze di fronte agli occhi della gente, il padre si trova di fronte al rifiuto energico di Agnese. Tuttavia il genitore vincerà ogni opposizione in nome dell'onore familiare e condurrà i due giovani all'altare. Colto da un collasso morirà, soddisfatto, proprio il giorno delle nozze; mentre Matilde si chiuderà in convento.

Critica 1:Un'opera Cinematografica, o meglio un capolavoro che visto per la prima volta in un passaggio TV e poi nella sua completa riedizione in DVD (Fox Video 02451DS) colpisce per la sua modernità (tagli e dialoghi); per come Germi fa uso della musiche (Carlo Rustichelli) e per il realismo espresso, a volte apparentemente grottesco come i volti scalpiti degli abitanti/comparse. In questa tragicomica storia con sfumature western a cui la fotografia di un semi-esordiente Ajace Parolin sembra far riferimento, soprattutto quando Antonio'Mani di Ricotta'Ascalone (Lando Buzzanca) sale sul treno per compiere la sua missione di vendetta, viene descritta la Sicilia, i suoi usi e costumi, l'uso del matrimonio riparatore, l'esasperazione dei sentimenti di odio-onore-famiglia, che Germi pensava comune in tutte le genti italiche, ma al quadrato nei siciliani. Stefania Sandrelli affascina con la sua bravura e la sua innocente bellezza mentre l'intera vicenda orbita intorno a Sandrò Urzì (Don Vincenzo Ascalone), vero mattarore della scena... "Sig Pretore …la Mia è un antica e onorata Famiglia,e mai che fu costretta a rivolgersi alla legge...(Pretore:Ehhhh Ascalone)...Anche noi in Passato avemmmo disgraziatamente taluni morti violente ma mai ricorremmo alla Legge perché abbiamo una dignità...Sig Pretore ma al punto in cui siamo, ebbene devo affermare, che questa mia sciagurata figlia fu manomessa da questo porco ed abominevole individio…"al secolo un libidinoso prima e disorientato e confuso poi Aldo pugliesi nella parte di Peppino Califano; è proprio lui fa rilasciare al Padre Orlando (Rocco D'Assunta) una delle frasi storiche, insieme alla moltitudine di particolari e verità mai dette prima… "L'uomo ha il diritto di chiedere la donna il dovere di rifiutare!!!…" (…)
Autore critica:Fabio Pirovano
Fonte criticaquellicheilcinema.com
Data critica:



Critica 2:Nella commedia, l’inesorabile sguardo che Pietro Germi calava sul malcostume delle tradizioni divenne un tratto inconfondibile del suo stile, distinto da una regia scrupolosa ed icastica che descriveva – soprattutto attraverso un montaggio capillare – i volti di un Italia incapace di rinunciare ai suoi valori più retrivi. Come Divorzio all’italiana, Sedotta e abbandonata è una satira feroce e corrosiva, ammorbidita soltanto dalla virginale ingenuità di Agnese (una Stefania Sandrelli appena diciottenne) ed indulgente verso pochi, che procede inesorabilmente precipitando i personaggi verso il fondo della loro inadeguatezza morale.
Autore critica:
Fonte critica:www.italica.rai.com
Data critica:



Critica 3:Con Sedotta e abbandonata gli affezionati spettatori di Divorzio all'italiana si ritrovano in una Sicilia dominata da un grottesco senso dell'onore, nuovamente si muovono in un clima cupo e afoso con bagliori terrificanti, in cui scoppiano feroci contrasti familiari [...]. Simile la cornice, analogo il desiderio del regista [...] di accusare [...] l'ipocrisia dei costumi locali [...] i due film restano tuttavia ben lontani l'uno dall'altro: quanto c'era, nel primo film, di elegante ironia (nel secondo) è divenuto più vivace ma crudo sarcasmo.
Autore critica:G. Grazzini
Fonte critica:Corriere della Sera
Data critica:

11/5/1964

Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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