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Fragola e cioccolato - Fresa y chocolate

Regia:Tomas Gutierrez Alea; Juan Carlos Tabio
Vietato:No
Video:Columbia Tristar Home Video, Bim Classic Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Le diversità
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dal racconto "El Lobo, el bosque y el hombre nuevo" di Senel Paz
Sceneggiatura:Senel Paz
Fotografia:Mario Garcia Joya
Musiche:Josè Marioa Vitier
Montaggio:Osvaldo Donatien, Miriam Talavera
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Joel Angelino, Vladimir Cruz, Francisco Gattorno, Mirta Ibara, Jorge Perugorria, Marilyn Solaya
Produzione:Icaic, Cube - Tabasco Film, Messico, Telemadrid, Sgae, Spagna
Distribuzione:Columbia
Origine:Cuba
Anno:1992
Durata:

110'

Trama:

Avana, 1979. David, uno studente cubano militante castrista, che identifica gli omosessuali come "spie del capitalismo", reduce da una recente delusione amorosa con la disinibita Vivian - a caccia unicamente di sesso e denaro - viene avvicinato, mentre si trova sconvolto e amareggiato in un bar, da Diego, un intellettuale colto in procinto di allestire una mostra d'arte, che cerca di adescarlo con smaccati atteggiamenti omosessuali. David rifiuta infastidito; poi attratto dalla possibilità di leggere opere d'autore, proibite dal regime, e ascoltare musiche altrettanto introvabili, comincia a frequentare Diego e a restare affascinato, non certo dalla sua realtà di "gay", quanto dalla sua cultura di "libero pensatore" nei confronti del castrismo, costrittivo e acritico in cui è cresciuto.

Critica 1:Ambientato nel 1979 (verso la fine del "decennio grigio", quello dell'intolleranza ideologica, dell'allineamento con l'Unione Sovietica) è la storia dell'amicizia all'Avana tra un giovane di origine contadina, comunista militante, e un omosessuale cattolico, raffinato cultore della cultura nazionale. Orso d'argento a Berlino, quattro premi al 15° Festival dell'Avana, tratto da un racconto di Senel Paz, è il primo film cubano che trova distribuzione sul mercato italiano grazie alla Bim di De Paolis. Commedia agrodolce, briosa, ironica, leggera nell'enunciare la sua tesi antidogmatica e in favore della libertà di idee. Attori bravi, più di tutti J. Perugorria. Titolo di lavorazione: Rumor enemigo.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Uno sguardo sincero, complesso, compassionevole, privo di patetismi o peggio ancora di semplicistica propaganda anticomunista sulla Cuba degli anni '70, attraverso gli occhi di due giovani. Ma soprattutto la storia di un'amicizia tra due uomini, intrisa di conflitti e di pregiudizi, di un rapporto spigoloso che riesce a limarsi a poco a poco solo al calore delle buone letture (John Donne, Dostoevskij, Vargas Llosa) e a sciogliersi alla dolcezza infinita del bel canto (la voce della Callas e le musiche di Cervantes). Infine una storia di formazione che segue il percorso altalenante e tortuoso della seduzione. Pacato, sentimentale, introspettivo, lontano dalla vena tumultuosamente metaforica di certa cinematografia sudamericana, spesso debordante e fracassona, Fragola e cioccolato di Tomás Gutiérrez Alea e Juan Carlos Tabio è un film di denuncia, senza tuttavia portare il paraocchi al contrario, che non va quindi pedantemente a senso unico, che non sputa sentenze senza aver prima messo sul piatto della bilancia non tanto i pregi e i difetti di una società nata con il desiderio di impiantare un'impossibile felicità terrena, quanto le illusioni e il conseguente disincanto di tale aspirazione e di tale sogno collettivo.
Dell'ubriacatura del comunismo Fragola e cioccolato da un ritratto dialettico e sfaccettato, che si struttura narrativamente grazie all'incontro dei due protagonisti, il gay Diego, vera e propria checca disinibita e senza più illusioni, e l'universitario David, rivoluzionario goffo, innamorato impacciato, iscritto al movimento giovanile, senza rinunciare a mettere in ridicolo sia le vuote convenzioni formali sia gli stupidi preconcetti sessuali che ancora vergognosamente persistono in una società nata nel segno dell'uguaglianza e del rispetto della giustizia umana come a priori fondativi.
Il gelato alla fragola che lo sfrontato Diego preferisce al cioccolato, simbolo della virilità, è allora un modo curioso per aprire una riflessione sull'arte (indicative le statue di carattere religioso rifiutate dal Governo) tuttora vista come potenziale sovvertitrice di un mondo rigidamente saldato attorno a principi indiscutibili e sull'eros, entrambi vettori di "diversità" ostacolata dal regime. Il cioccolato invece rappresenta non tanto ciò che è, l'esistente, in sé irrappresentabile da un unico punto di vista, ma come quest'ultimo viene visto e sofferto da un ragazzo pieno di illusioni e di speranze che ancora crede nel sogno di un mondo perfetto. L'abbraccio finale tra i due giovani, oltre a sancire un'amicizia diventata adulta, scopre le paure, le debolezze e le difficoltà insite anche nella diversità più convinta e ostentata.
Saltando a pié pari la Cuba in "esterni", che altro non sono che luoghi deputati di un'isola formato Alpitour, Alea e Tabio piombano all'interno del salotto popolare e colorato di Diego, introducendoci così nel tempio sgangherato (animato non a caso di sculture religiose) profumato e colto di un frocio fiero di esserlo. Ninnoli, cianfrusaglie, fotografie scolorite, ricordi sbiaditi dal tempo, ritratti, poster di Marilyn dietro la porta: tutto l'armamentario kitsch, specchio della diversità più sbandierata, compresa un'amica del cuore ciclotimica (che non mancherà di aprire le porte del sesso all'inesperto David) sono presenti all'appello in questa polverosa tana cubana. Un film così vero e così verista nel suo essere leziosamente ironico, non può che godere del nostro rispetto e della nostra stima. Libertario.
Autore critica:Elena Martelli
Fonte critica:Cineforum n. 338
Data critica:

10/1994

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Fragola e cioccolato (Racconto)
Autore libro:Paz Senel

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