Grazie, signora Thatcher - Brassed Off
Regia: | Mark Herman |
Vietato: | No |
Video: | Medusa Video |
DVD: | Q.Media |
Genere: | Commedia |
Tipologia: | Il lavoro |
Eta' consigliata: | Scuole elementari; Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori |
Soggetto: | Mark Herman |
Sceneggiatura: | Mark Herman |
Fotografia: | Andy Collins |
Musiche: | Trevor Jones |
Montaggio: | Michael Ellis |
Scenografia: | Don Taylor |
Costumi: | |
Effetti: | |
Interpreti: | Ewan Mcgregor, Tara Fitzgerald, Jim Carter, Mary Healy, Melanie Hill |
Produzione: | Channel Four - Miramax - Prominent Features |
Distribuzione: | Bim |
Origine: | Gran Bretagna |
Anno: | 1997 |
Durata:
| 105'
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Trama:
| In Inghilterra, nella regione dello Yorkshire nel 1989, l'ondata di chiusura delle miniere produce effetti devastanti tra le persone e le famiglie dei piccoli centri. La Grimley Colliery Band, dove suonano molti minatori, ha una tradizione ormai centenaria e diventa il baluardo della comunità. Il suo leader, Danny, minatore in pensione, ne ha fatto una ragione di vita, molti dei componenti, ormai disoccupati, non riescono a condividere questo entusiasmo e pensano di abbandonare. Un giorno torna in paese la giovane Gloria, nipote di Danny e primo amore di Andy, uno dei musicisti. Gloria si unisce alla banda e tra tutti torna l'entusiasmo. L'ammirazione nei suoi confronti viene però meno quando scoprono che in realtà lavora per il British Coal, l'organismo che deve decidere la chiusura definitiva delle miniere. Intanto la banda partecipa ad una gara nazionale, vince le fasi eliminatorie, torna trionfante dalle semifinali, ma i problemi si aggravano: Phil, il figlio di Danny, ha perso tutto, lavoro, famiglia, e anche il padre, malato in seguito al lavoro in miniera, viene ricoverato in ospedale per una grave malattia. Quando stanno per rinunciare alle finali nazionali a Londra, ricevono un aiuto inatteso, partono per la capitale e vincono il primo premio. Sono raggiunti da Danny, scappato dall'ospedale, che al momento della premiazione, fa un discorso in cui dice ad alta voce le loro terribili difficoltà di vita.
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Critica 1: | Nel 1989, in una cittadina mineraria dello Yorkshire centinaia di minatori rimangono senza lavoro per la chiusura della miniera di carbone. C'è una rinomata banda di ottoni di cui fanno parte minatori anziani e giovani, ma come si può fare musica sulla soglia della disoccupazione? Nonostante tutto, la banda di Grimley va in finale e all'Albert Hall di Londra vince il primo premio. Commedia proletaria di forti connotati sociali, scritta dal regista (cresciuto nello Yorkshire) (...) con l'energia convinta e contagiosa di chi sta facendo la cosa giusta. |
Autore critica: | |
Fonte critica | Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli |
Data critica:
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Critica 2: | I disoccupati sono le star del nuovo cinema laburista inglese che ci guarda negli occhi: in Mad City Travolta senza lavoro fa il bandito, in Full monty dei poveracci si spogliano per campare. E in Grazie, signora Thatcher del quasi “deb” Mark Herman, un gruppo di minatori, alcuni dei 250.000 che, dall'85 in poi persero il lavoro dopo le “cure” liberiste della Lady di ferro, si dedicano alla banda del paese di Grimley. Il film, civile e appassionato, commovente e furbo, massimalista e minimalista, racconta appunto il pubblico (sindacale) e il privato (sentimentale con birra) di questo villaggio inventato ma verosimile dello Yorkshire, dove ogni convivenza è messa a dura prova dalla perdita del posto (140 miniere furono chiuse) e della dignità. Piovono pietre, per dirla alla Ken Loach. Un bel concerto basterà a sollevare gli animi? Forse sì, specie se col suo flicorno arriva Tara Fitzgerald, che ha un colpo (musicale) di fulmine con Ewan McGregor (uno dei ragazzi “deragliati” di Trainspotting): ma sarà una cotta di classe, perché lei fa il marketing per i padroni. Finale in crescendo emotivo: il buon papà lasciato dalla famiglia è costretto a fare il clown per i bambini agiati; il vecchio capobanda all'ospedale, vittima del silicone; il gran concerto alla Royal Albert Hall di Londra. E soprattutto la consapevolezza di sapere dove si annida il vero onore. Basato sulla solidarietà tra umiliati e offesi (come in Marius e Jeannette) e sul rilancio del fattore umano contro la logica industriale, Grazie, signora Thatcher è un film che ci entra subito in vena per la dichiarata e perfino ingenua partigianeria, per la simpatia dell'impressionismo narrativo e per la bontà delle sue cause sociali.(…) Pieno di colpi bassi del destino, il film dimostra ancora una volta che non è vero che le persone normali non hanno nulla di eccezionale da offrire. Il regista coniuga gioia e fatica, prosa e poesia, la rabbia e l'ouverture del Guglielmo Tell, la vita e la musica, secondo una ineluttabile ricetta emotiva valorizzata da una compagnia ottima, in cui risalta Pete Postlethwaite (In nome del padre). Anche se la situazione offre poche occasioni d'ilarità, la commedia operaia è molto piacevole, sa essere brillante, scherza su cose serie (un disoccupato vale l'altro, il tema è universale) e dimostra come il rude proletario possa essere anche un musico raffinato. Il tutto, senza dimenticare mai la prima legge dello spettacolo: stupire, divertire, commuovere. E una sicurezza: questa classe operaia andrà in paradiso, con tutta la banda. |
Autore critica: | Maurizio Porro |
Fonte critica: | Corriere della Sera |
Data critica:
| 14/2/1998
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Critica 3: | |
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Data critica:
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Libro da cui e' stato tratto il film |
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