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Get real - Vite nascoste - Get Real

Regia:Simon Shore
Vietato:No
Video:Elle U
DVD:
Genere:Drammatico - Romantico
Tipologia:Le diversità
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Patrick Wilde
Sceneggiatura:Patrick Wilde
Fotografia:Alan Almond
Musiche:John Lunn
Montaggio:Barrie Vince
Scenografia:Bernd Lepel
Costumi:Bernd Lepel
Effetti:
Interpreti:Ben Silverstone (Steven Carter), Brad Gorton (John Dixon), Charlotte Brittain (Linda), Stacy Hart (Jessica), Kate Mcenery (Wendy), Patrick Nielsen (Mark), Tim Harris (Kevin), David Lumsden (padre di Steven), Jacquetta May (madre di Steven), James D. White (Dave)
Produzione:Distant Horizons - Graphite Film Production - British Screen - Arts Council Of England
Distribuzione:Lady Film
Origine:Gran Bretagna
Anno:1998
Durata:

108'

Trama:

Steven è un adolescente che cerca con difficoltà di far conciliare la vita nel college, le aspirazioni dei genitori e le sue pulsioni. L'unica cosa con la quale non ha problemi è la sua omosessualità. La sua migliore amica e confidente Linda è alla sua 48esima lezione di guida e spera di far colpo sull'istruttore, il suo migliore amico Mark cerca di far colpo su Wendy, nuova direttrice del giornale di classe, mentre Jessica, amica di Wendy, cerca di evitare il suo ex Kevin. Ma il centro dell'attenzione di tutti è John Dixon, bravo, bello, atletico, desiderato da tutti... e anche da Steven.

Critica 1:L'idea che conferisce a Vite nascoste una buona propulsione e un sufficiente interesse, è di buona lega. E somiglia a quelle di chi conosce il mestiere della commedia da vicino. Cosa può succedere ad un teenager abbastanza maturo da sapere di essere omosessuale ma non così forte da ammetterlo pubblicamente se non innamorarsi follemente dell'idolo del suo college, bello, atletico e carismatico? Nel sobborgo altoborghese vicino Londra dove vive, il tasso di conformismo sociale sembra anche considerevolmente più alto della media. L'unica persona con cui confidarsi è un'amica, Linda, rotonda, spiritosa e intraprendente. Ma neanche a lei può rivelare il segreto dei segreti: l'idolo della scuola di cui è innamorato, è gay come lui. Dopo qualche resistenza, finisce per essere ricambiato, da lui, con trasporto. Tratto da una commedia teatrale di Patrick Wilde (che ha scritto la sceneggiatura insieme al regista), il film, che ha goduto di una certa fortuna nei festival nell'anno in cui è stato realizzato, 1998, ha una solida armatura che affida buona parte della sua tenuta ad una recitazione senza incertezze. Sia il protagonista, Ben Silverstone, che il suo amante, John Dixon, che l'eccellente Linda (Charlotte Brittain), eseguono il buon dosaggio di denuncia sessista e humor britannico, sfruttando al massimo ogni battuta e sfumatura. Al punto che quando il film raggiunge il suo colpo di scena - Steven, il protagonista, decide di uscire allo scoperto di fronte a tutti i genitori e gli studenti della scuola dopo essere stato ripetutamente umiliato dalla viltà del suo amante che teme più di ogni altra cosa il discredito di genitori, compagni e fidanzata - il peso del messaggio e la curvatura drammatica che esso impone al tutto, rischia di deformare la brillante leggerezza di tutta la struttura. L'unica via d'uscita, a qualsiasi costo, è il "coming out". E' impossibile riuscire ad accettarsi se non abbiamo il coraggio di affrontare la sfida di farci accettare dagli altri. Ciò che dà vita al film, tuttavia, non è la correttezza o la profondità dei suoi contenuti, e neanche la satira della limitatezza di prospettiva della concezione borghese della vita (un po' comoda), quanto la concretezza del montaggio, l'ironia dei piccoli colpi di scena, la malizia dei dialoghi e la capacità degli attori di usarli per dare improvviso colore ad ogni sequenza. Proprio come nei film dedicati agli eterosessuali.
Autore critica:Mario Sesti
Fonte criticaKwcinema
Data critica:



Critica 2:Periodicamente il cinema inglese porta sullo schermo la tematica dell' omosessualità, sia tra i banchi di scuola, o all’università, o in sobborghi delle città. E spesso riesce a farlo con delicatezza e credibilità. Come in questo film di Simon Shore, arrivato oggi sui nostri schermi, che racconta con toni leggeri, da commedia, un argomento difficile come la diversità in un ambiente che ha già scelto per te, che non riesce a vedere oltre a quello che vuole vedere o credere, per paura che al di fuori ci sia solo male. Steven è un adolescente che ha già superato i timori e le incertezze della sua età. Da molto tempo sa di essere gay, e vive la sua condizione con naturalezza, senza timori o dubbi. Ma se nel suo animo sa chi è e cosa vuole, all’esterno è circondato da un ambiente che non gli lascia spazio per essere quello che è. I genitori vedono in lui una persona molto diversa, i compagni di scuola seguono degli stereotipi troppo collaudati per essere messi in discussione da un ragazzino qualsiasi. Solo Linda, una fuori casta come lui, dotata di un cuore grande come il suo corpo, partecipa della sua vera realtà e la comprende, cercando di dargli appoggio e di frenarlo nella sua voglia di colmare i propri impulsi, che lo portano a cercare occasionali e rischiosi incontri nel parco.
Ma accade l’imprevisto, e Steven incontra finalmente l’amore di un compagno, del più desiderabile dei compagni. E qui il film mostra le diverse facce della diversità. Se da un lato, infatti, Steven cerca di viverla semplicemente come è, un particolare che non dovrebbe impedire di essere e amare come tutti gli altri, dall’altro John non riesce a superare la barriera dell’apparenza, è spaventato, attratto dall’amore ma terrorizzato dal prezzo da pagare per averlo. Il film dipinge bene i diversi aspetti di un amore considerato illecito secondo leggi troppo frettolosamente scritte, e riesce a non essere solo un film sull’omosessualità, ma su un gruppo di adolescenti che, tutti, devono affrontare diverse prove. Alcuni ne usciranno rafforzati, altri purtroppo perderanno l’occasione, forse l’unica, per essere veramente se stessi. E, allo stesso tempo, il film è dedicato anche ai genitori, che troppo spesso rifiutano di capire i propri figli, perchè impegnati a seguire i propri progetti, i propri sogni che riflettono su di loro. A loro è dedicato un discorso che può apparire forse didascalico, ma che parla al cuore. Bravi tutti i giovani intrepreti, tra cui spiccano il protagonista, Ben Silverstone, e la simpaticissima Linda di Charlotte Brittain.Da vedere, per capire.
Autore critica:Michaela Uccelli
Fonte critica:Cinema it.Supereva
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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